Il comune di Formia con delibera n.312 del 04 Luglio 2011 ha approvato il progetto esecutivo per i lavori di completamento e di ammodernamento della darsena del porto di Caposele, redatto dall'ing. Luca De Girolamo. Il finanziamento dell'opera, pari a 425mila euro, è stato a carico della regione Lazio, mentre la realizzazione è stata affidata, tramite gara, alla ditta ICEM di Minturno (DTR n.249 del 3 Ottobre 2011).
Poi con delibera n.256 del 24 luglio 2012 si è approvato una variante ai lavori, a causa dello sprofondamento della meda di segnalazione della secca "La Pila", da realizzarsi con i risparmi ottenuti con il ribasso d'asta. Infine il 27 Giugno del 2012 veniva affidato l'incarico professionale per il coordinatore della sicurezza. Sul cartello di cantiere che abbiamo trovato nei pressi del cantiere è indicato il 21 ottobre 2011 come data di inizio dei lavori, mentre i lavori sarebbero dovuti terminare il 18 aprile del 2012.
Peccato che, quando ci siamo recati sul posto per verificare lo stato dei lavori, abbiamo trovato ancora una transenna che delimitava un tratto nel quale erano presenti delle macerie, ad indicare, probabilmente, che i lavori erano ancora in corso, nonostante fossimo già ai primi giorni di settembre.
In realtà, ci è venuto anche il dubbio che i lavori non fossero mai iniziati, visto che non è parsa esserci alcuna modifica del vecchio profilo delle scogliere, a differenza dei disegni in bella vista sul cartello di cantiere.
Ancora più incuriositi, ci siamo chiesti anche a chi avrebbero giovato i lavori di completamento e di ammodernamento della darsena del porto di Caposele.
In realtà, per tentare di dare una risposta, bisogna capire chi gestisce i due attracchi che sono stati ricavati all'interno, ed in parte all'esterno, della darsena.
Le concessioni sembrerebbero due: la prima addirittura datata 1988 e gestita dal Circolo Nautico Caposele, con sede VIA PORTO CAPOSELE n. 37, il cui approdo può contenere circa 130 barche dalla lunghezza massima di 12 metri, informazioni che si ricavano dal sito www.cncaposele.com.
Il secondo approdo, a cui si accede dal parcheggio, non ha nessuna indicazione particolare che indichi il gestore. Abbiamo notato la presenza di un piccolo container prefabbricato, ma è difficile capire chi lo gestisca. Sembrerebbe in concessione ad una cooperativa di ormeggiatori.
Le domande che rimangono in sospeso sono:«qual è il guadagno dei cittadini nell'aver speso (forse) 425mila euro di soldi pubblici per (forse) l'ammodernamento della darsena del porto di Caposele, se poi a gestire tale spazio sono dei privati? Quali sono i canoni concessori pagati dagli attuali utilizzatori?».
La stessa che ogni cittadino dovrebbe porsi ogni qualvolta il comune si spoglia del dovere di gestire in maniera diretta un servizio pubblico per cederlo al privato di turno, con tutti i rischi che ne conseguono in termini di trasparenza, qualità, costi e tutela dei lavoratori (vedi l'appalto per la gestione dei rifiuti).
Non vi è dubbio che la scelta resta nella discrezionalità degli amministratori comunali, in quanto non vi è alcun obbligo di legge ad imporlo, così come ha ben ribadito nei mesi scorsi la Corte costituzionale nel luglio del 2012.
In attesa di una risposta da parte dell'amministrazione comunale, chiediamo anche conto di quali siano i progetti della stessa nei confronti dell'area archeologica che insiste proprio nella stessa zona.
Anche lì, dopo anni in cui incuria l'ha fatta da padrona, sarebbe il caso di mettere ordine e di intervenire immediatamente per interrompere eventuali abusi e per riaprire alla cittadinanza uno spazio ormai da troppo tempo lasciato chiuso in attesa di tempi migliori.
Di più vorremmo capire quando i milioni e milioni di euro annunciati quasi ogni mese, da cinque anni a questa parte per il rilancio turistico della città, inizino a materializzarsi in loco.
Il rischio è che il termine di "città turistica", tante volte pronunciato dal sindaco Forte e dalla sua amministrazione, rappresenti l'ennesimo slogan vuoto ed inconsistente che, a conti fatti, non darà alcun vantaggio allo sviluppo economico e sociale della città e ai cittadini di Formia, ma diventerà il solito pozzo senza fondo per chi, da privato, vorrà arricchirsi con i soldi pubblici.
Dopo tutto, questa è la storia della nostra città, e francamente sentiamo il bisogno di una svolta a 360 gradi, in grado di sostenere politiche di sviluppo che raccolgano le istanze dei cittadini e che siano compatibili con il rispetto del patrimonio storico e ambientale della città di Formia.
Gennaro Varriale
Segretario del Circolo "Enzo Simeone"
Partito della Rifondazione Comunista
Formia
foto:Darsena Caposele
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