Doveva avere "ripercussioni importanti sul tessuto
economico, produttivo e sociale nella misura in cui le comunità locali
del nostro comprensorio riusciranno a svolgere un ruolo da protagonista e
non da semplice spettatore.
Un servizio di trasporto marittimo nuovo agevolerà i flussi turistici
con le isole ma più in generale inciderà su servizi fondamentali come
l'approvvigionamento energetico, la raccolta rifiuti, l'assistenza
sanitaria, andando a migliorare complessivamente la qualità della vita
degli abitanti di Ponza e Ventotene".
Era il 24 Febbraio del 2010, quando queste parole
vennero pronunciate dall'allora consigliere regionale di opposizione
Aldo Forte per commentare la nascita della Laziomar spa, società della
regione Lazio, nata a seguito della cessione, da parte della CAREMAR
(Campania Regionale Marittima), del ramo d'azienda pontino, per la
gestione del pubblico servizio di linea che assicura i collegamenti
marittimi tra i Porti di Formia, Ponza e Ventotene e, nel solo periodo
estivo, di Anzio. La Laziomar aveva a disposizione una flotta composta
da 2 traghetti tradizionali (Tedide e Quirino) e 2 aliscafi (Alnilam e
Monte Gargano).
Successivamente, nell'ottobre del 2011, lo stesso Aldo Forte, nel
frattempo diventato assessore regionale con la Polverini, comunicava
l'avvio del procedimento di privatizzazione della società di
navigazione, tramite una gara europea, con lo scopo di cedere il cento
per cento del capitale sociale ad un privato. A suo dire ciò avrebbe
significato un netto miglioramento del servizio.
Ma, in questo lasso di tempo, un po' di cose sono successe.
La società con sede a Napoli in via conte Carlo di Castelmola n. 14 (non
capiamo perché una società partecipata dalla regione Lazio debba avere
sede a Napoli) ha lasciato dietro di sé uno strascico di furiose
polemiche sia per la qualità del servizio (numerose sono state le avarie
che hanno colpito la flotta e che hanno lasciato a terra molti
passeggeri), sia per quanto riguarda la sua sostenibilità finanziaria,
tanto che si è più volte vociferato di problemi nel garantire il
pagamento dello stipendio ai suoi dipendenti (60 persone effettive e 60
stagionali), nonostante riceva un finanziamento pubblico di circa 10
milioni di euro (prima garantiti dal ministero e poi dalla regione
Lazio).
D'altronde, ci sono alcune stranezze che saltano subito all'occhio, come
ad esempio che sul sito della Laziomar è omessa la pubblicazione degli
organi amministrativi, così come non vi è traccia dello statuto,
dell'atto costitutivo e del contratto di servizio.
Apprendiamo da altri canali che il consiglio di amministrazione è
composto attualmente da tre persone e costa alla collettività 236mila
euro l'anno. Il presidente è l'avvocato Antonio Cataudella (almeno è
quello che ci risulta). Alla vicepresidenza troviamo la signora Maria
Terenzi (stipendio 72.500 euro), che è stata catapultata lì
probabilmente per essere stata candidata dalla Polverini nella sua lista
civica alle scorse elezioni regionali, non avendo nessuna esperienza
nel settore. Lo stesso si può dire dell'altro consigliere, Marco
Silvestroni (stipendio 72.500 euro), anch'egli con un passato da
politico alle spalle, in qualità di assessore di Albano Laziale eletto
nelle fila di Alleanza Nazionale.
La nostra impressione è che si sta andando verso il collasso del sistema
di trasporto marittimo a causa di una lunga serie di scelte
scellerate, e la storia della Laziomar ne è la conferma. Scelte che ci
fanno soprattutto temere per il futuro dei tanti lavoratori che prestano
servizio presso l'attuale società di trasporti marittimi, e che sono a
loro volta vittime dell'assenza di una seria politica industriale,
mentre noi crediamo che vi sia ancora posto per un soggetto
completamente pubblico, capace, soprattutto in questa particolare
congiuntura economica negativa, di garantire un servizio efficiente ed
economico per i pendolari, i lavoratori, gli studenti e la cittadinanza
tutta.
Non vorremmo trovarci davanti ad un secondo caso "Acqualatina", la
società che gestisce la rete idrica nella nostra provincia, che a fronte
di un servizio sempre più scadente ha portato alle stelle il costo
delle bollette.
Ci domandiamo, inoltre, se la mancanza di liquidità di cui pare soffrire
la Laziomar sia reale oppure frutto di una volontà politica che ha lo
scopo di svendere poi ai privati la società ad un prezzo inferiore
rispetto all'attuale.
Gli stessi lavoratori hanno denunciato più volte lo "SPERPERO DI DENARO
PUBBLICO", che ha riguardato in particolare gli interventi di
riparazione delle stesse, sospettando che ciò abbia lo scopo di favorire
i privati.
Chiediamo per questo alla magistratura di farsi carico di capire se vi
siano ipotesi di reato nella gestione del servizio di trasporto
marittimo.
Concludiamo esprimendo ai lavoratori in lotta tutta la nostra
solidarietà, ricordando loro che è necessario coinvolgere nella
battaglia l'intera cittadinanza.
Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia
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