Rivolgiamo
un appello ai nostri concittadini perché dicano un chiaro "no alla
caccia ai clochard" portata avanti dalla giunta Forte.
L'ultimo
increscioso episodio si è verificato qualche giorno fa, quando -
raccontano le cronache - gli agenti del comando della polizia comunale,
coadiuvati dal personale della Guardia Costiera di Formia, hanno deciso
di intervenire cacciando via i clochard che hanno trovato riparo in
vari punti della nostra città, per potervi passare la notte alla meno
peggio.
Non è la prima volta che lo sgombro avviene, infatti lo avevamo già
denunciato in una precedente occasione, ma non è bastato per ottenere
provvedimenti più umani nei confronti dei clochard, anzi.
Invece di sgombrarli sarebbe ora di mobilitare la protezione civile per
portare loro i generi di conforto necessari a sopravvivere al rigido
inverno di questi giorni, visto che il precedente servizio è stato
smantellato dalla provincia Latina per mancanza di denaro.
C'è un'emergenza sociale nel nostra città di cui l'amministrazione
Forte non sembra aver preso la giusta misura, probabilmente perché non
è una delle sue priorità quella di portare aiuto a chi vive per strada.
E per questo siamo testimoni di un'insufficienza generalizzata degli
strumenti predisposti per uscire da questa crisi umanitaria, nonostante
che non facciano del male a nessuno nella ricerca di un posto dove
stare al riparo.
Possibile ci domandiamo che il comune di Formia non sia capace di
dotarsi di strutture d'accoglienza in grado di risolvere il problema
una volta e per sempre?
Possibile che non si possa realizzare all'istante una tendopoli da attrezzare a dormitorio pubblico per i clochard?
Lo spazio deve essere allestito con brandine e coperte per dare i
senzatetto una accoglienza più dignitosa. E subito dopo attrezzarsi con
un dormitorio pubblico che abbia lo scopo del superamento
dell'emergenza.
Vorremmo ad esempio conoscere cosa ne pensa l'assessore Carpinelli, che
ha la delega alla Protezione civile, oppure l'assessore alle politiche
Sociali e del Lavoro Treglia.
Sappiamo, ad esempio, che volontari della Protezione civile del Gruppo
V.E.R. Sud-Pontino, con base operativa nell'area dell'exEnaoli,
dispongono di un parco mezzi modernissimo e di materiali in grado di
poter affrontare qualunque tipo di emergenza.
Spesso vengono utilizzati per garantire il pronto intervento durante le
manifestazioni pubbliche che si tengono nella nostra città, come ad
esempio le feste patronali.
Perché non utilizzarsi per l'occasione? Così come succede in moltissime altre città diversamente dalla nostra.
E' inoltre necessario dotarsi di un piano per accogliere chi ancora
dorme per strada, con la collaborazione di enti e associazioni, che
comprenda anche la possibilità di requisire case sfitte da assegnare ai
clochard.
Potrebbe inoltre chiedere finanziamenti regionali e nazionali, ad
esempio con il Fondo nazionale per le politiche sociali e spendere i
fondi per le persone che vivono condizioni di povertà estrema per
restituire dignità alla vita di queste persone.
Occorre un efficace programma contro l'emarginazione per evitare che
altri scivolino nell'esclusione sociale ed invece il nulla, nonostante
esistano gli strumenti legislativi capaci di dare impulso a interventi
di prevenzione.
Ad esempio il piano sociale di zona, di cui si sono dotati i comuni del
sud pontino (legge 328/2000), per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali, nell'anno ha previsto lo
stanziamento di 495mila euro (su di un totale di circa 1milione e
700mila euro) per le misure di contrasto alla povertà, di cui 150mila
con fondi regionali (D.G.R. n.155/2012).
Ed allora chiediamo dove sono questi soldi e come sono stati spesi?
E soprattutto per i prossimi anni quanto si spenderà per l'attuazione di politiche sociali coerenti con la legge 328/2000.
In attesa di una risposta, chiediamo da subito di intervenire e di smetterla una volta e per tutte con la caccia al clochard.
Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia
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