La
sciagura avvenuta sull'autostrada Napoli-Bari, con il suo carico di
morti, impone una riflessione seria, sulla condizione delle strade che
vengono utilizzate da migliaia di automobilisti per spostarsi nel sud
pontino, in particolare Formia che è uno degli snodi fondamentali, e
sugli interventi che devono essere messi in atto per impedire che
disgrazie come queste possano accadere anche dalle nostre parti, in
particolare nella nostra città.
La
situazione in realtà non è così drammatica se guardiamo allo stato
dell'asfalto, che sicuramente è migliorabile in alcuni tratti,
soprattutto nelle periferie che sono sempre protagoniste delle promesse
dei politici, molto meno quando si tratta di passare ai fatti. Ben diversa è la situazione dei «guard rail», in alcuni tratti completamente assenti, in altri in condizioni pessime, complice probabilmente l'assenza di qualsiasi manutenzione, tanto da farci pensare che così come sono, non svolgono più la funzione assegnata loro dai progettisti. D'altronde siamo il paese nel quale si preferisce investire miliardi di euro in opere inutili (vedi la TAV Lione-Torino) e molto meno nella manutenzione dell'ampia rete stradale di cui l'Italia è dotata, così come ci pare paradossale che i soldi si trovino solo dopo il manifestarsi di emergenze (vedi l'odissea del ponte sulla litoranea che ha causato per settimane il blocco dell'intera città) e mai per la prevenzione. Non ci vuole un occhio esperto, per esempio, per capire che una delle prossime emergenza da affrontare sarà il ponte Tallini. E' evidente lo stato di degrado della struttura e quindi ci domandiamo se le amministrazioni, che si sono succedute fino ad oggi, si siano mai interessate al problema per salvaguardare l'incolumità delle persone e visto che allo stato attuale il ponte rappresenta un'infrastruttura importante per la città. Inoltre il ponte Tallini è l'unico modo per un disabile, categoria mai così bistratta, di raggiungere il porto dal centro cittadino, dato che il sottopasso di Largo Paone ed il sovrappasso della Villa Comunale non sono fruibili, per l'assenza di accessi a loro riservati. Invitiamo, da subito, tutti i soggetti interessati (comuni, provincia, regione, anas, astral) a convocare un tavolo istituzionale e a discutere su quali debbano essere gli interventi per la messa in sicurezza delle strade pontine, con particolare attenzione per quelle che sono caratterizzate per un alto volume di traffico. L'unica cosa che chiediamo è che il tutto avvenga nella massima trasparenza e che gli interventi siano fatti a regola d'arte, così come - ci pare - non sia stato mai fatto fino ad ora. Lo testimoniano le rotonde disseminate lungo l'intera rete stradale, alcune delle quali molto spesso sono vere e proprie trappole predisposte a danno dei poveri automobilisti che hanno l'incauto coraggio di attraversarle, altre dal costo esorbitante e sospetto. E poi finalmente che si predispongano interventi capaci di minimizzare la congestione del traffico veicolare, dotando la città del PIANO URBANO DELLA MOBILITÀ (facoltativo) e del PIANO URBANO DEL TRAFFICO (obbligatorio), nell'ottica dell'incentivo all'utilizzo di mezzi alternativi all'automobile. Nel maggio 2011 si tenne un incontro del sindaco Forte con i dirigenti e tecnici dell'Anas per programmare un primo piano di interventi alla luce dell'approvazione del progetto definitivo della Pedemontana in conferenza dei servizi. E da allora più nulla. Noi sappiamo bene che non ci sono i soldi e che quindi l'opera tornerà ad essere la bella incompiuta, ma perché continuare sempre a gettarla in pasto all'opinione pubblica? Per quanto ancora i politici potranno ingannare i cittadini per mantenere il sedere attaccato alla poltrona? E quando invece si decideranno a difendere gli interessi reali dei cittadini? Quando succederà sarà sempre troppo tardi. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto dalla soprintendente ai Beni Archeologici della Regione Lazio, la dott.ssa Nicoletta Cassieri, destinataria di un nostro esposto sullo stato di illegalità in cui versava il parco "De CURTIS", una email nella quale la stessa scrive:"...A suo tempo, sollecitata in qualità di funzionario responsabile da un'associazione locale, come Soprintendenza abbiamo rappresentato al Comune di Formia la necessità di eliminare qualsiasi struttura (sosta camper) o comunque di non rinnovare concessioni et similia dato l'interesse paesaggistico e archeologico dell'area. Credevo che tutto fosse stato risolto (o perlomeno così ci avevano assicurato), ma a quanto pare non è così....". Ciò dipende probabilmente dal fatto che il parco De Curtis, nell'attuale Piano regolatore, ricade nella sottozona F3, ed è quindi destinato a parco pubblico di interesse paesaggistico e archeologico, in particolare "parco alberato con la tassativa esclusione di ogni attività edificatoria anche se a carattere pubblico". Orbene,
come è ormai noto a tutti, l'attuale amministrazione comunale se ne è
guardata bene dal rispettare le indicazione della dott.ssa Nicoletta
Cassieri, tant'è che l'autorizzazione è stata rinnovata per un altro
anno [ad aprire le danze era stata la precedente giunta di
centrodestra]. D'altronde che valore potranno avere mai le prescrizioni
di un funzionario ministeriale. Forse qualcuno nel palazzo comunale ha
ritenuto di doverle prendere in considerazioni? Ovviamente manco per
idea. Però
qualche dubbio sulla correttezza amministrativa dell'affidamento 2013
rimane. Infatti della delibera n.184 del luglio 2013, votata
all'unanimità dalla giunta Bartolomeo, vogliamo sottolineare la frase
"E' in corso di perfezionamento l'iter amministrativo presso la Regione
Lazio per il rilascio dell'autorizzazione per la specifica
destinazione". Ci
domandiamo quale funzionario della regione Lazio, abbia potuto
rilasciare il proprio benestare alla richiesta proveniente dalla giunta
comunale, nonostante il parere contrario della dott.ssa Nicoletta
Cassieri. D'altronde la firma del funzionario regionale era necessaria.
Lo chiarisce bene l'articolo 11 della convenzione tra il comune di Formia e la Seas 2000, nel quale è chiaramente scritto che "La presente convenzione s'intenderà immediatamente decaduta qualora venissero meno lo scopo e le finalità della presente concessione, nonché in caso di diniego dell'autorizzazione da parte della Regione Lazio, senza che il concessionario possa avere nulla a pretendere;" Quindi ci aspettiamo i chiarimenti del caso. Non vogliamo pensare che oltre al danno dell'occupazione, illegittima per noi, di un'area di verde pubblico, collocata all'interno di un parco pubblico, da parte di un privato, vi sia stata la beffa della mancata autorizzazione regionale. Due illegittimità in una, insomma. Ma non finisce qui, infatti in questi giorni, ben oltre quindi la scadenza contrattuale del 30 settembre 2013 [art.2 della convenzione] ci siamo recati presso il parco De Curtis, è abbiamo scoperto che se è vero che i camper non sono più presenti nell'area autorizzata, è altrettanto vero che ancora sono presenti le strutture (palizzata, rete, bagni, etc...) montate nel 2012 per consentire la trasformazione in area camper. Eppure la convenzione, all'art.4, prevedeva, tra le numerose prescrizioni, che "al termine della durata della concessione dovrà provvedere a ripristinare lo stato dei luoghi", solo in questo caso sarebbe stata restituito il deposito cauzionale di 200euro [una vera miseria]. Il compito di effettuare la verifica era a carico degli uffici competenti. Il sospetto è che si voglia lasciare l'area così com'è per poi darla nuovamente in gestione al solito privato nel 2014. Lo lascia pensare il fatto che è proprio quello che è successo nel 2012, quando nessun azione di controllo venne attivata per verificare il rispetto di quanto previsto nella convenzione. Abbiamo
più volte sollecitato le istituzioni perché intervenissero, ma come si
dice "non c'è peggior sordo di chi non voglia sentire" e tutto è
rimasto così com'è.
Gennaro Varriale
segretario del circolo "ENZO SIMEONE" partito della Rifondazione Comunista Formia - See more at: http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=105240#sthash.9QSs4SjX.dpuf
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