..............Il Piano casa della giunta Polverini è un grave errore .................

L'interpretazione che viene data dai più circa l'ipotesi che il piano Casa votata dalla giunta Polverini possa diventare un volano per la nostra economia non sta in piede per nulla, perché se da un lato porterà ad un marginale aumento dei posti di lavori nell'edilizia, 2mila per i diretti e mille per gli indiretti (stime Ance Lazio), dall'altro significherà assestare un duro colpo a ciò che rimane dell'immenso patrimonio ambientale di cui la nostra provincia è ricca.

E' da anni che il ricatto occupazionale è lo strumento utilizzato per far passare leggi che devastano il territorio, ci privano della possibilità di sottrarlo alle mire espansionistiche degli speculatori. E proprio in un settore dove il lavoro nero la fa da padrone e in molti consigli comunali, il nostro non è esente, vi sono professionisti affermati che dal cemento traggono notevoli profitti personali.

Ed invece noi siamo alla presenza di un unicum che nessuno ha mai voluto valorizzare ed è per questo che ci trova agli ultimi posti per quanto riguarda la qualità della vita. In particolare lo sviluppo disordinato dalla nostra città l'ha di fatto trasformata in una pattumiera nella quale vengono gettati in maniera disordinata milioni di metri cubi di cemento. Ed invece sarebbe proprio il caso di offrire ai cittadini uno sviluppo diverso, il più possibile ordinato, con il quale rispondere ai veri bisogni dei cittadini, e quindi una città a misura d'uomo, dove vi sia una maggior cura non tanto per gli egoismi dei singoli, ma per la valorizzazione dei luoghi dove è possibile far crescere il senso di comunità.

E' necessario rispondere a questo desolante panorama con esperienze di movimento che proprio da questa contraddizione devono trarre alimento e sviluppare proposte da proporre all'opinione pubblica, evidenziando il più possibile quelle che sono le contraddizioni di uno sviluppo che danneggia più che aiutare. Edifici pubblici devono essere lasciati nel loro attuale stato di abbandono oppure possono trasformarsi in un spazi di cultura indipendente? Sorgerà nuova edilizia oppure va riutilizzata quella abbandonata ?

Continueranno i programmi per le grandi opere o la spesa pubblica si riverserà sulla manutenzione della città? Una politica di salvaguardia dei beni comuni o la svendita completa del patrimonio pubblico? Peccato che l'attuale classe politica avverta come un impaccio questa domanda di democrazia diretta e risponde in senso opposto, immaginando di semplificare la funzione pubblica, tagliando e riducendo, privatizzando e commercializzando tutto ciò che è pubblico. Al punto da ripristinare una logica di comando che si sottrae a ogni passaggio democratico le scelte che si compiono all'interno del palazzo comunale. E' sicuramente un lavoro che costa tempo e fatica, ma prezioso soprattutto quando ci sarebbe molto da fare, pensiamo alla messa in sicurezza del territorio. Se qualcuno prova a dare un'occhiata alla cartografia delle aree sottoposte a tutela per pericolo d'inondazione, di frana e aree d'attenzione presenti nel comune di Formia e pubblicata sul sito del consorzio industriale del sud pontino, di cui è presidente il consigliere comunale Salvatore Forte, noterà che tutta la zona collinare che domina Formia è a rischio frana, in particolare Monte Pagnano, Monte di Mola e la zona delle Fosse.

In particolare proprio quest'ultima è a nostro avviso in uno stato di pericolosità estrema. Da un nostro sopralluogo abbiamo infatti notato che la via sciarra che l'attraversa dall'alto è lesionata, il rischio è che una pioggia abbondante possa causarne un suo scivolamento verso il basso, con esiti disastrosi ; dal lato esterno, cioè della cava che da anni la domina, non vi è nessuna protezione, come ad esempio un guardarail che eviti pericolose cadute; sempre dal lato esterno ci sembra che la sommità della collina non sia sufficientemente sicura. Dal lato interno invece qualcuno ha alzato un terrapieno, per nascondere probabilmente dei lavori fatti illecitamente, infatti guardando bene vi è una pala meccanica il cui braccio meccanico si nota a mala pena. Insomma ci sarebbero tutte le condizioni per intervenire per la sua messa in sicurezza.

Ed invece di tutto questo l'assessore Assaiante impegna il suo tempo a celebrare le lodi di un piano francamente inutile, perché non aggredisce i veri problemi della nostra città, ma anzi amplifica le debolezze di un territorio alla mercé degli interessi di pochi.

 

Gennaro Varriale

segretario del circolo "ENZO SIMEONE"

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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