...............Il porto Ranucci, l'ossessione del neo-sindaco Bartolomeo.....

Nel libro dei sogni del neo-sindaco Bartolomeo ha trovato da subito spazio il porto "Ranucci", diventato ormai una vera e propria ossessione.

D'altronde lo possiamo capire. Ha investito così tanto tempo ed energie perché il senatore Raffaele Ranucci, che a capo del raggruppamento "Marina di Cicerone SpA", costituita oltre che dal "Gruppo Ranucci Partecipazioni e Finanziaria" di Roma, dalla "Pietro Cidonio" di Roma e dalla "Sacen"di Napoli, potesse posare la sua bandierina sulla nostra città, da sentire il bisogno di chiudere subito la partita, prima cioè che l'imprenditore e politico romano possa cambiare idea.
In un precedente articolo postato nell'agosto del 2011 ci domandammo "se la storia "politica" del dott. Raffaele Ranucci avesse avuto qualche influenza in questa scelta.

Dubbio legittimo visto che dal 2005 è stato Assessore regionale allo Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo nella Giunta Marrazzo. Fino al 2007 quando ha lasciato l'incarico per diventare Amministratore delegato di Trambus SpA, la società di trasporto pubblico locale più grande d'Italia, su nomina del allora sindaco di Roma Walter Veltroni (PD). Dal 2008 poi è stato senatore del PD e vicepresidente della relativa commissione Lavori pubblici sempre nelle file del partito Democratico, così come descritto nella scheda pubblicata sul sito del "Senato". Incarico che ricopre anche nell'attuale legislatura essendo stato rieletto.

Per quanto ci riguarda continuiamo a credere che il porto Ranucci sia una vera e propria spada di Damocle che incombe minacciosa sulla costa di Formia e sui suoi abitanti.

Il pericolo è che la suddetta "grande opera" comporti una vera e propria alterazione degli ecosistemi (fauna e flora), a causa dei nuovi apporti inquinanti, dovuti alla variazioni del regime delle correnti sul litorale, in cambio di cosa poi ancora non siamo riusciti a capirlo.
Dubbi che d'altronde non abbiamo solo noi, ma che anzi in un passato non molto lontano sono appartenuti anche all'ala ecologista che di fatto poi è confluita in SEL, ora al governo della città di Formia.

Infatti abbiamo scovato, in rete, un loro vecchio comunicato stampa, datato 2004, nel quale venivano fatte alcune osservazioni circa i danni che tale opera avrebbe causato all'intera città, in particolare per quanto riguarda: l'impatto ambientale, la viabilità e l'economia locale. Ne riportiamo alcune:

"A di là delle considerazioni tecniche e delle valutazioni riguardanti la localizzazione, che rimane pessima, riteniamo che la realizzazione del porto con il suo centro commerciale porterà un' enormità di problemi relativamente al traffico locale, e ben poche risorse economiche alla città.
Per indorare la pillola si lascia credere che vi saranno x posti di lavoro per y posti barca, se è vero questo perché non mettere le 600 barche nell'attuale porto come prevede il piano regolatore generale dei porti redatto dalla regione Lazio?
E poi se si creano posti di lavoro con il porto "Ranucci" non si rischia di distruggerne altrettanti relativamente agli stabilimenti balneari? Che fine fa la spiaggia di Santo Janni e quella di Vindicio .
In che relazioni e quali sinergie si svilupperanno tra la società Ranucci e gli imprenditori locali?
Visto che si vuole creare una mini città nel piazzale del porto che impatto avrà ciò con le attività commerciali della città?
Infine i possessori di barche piccole, che già si stanno organizzando per acquisire un posto barca rimarranno all'asciutto ?"

Dubbi confermati poi dalla lettura di un document,o durante il consiglio comunale in cui venne approvata la deliberazione n.91/2004, con la quale si dava il via all'opera, da parte dell'allora consigliere di Rifondazione e sottoscritto dal coordinamento della sinistra, in cui (il presente è d'obbligo) "si ritiene inaccettabile la proposta Ranucci perché creerebbe un eccessivo squilibrio tra interesse pubblico ed interesse privato, a netto vantaggio di quest'ultimo, inoltre non risponderebbe al requisito fondamentale della pubblica utilità, e non offrirebbe alcuna garanzia né sugli eventuali ritorni occupazionali, né sugli effettivi sviluppi socio-economici che dovrebbe comportare".

Forse hanno cambiato opinione?

E', inoltre, da non sottovalutare come i promessi investimenti, si parla di circa 100milioni di euro, possano far gola alla criminalità organizzata. E' fuor di dubbio, le cronache dei giornali lo confermano, che quando i soldi in ballo sono tanti, i soggetti criminali non si tirano mai in dietro, soprattutto in territorio, come il nostro, dove ormai sono i veri padroni.
Gli interrogativi che poniamo sono solo i nostri oppure esistono nella nostra città altri soggetti che la pensano come noi?


Gennaro Varriale
segretario del circolo "ENZO SIMEONE"
partito della Rifondazione Comunista
Formia




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