Quanto
successo nei giorni scorsi presso il lungomare di Gianola, allorché
quattro ragazzi italiani hanno picchiato un ambulante marocchino,
causandogli numerose fratture che hanno reso necessario il suo ricovero
presso l'ospedale "Dono Svizzero", deve suonare come un campanello
d'allarme e non va quindi sottovalutato, soprattutto per la gravità
delle conseguenze e il contesto in cui esso si inserisce.
Un
episodio agghiacciante, probabilmente, figlio di un mix letale di
razzismo e ignoranza, con il quale si è voluto colpire la parte più
debole della società e cioè quanti la mattina si recano presso le
nostre spiagge per vendere la loro mercanzia, provenienti quasi sempre
da molto lontano e anche spesso privi del permesso di soggiorno, e a
cui evidentemente non si riconosce la stessa dignità a cui abbiamo
diritto noi italiani, al punto da sentirsi autorizzati anche a passare
all'aggressione fisica.
E infatti evidente che oggi gli immigrati vengono considerati da molti
come il bersaglio su cui sfogare la propria rabbia "malata", anche
quando si tratta di futili motivi.
Di fronte a questi episodi di violenza e di persecuzione degli
immigrati non dobbiamo voltarci dall'altra parte, ma esprimere con
forza la nostra indignazione nei confronti di chi commette tali gesti,
indegni di un paese civile, come consideriamo il nostro.
Inoltre è necessario che quanti abbiano commesso tale gesto non solo
vengano sanzionati duramente dall'autorità giudiziaria, ma che gli si
dia modo di scontare la pena con l'obbligo di prestare servizio presso
i servizi sociali del comune di Formia, dove potranno mettersi al
servizio del prossimo.
Nell'occasione chiediamo che nei confronti degli ambulanti, pur
consapevoli che sono considerati dalla legge degli illegali, il comune
di Formia si attivi per garantire loro delle condizioni di vita
migliori, perché l'unica risposta al razzismo e l'ignoranza è la
solidarietà, parola che oggi purtroppo ci pare essere fuori moda.
Nel caso particolare dell'ambulante marocchino, di cui purtroppo non
conosciamo il nome, chiediamo al sindaco di attivarsi perché l'intera
collettività si faccia carico del costo di tutte le spese mediche che
dovrà sostenere fino alla totale guarigione e che gli venga concesso
nel primo consiglio comunale utile la cittadinanza onoraria.
Invitiamo, inoltre, i cittadini a recarsi presso l'ospedale "Dono
svizzero", dove attualmente è ricoverato, per cingerlo in un abbraccio
affettuoso, così da poter serbare di noi italiani ben altro ricordo.
Gennaro Varriale
segretario del circolo "ENZO SIMEONE"
partito della Rifondazione Comunista
Formia
Homepage »