Il comunicato stampa con il quale l'UDC del sud pontino chiede le dimissioni di Stefano Paone dall'incarico di vicepresidente del Consorzio di Sviluppo Industriale del Sud Pontino è la dimostrazione di quanto sia lunga la strada perché la politica smetta di essere un ufficio di collocamento pronto a offrire poltrone nei tanti enti partecipati, solo per appartenenza politica e non per meriti. La sua colpa è quella di essere passato dal gruppo consiliare "Costituente di Centro" alla candidatura nella lista "Prima Formia", che appoggia il PDL alle prossime elezioni amministrative di Formia del 26-27 Maggio. Una circostanza per la quale all'interno dell'ente industriale il partito fondato da Berlusconi si trova ad avere tre consiglieri, infatti oltre a Stefano Paone può contare sull'avvocato Salvatore Forte nella qualità di presidente, e che è anche consigliere comunale a Formia, e su di Antimo Merenna, che crediamo essere parente del consigliere comunale a Formia Erasmo Merenna. Ciò ha comportato a detta dell'UDC del sud pontino “una sovrapposizione ed un monopolio in salsa Pdl di ruoli ed incarichi che contrastano con le elementari regole della partecipazione democratica. Stiamo parlando di un fenomeno degenerativo della politica che si traduce oltretutto in una perdita di credibilità per le istituzioni pubbliche”. Siamo ad un vero e proprio capolavoro di ipocrisia, degno del miglior “teatro dell'assurdo”. Noi ci saremmo aspettati ben altra motivazione per chiedere le dimissioni di Stefano Paone e non un semplice passaggio di casacca. Ad esempio è utile ricordare che lo stesso Stefano Paone, eletto in questa consiliatura nella lista civica di centrosinistra “Amore per Formia” e poi passato ad altro, è anche un affermato imprenditore della pasta, che guarda caso ha aperto uno stabilimento proprio all'interno dell'area industriale di Penitro di competenza proprio del Consorzio di Sviluppo Industriale del Sud Pontino, di cui come abbiamo scritto è vicepresidente. Il problema non è quindi il fatto che occupa tale posto perché non è più un uomo del sindaco Forte. A nostro avviso infatti sarebbe stato più corretto denunciare che il suo incarico è in palese conflitto d'interesse con il suo essere imprenditore o no? Peccato che non possa farlo perché probabilmente l'assunzione di tale ruolo da parte del consigliere Stefano Paone sia avvenuto proprio grazie all'UDC. La gestione del Consorzio di Sviluppo Industriale del Sud Pontino lascia molto a desiderare, inoltre, anche per quanto riguarda la trasparenza. Dalla consultazione del sito infatti non è possibile conoscere quanto ci costano i 7 componenti del consiglio di amministrazione (presidente e vicepresidente inclusi). Se i componenti dell'assemblea generale ( i sindaci dei 13 comuni del sudpontino, il presidente della provincia di Latina, il presidente della C.C.I.A.A. di Latina e il presidente dell'assoper-Federlazio) prendono un gettone di presenza oppure lo stipendio pieno. Sarebbe inoltre utile conoscere quanti sono i soldi che in questi anni sono stati investiti e l'occupazione che hanno prodotto. Ed ancora: quanto costano i 3 componenti del collegio sindacale? ed infine quanto costa pagare il direttore generale? In quest'ultimo caso è utile la lettura dell'articolo 18 dello statuto che disciplina l'organizzazione del Consorzio Industriale e che prevede la nomina di un direttore generale con requisiti di sicura esperienza in materia economica, amministrativa e industriale. L'articolo successivo (l'articolo 19) gli attribuisce dei compiti ben precisi, quali ad esempio la gestione del personale e l'attuazione delle delibere degli organi consortili). Peccato non se ne trovi notizia sul sito. Un ultima domanda che riteniamo porre all'attenzione dei cittadini: il Consorzio di Sviluppo Industriale del Sud Pontino serve veramente così com'è? Essere stato trasformato in una dépendance dei politici targati centrodestra non lo rende superfluo? Ai cittadini l'ardua sentenza.
Gennaro Varriale segretario del Circolo “ENZO SIMEONE” partito della Rifondazione Comunista Formia
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