LA ricordiamo in campagna elettorale impegnata a promettere, a destra e a manca, una regione più vicina ai bisogni dei cittadini, tanto brava e capace da convincere gli elettori a darle fiducia. Memori di tali parole ci saremmo aspettati una nuova Giovanna D'arco, pronta a sfidare le fiamme dell'inferno, pur di impedire i tagli decisi dal governo Berlusconi ed invece si è dimostrata per quello che è: una «NOVELLA ATTILA», capace in pochi mesi di piegarsi alla ferocia dell'ennesima finanziaria lacrime e sangue, che in nome di un falso rigore finanziario impone una drastica riduzione dei trasferimenti agli enti locali, con in particolare un vero e proprio salasso nei settori della sanità e dei trasporti. Avrebbe potuto mettere sul piatto i tanti privilegi che i consiglieri regionali hanno e che tradotti in soldoni sono tantissimi ma evidentemente come per il suo predecessore vale il vizio antico come il mondo, che è quello di far pagare agli ultimi i disastri di clientele e sprechi, prodotti dalla politica. I dati sono eloquenti, si parla di miliardi di euro che verranno a mancare sia per il settore della sanità che per quello dei trasporti. In entrambi i casi siamo veramente in presenza di un vero e proprio colpo al cuore, per due settori già ridotti allo stremo, dopo la cura Marrazzo. Partiamo da un dato che dovrebbe far riflettere : «Nel sud di Italia una famiglia su 5 non ha i soldi per andare dal medico» (fonte: il rapporto sull'economia del Mezzogiorno 2010 pubblicato dalla Svimez , l'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno ). Da qui sarebbe dovuto partire un discorso serio di riqualificazione della spesa sanitaria, aumentando e non diminuendo le risorse ed invece la sanità è purtroppo la prima vittima di questo taglio indiscriminato: le motivazioni che giustificano la riduzione ai minimi termine dell'offerta pubblica è che bisogna tagliare posti letto e servizi, per rientrare dal pesantissimo deficit prodotto negli ultimi anni. Ed infatti in questi giorni si sta parlando tanto di riorganizzazione del servizio sanitario, ma purtroppo dietro questa parolina magica si nascondono aumenti dei ticket e dei contributi regionali e comunali, il tutto con l'aggiunta di una forte riduzione delle prestazioni. I trasporti non sono in condizioni migliori, vista la situazione attuale, che vede centinaia di migliaia di pendolati utilizzare mezzi di trasporto che dire fatiscenti è dire poco, per non parlare della frequenza delle corse, che è stata ridotta negli ultimi anni, in maniera tale da creare grossissimi disagi a chi purtroppo è costretto a viaggiare utilizzando i mezzi pubblici (treni e autobus), in genere studenti e lavoratori. Per capire le sofferenze a cui vanno incontro i viaggiatori, basterebbe prendere un regionale qualsiasi, in cui molto spesso sono presenti carrozze senza area condizionata, ma evidentemente i nostri politici viaggiano nelle auto blu, lontanissimi dai disagi dei cittadini comuni e ascoltano le lamentele dei cittadini solo durante le campagne elettorali ( vero figlio del sindaco Forte?). E mentre si tagliano i finanziamenti al trasporto pubblico, con gravi ripercussioni anche ambientali e di sicurezza, settori che a chiacchiere sono di importanza vitale per l'attuale giunta Polverini, da Roma ci giunge notizia che è stato dato il via alla realizzazione della «Super Pontina», che a detta dei proponenti, e qui siamo già al governo istituzionale, visto che trova d'accordo anche il PD, saprà risolvere i problemi di viabilità della nostra provincia. Il costo dell'opera è stimato in circa 2 miliardi di euro, finanziata per il 40% da fondi pubblici e per il restante 60% a carico del privato, che potranno rientrare dall'investimento con i proventi dei pedaggi. Un opera che oltre ad essere inutile, perché non migliorerà certo la vita dei tanti viaggiatori che la mattina si mettono in marcia, avrà un impatto devastante per l'ambiente, senza dimenticare che sicuramente saprà destare gli appetiti della criminalità organizzata.
Roberta Trombetti, |