....................I Cantieri edili, immigrazione e lavoro nero......................

Mentre si continua a gettare perle ai porci, nulla viene fatto per combattere i veri problemi della nostra provincia, Formia inclusa. Di cosa stiamo scrivendo? Della diversa modalità con cui vengono affrontati questioni come l'immigrazione clandestina e la condizione dei lavoratori nei cantieri edili .

Nel primo caso si continuano ad organizzare summit interforze per contrastarla, prendendo alla lettera le parole della lega nord, che ha un suo esponente di spicco insediato da tempo a capo del ministero dell'interno, che su spinta di pulsioni chiaramente di matrice “razzista”, ha impartito direttive chiare ai suoi sottoposti: «Tolleranza zero per i migranti».

Ai quali non sono lasciate che due possibilità : essere internati nei lager libici, dove sono costretti a subire le violenze delle forze dell'ordine locali, oppure morire durante il viaggio, costretti come sono a dover circumnavigare l'Italia, alla continua ricerca di nuove rotte, per poter sfuggire alla caccia che danno loro le motovedette del nostro paese.

Un modello repressivo che ci riporta agli anni bui del fascismo, quando gli ebrei venivano perseguitati perchè vittime del pregiudizio che la storia gli aveva rivolto contro. Lo stesso impegno non è sicuramente utilizzato per colpire le irregolarità che avvengono all'interno dei cantieri edili e che abbiamo più volte denunciate. Evidentemente nelle stanze dei palazzi romani è stata impartita una direttiva di senso opposto rispetto a quella sui migranti e che, evidentemente, dati alla mano, prevede una totale tolleranza per gli abusi di cui sopra.

Non si spiegherebbe altrimenti come mai ogni qualvolta, si parla o scrive dell'argomento, cala il silenzio, complici anche i mass media, sempre pronti a concedere ampio spazio quando si tratta di scandali di quarto ordine o beghe familiari, che però non hanno alcun interesse per la collettività, e molto meno a chi muore di lavoro. E' chiaro che il disegno che si cela dietro queste scelte è legato alla necessità di evitare che vengano a galla le complicità istituzionali di cui godono le ditte che, di abuso in abuso, stanno costruendo nelle nostre città.

Domandiamo agli organizzatori del convegno sulla sicurezza che si tiene alla sala Ribaud: Oltre mille morti sul lavoro all'anno vi sembrano pochi? Come mai si è passati da un solo incidente mortale nel 2008 - secondo i dati dei sindacali degli edili - a cinque nel 2009 e a nove nel 2010 (dato aggiornato a Settembre)? Come mai, per quanto riguarda i morti sul lavoro, la provincia di Latina è in controtendenza rispetto al resto dell'Italia? Quanti e quali sono i controlli che vengono fatti per combattere il mancato rispetto delle normative vigenti nei cantieri? Quali sono i fondi ed il personale di cui dispongono gli enti preposti ai controlli? Se sono pochi perchè il loro numero non viene aumentato? Si è deciso che l'economia italiana deve continuare a crescere sulla pelle degli edili? Corrisponde al vero che l'80% degli edili che muoiono nei cantieri lavorano non solo in nero, ma che lo fanno in condizione di massima insicurezza, non essendo dotati dell'attrezzatura prevista, e ricevendo in cambio un salario da fame?

Un ultima riflessione per chiudere: molti edili sono immigrati che una volta scampati ai lager libici e alla caccia che viene loro portata dalle motovedette italiane, pensavano di avere la possibilità di poter creare un futuro per loro e le loro famiglie, semplicemente lavorando duro nei cantieri, ma che invece trovano ad aspettarli proprio quella morte a cui pensavano di essere sfuggiti.

E mentre tutto scorre uguale ecco che al danno si aggiunge la beffa, parliamo della nuova la nuova campagna sulla sicurezza del governo Berlusconi che recita: «Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene» , che scarica sul lavoratore le colpe della mancata applicazione delle norme di sicurezza sul posto di lavoro, facendo finta di dimenticare che sono poche le possibilità di ribellarsi a condizioni sempre più precarie in tema di sicurezza.


Gennaro Varriale

Responsabile politiche sociali e del lavoro

Circolo "Enzo Simeone"

Partito della Rifondazione Comunista Formia


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