E' proprio vero che la grandezza di un'artista è data dalla capacità di essere sensibile nei confronti delle vittime di ingiustizie. Una dote che ha dimostrato di avere il maestro Piovani, quando alla fine del suo straordinario concerto di Sabato 18 Settembre, ricordando il mondo dei precari, ha augurato a Dora, di ritornare presto al lavoro. Una nostra delegazione lo aveva informato, a pochi minuti dall'inizio del concerto, della situazione che stavivendo la sig.ra Dora, inspiegabilmente licenziata dopo 16 anni di lavoro, sempre svolto in maniera esemplare. Ci aveva sorpreso prendendo subito le sue difese, addirittura rincarando la dose, ricordando il dramma che vivono i tanti precari, che vedono continuamente messo in discussione il proprio futuro, a causa di contratti a tempo determinato, che impediscono di progettare la propria vita in tutta tranquillità. Ci sarebbe piaciuto che la stessa sensibilità l'avesse dimostrata l'assessore La Mura. Invece di prendere le difese della società che gestisce il trasporto pubblico scolastico, avrebbe fatto bene ad ascoltare le ragioni della dipendente, per poi attivarsi a sua tutela, così come dovrebbe un'amministrazione comunale degna di tale nome, ma evidentemente la sig.ra Dora non ha nessun santo in paradiso a cui rivolgersi. Sfortunatamente per l'assessore La Mura, il caso non è caduto nel dimenticatoio, in quanto la sig.ra Dora non si è data per vinta, non accettando di vedere i propri diritti calpestati dal primo venuto, tanto da ricorrere contro il licenziamento e ribadire che il lavoro è sinonimo di dignità. Chiediamo alla controparte di tornare sui propri passi e che quindi la dipendente venga reintegrata, altrimenti sarà costretto a farlo dopo una sentenza emessa da un giudice, perché siamo sicuri che nelle aule del tribunale la sig.ra Dora saprà far valere le proprie ragioni. Purtroppo questo non è un caso isolato, nella nostra città tanti sono i dipendenti privi di qualsiasi tutela, tanto da essere costretti spesso ad accettare i capricci dei padroni, ricevendo in cambio di condizioni ed orari impossibili, stipendi da fame ed una lettera di licenziamento quando si viene considerati inutili. Non possiamo che condannare una logica del genere, che vede nello sfruttamento dei lavoratori il minimo comune denominatore di aziende, sempre pronte a speculare sulla pelle di chi ha nel proprio lavoro, l'unica fonte di reddito. Concludiamo ringraziando il maestro Piovani dell'attenzione che ha voluto riservare alla sig.ra Dora.
Gennaro Varriale |