non disponibile

Il numero 21 raccoglie i comunicati stampa dell'Agosto del 2015. Nel primo articolo abbiamo denunciato lo strano caso delle case popolari di Penitro (lotto 11°), che ad appena sei anni dalla loro realizzazione hanno bisogno di interventi di recupero, di manutenzione e di messa in sicurezza. Costo dell'operazione: 413.165,52 euro. Nel secondo articolo abbiamo chiesto al futuro assessore al bilancio del comune di Formia se le scuole religiose di Formia pagano la tassa sugli immobili oppure no? Siamo ancora in attesa di una risposta. Nel terzo articolo abbiamo annunciato la nostra adesione all'iniziativa dei comitati civici di Formia, che hanno deciso di dare un benvenuto colorito al presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti. Nel quarto articolo abbiamo approfittato, dell'annuncio del consigliere regionale Ernico Forte circa lo stanziamento di 160 milioni di euro per la realizzazione della Pedemontana di Formia, per denunciare il gioco sporco dei politici locali che attraverso gli annunci prende in giro i cittadini di Formia. Nel quinto articolo, dopo aver appreso che la regione Lazio ha autorizzato la Cooperativa La Marea di Procida (NA) a realizzare un impianto di allevamento di mitili davanti a Monte D’Oro di Scauri, abbiamo chiesto l'abolizione dell'area sensibile del golfo di Gaeta. Nel sesto articolo abbiamo denunciato il fatto che il comune di Formia continua ad essere una depandace di Acqualina, tanto da non aver voluto discutere l'approvazione della delibera di iniziativa popolare contro il distacco dei contatori dell'acqua. Nel settimo articolo abbiamo sottolineato la presenza di una discarica di rifiuti all'interno del parco di Gianola. Nell'ottavo articolo abbiamo denunciato come l’iniziativa “Garanzia Giovani” sia l’ennesima fregatura escogitata ai danni dei lavoratori da parte della classe politica che governa da decenni questo paese. Nel nono articolo abbiamo denunciato come nonostante i servizi manutentivi comunali siano stati appaltati alla COFELY ITALIA S.P.A., il comune di Formia continui a spenderne altri, affidandosi ad altre società per lavori di manutenzione ordinaria (e straordinaria).

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Le bugie di Enrico Forte sono un offesa ai tirocinanti

27 Agosto 2015

Il consigliere regionale del PD, Enrico Forte, ancora una volta parla senza sapere quello che dice o forse parla per provare a nascondere le pesantissime responsabilità che ha il suo partito nella gestione del progetto “Garanzia Giovani”.

Una vera e propria truffa alimentata dal PD e i suoi vassalli ai danni del giovani che pur di lavorare si sono accontentati di un tirocinio presso un’azienda, in cambio di un misero stipendio.

Di questo ci siamo già occupati, ma su cui ritorniamo volentieri per confermare le nostre accuse e continuare a denunciare il malfatto.

Veniamo ai fatti che inchiodano il partito in cui milita il consigliere Enrico Forte.

Il progetto “Garanza Giovani” , finanziato dall’Unione Europea con ben 1,5 miliardi di euro, è rivolto ai giovani tra i 15 e i 29 anni, proponendo loro un’offerta di lavoro “qualitativamente valida” entro quattro mesi dalla presa in carico.

Il progetto puntava a valorizzare le esperienze fatte, gli studi e, nel caso in cui gli studi non era stati completati, di formarsi per proseguirli.

È affidatava alle Regioni che hanno predisposto dei piani attuativi specifici. I giovani che intendevano usufruirne si dovevano rivolgere ai Centri per l’Impiego a livello provinciale dove avrebbero dovuto ricevere “l’accoglienza”, usufruendo inoltre di un primo “orientamento”.

I Centri per l’Impiego si sarebbero dovuti incaricare di far conoscere ai giovani il funzionamento del progetto “Garanzia Giovani”, per poi proporre loro un percorso di inserimento personalizzato nel mondo del lavoro.

In realtà non un proprio e vero lavoro, ma un’occasione per impararne uno.

Un modo per dire “fatica e ringraziaci dell’opportunità che ti diamo di farti sfruttare”.

Inizialmente era previsto per il giovane assunto un’indennità mensile di 400 euro, poi aumentata a 500 euro.

Nella regione Lazio sono stati attivati – a quanto ci risulta – 6mila e 500 tirocini.

Ovviamente ad arricchirsi non sono stati i lavoratori (chi vuoi che si arricchisca con 500 euro mensili), ma le società accreditate, gli enti di formazione o agenzie per il lavoro, ognuno dei quali ha avuto la possibilità di guadagnare, a diverso titolo, sulla pelle di ogni tirocinante.

Ci sono state inoltre molte polemiche sui ritardi con il quale vengono pagati i tirocinanti.

Nonostante questo il consigliere Enrico Forte ha il coraggio di affermare che non è vero che la liquidazione dell’indennità, che vengono liquidate con cadenza bimestrale, sono ferme ad aprile, ma che anzi tutto procede per il meglio.

Peccato che proprio noi conosciamo casi di tirocinanti che sono al lavoro da sei mesi e non hanno visto il becco di un quattrino, dovendo addirittura anticipare i soldi per fare fronte alle spese quotidiane, come il semplice arrivo sul luogo di lavoro.

E non crediamo che le nuove regole per l’erogazione dell’indennità porteranno miglioramenti per i tirocinanti.

Probabilmente il consigliere Enrico Forte è l’ennesimo politico che vive sulla luna e che parla di una realtà che non esiste, nella quale probabilmente gli unici lavoratori privilegiati rimasti sono i parenti e gli amici della casta fatta da politici, intrallazzatori vari e amici degli amici.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Lo smantellamento del camino della centrale del Garigliano avviene nel silenzio delle istituzioni locali

25 Agosto 2015

Leggendo un articolo pubblicato sul sito della Sogin (www.sogin.it) siamo venuti a conoscenza del fatto che “nel marzo 2014 sono iniziate le attività che porteranno alla demolizione del camino della centrale, alto 95 metri. I lavori si svolgeranno in quattro fasi. Nella prima si realizzerà un mock up del camino alto 12 metri che permette di collaudare i sistemi e i macchinari che saranno impiegati nella decontaminazione e demolizione del camino e di formare il personale. Verranno quindi svolti lavori di consolidamento della struttura per garantire che tutte le attività si svolgano nella massima sicurezza. La terza fase riguarderà invece la decontaminazione, tramite scarifica, delle pareti interne e lo smantellamento della struttura. I lavori di scarifica saranno svolti da un robot di tecnologia italiana, appositamente progettato e costruito, che sarà movimentato in remoto dall’esterno. Al termine, nello stesso punto sarà realizzato il nuovo camino alto 34 metri. Un’altezza quasi tre volte inferiore a quella dell’attuale, sufficiente per lo scarico degli effluenti aeriformi necessari per le prossime attività di decommissioning. Il progetto e la tecnologia che sarà adottata garantisce che non vi sarà alcun impatto sull’ambiente. I lavori termineranno entro il febbraio del 2016”.

“Tutto va ben, madama la marchesa” allora? Secondo noi no purtroppo.

Ci spiace ancora una volta dover essere gli unici a prendere una posizione critica sulle modalità con le quali sta procedendo l’operazione si smantellamento del camino, ma il fatto che avvenga tutto in gran segreto non ci consente di esimerci dal farlo.

Quali siano i criteri di sicurezza adottati rimane un mistero, così come non è noto le condizioni di lavoro nelle quali opera il personale che si sta adoperando per l’operazione di smantellamento.

A nostro avviso ancora più grave è che è assente (forse perché non è stato ritenuti stirarlo) un piano di evacuazione nel caso in cui durante il processo di smantellamento del camino capitino degli inconveniente tali da mettere a rischio la salute delle persone che abitano nei dintorni della centrale nucleare del Garigliano, che seppur dismessa rimane comunque un pericolo (lo sanno anche le pietre).

D’altronde è proprio la storia della centrale nucleare che dovrebbe essere per noi cittadini fonte di inquietudine.

Lo raccontava bene l’avvocato Tibaldi quando parlava di strani incidenti avvenuti all’interno della centrale e della conseguenza di questi sulla salute delle persone.

L’obbiettivo dichiarato della Sogin è lo smantellamento totale degli impianti nucleari, nel rispetto dei criteri di massima sicurezza, e di sensibilizzare sul tema della gestione dei rifiuti radioattivi, dal loro stoccaggio nei depositi temporanei alla sistemazione definitiva nel deposito nazionale.

C’è da fidarsi?

Conoscendo i tanti misteri che circondano la gestione del nucleare italiano consigliamo agli amministratori locali, sempre pronti a soddisfare il padrone di turno, a tenere dritte le orecchie e soprattutto a chiedere i chiarimenti di cui sopra.

La salute dei cittadini del Golfo vale molto di più dei soldi del ristoro che sono assegnati dalla Legge 368/2003 – Deliberazione 61/2011 agli enti enti locali (comuni, province) per compensare i disagi derivanti dall’effettiva esecuzione delle attività per la messa in sicurezza e lo smantellamento degli impianti dismessi e per lo stoccaggio dei rifiuti.

Le somme disponibili per la nostra provincia di Latina ammontano a 3,2 milioni di euro.

E’ un peccato che solo pochi privilegiati sappiano che fine abbiano fatto, così come è difficile sapere se sono stati usati veramente per le motivazioni previste dalla legge.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

I veri proprietari dell’ospedale di Formia non sono i cittadini ma i privati

20 Agosto 2015

Con legge regionale n.16/2001 la Regione Lazio ha promosso la costituzione di una società a prevalente capitale regionale denominata SAN.IM S.p.a., quale strumento per immettere liquidità nel sistema delle aziende e risanare parte del deficit accumulato nella gestione sanitaria.

La SAN.IM S.p.a. ha acquistato dalle ASL 56 ospedali dislocati su tutto il territorio laziale (valore dell’operazione 1,949 miliardi di euro) e poi li ha affittati alle ASL che li avevano venduti, con la clausola che le ASL possono riacquistare le strutture al termine del contratto di affitto.

Amministratore Unico della SAN.IM S.p.a. è SABBADINI ANDREA, dirigente dell’area TRIBUTI, FINANZA E FEDERALISMO della regione Lazio.

I crediti della SAN.IM S.p.a. sui futuri affitti sono stati ceduti alla CARTESIO s.r.l., che ha sede ufficiale a Milano.

Apprendiamo dalla lettura di un blog, curato dall’associazione “Estremo Centro Lazio”, che quest’ultima è in realtà una società “Veicolo” (cioè che serve solo a quella operazione) ed ha un capitale sociale di 10 mila euro, il minimo previsto dalla legge, ed è controllata da una fondazione olandese, cioè residente dove le fondazioni non pagano le tasse ed amministrata da un cittadino inglese, cioè da un “tecnico” esperto in finanza creativa. I crediti, acquisiti da questa società “Veicolo” sono stati poi venduti sui mercati internazionali sotto forma di obbligazioni. Infine i soldi incassati da quest’ultima vendita (circa 1.2 miliardi di euro) sono stati poi “girati” alla regione Lazio, che ha cosi ottenuto liquidità con la quale ha tamponato una parte dei debiti pregressi nel settore della sanità.

Le obbligazioni emesse sono poi garantite dai canoni di locazione degli ospedali. Chi paga i canoni di affitto? La Regione Lazio, ovviamente.

Nell’aprile 2005 l’allora sindaco Bartolomeo ci raccontò, in una conferenza indetta per l’occasione, che l’amministrazione comunale di Formia era fortemente motivata a costruire l’Ospedale del Golfo (noto anche come Policlinico del Golfo) e che lo stesso sarebbe stato a disposizione di tutta l’area del Sud Pontino con una struttura all’avanguardia.

Addirittura veniva presentato il progetto dall’allora direttore generale dell’ASL.

Un ospedale immerso nel verde, tra alberi di ulivo, diviso in due blocchi uno ad alta tecnologia (sale operatorie), l’altro destinato alla degenza in una struttura di vero e proprio albergo. Quattro edifici su cinque livelli tutti collegati tra loro con scale mobili e tapis-roulant. Per ingresso una hall come per gli alberghi, bar, rivendite di giornali, shopping center, auditorium, teatro, asilo nido per il personale, ampio parcheggio per il personale e per i visitatori.

Lo stesso Bartolomeo ammise l’insufficienza di soldi pubblici e la necessità di realizzare l’opera procedendo ad una operazione di project financing, cioè i privati ci avrebbero messo i soldi e poi il pubblico avrebbe pagato un affitto, fino a quando i privati non sarebbero stati rimborsati del capitale investito e degli utili (avremmo pagato uno sproposito insomma).

Nella stessa conferenza stampa si lamentò del fatto che l’allora direzione dell’ASL non aveva neanche speso il 12 milioni di lire assegnati per la messa a norma all’ospedale di Formia dalla Giunta Badaloni, per cui esso non era (e forse non è a tutt’oggi) ancora pienamente in regola con le norme vigenti la sicurezza.

Dall’allora nulla sappiano circa la proprietà effettiva dell’ospedale “Dono Svizzero”, quanto è costato alla collettività l’affitto dell’ospedale, se lo stesso è a norma, se e quando verrà realizzato l’Ospedale del Golfo (cosa che noi ovviamente ci auguriamo non avvenga mai).

Sappiamo solo che i mille rattoppi che negli anni sono stati effettuati (struttura, personale, macchinari) sono ancora insufficienti a garantire una sanità all’altezza della situazioni.

Non bastano gli annunci, le favolette raccontate a mezza voce, ci vogliono i fatti e purtroppo sono ancora pochi e per lo più vanno in senso opposto a quanto da noi auspicato.

Infatti la sanità in questi anni ha subito tantissimi tagli (la scusa era la riduzione degli sprechi). La manovra economica 2015 (del governo Renzi) ha imposto tagli pari a 1.33 miliardi di euro, ma ne sono previsti molti di più negli anni successivi a questo. Tra poco avremo quello che sognano i partiti ultraliberisti come PD, Forza Italia, UDC, Scelta Civica, NCD, cioè una sanità solo per i ricchi, gli unici a potersela pagare, mentre i poveri saranno costretti a farne a meno.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Le opere pubbliche a Formia un pozzo senza fondo, dove si trova di tutto e di più

17 Agosto 2015

Probabilmente è l’opera pubblica che rimarrà nella storia per essere stata l’esempio maggiore di inefficienza e sperpero. E’ lo stadio di calcio Maranola, opera che nonostante sia già in uso per gli allenamenti e per la disputa di partite amichevoli, è ancora in via di completamento.

Infatti il commissariato di polizia di Formia, nell’ambito dei lavori della Commissione di Pubblico spettacolo per il collaudo ai sensi dell’art. 80 TULPS. ha prescritto ulteriori lavori, tra i quali il completamento delle recinzioni della tribuna ospiti e lungo la Via Furino. Il costo previsto degli interventi è di 69mila euro, soldi che graveranno tutti sul bilancio del comune di Formia (DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 202 DEL 11 AGOSTO 2015).

Eppure le cose non doveva andare così.

Infatti con deliberazione di Consiglio Comunale n° 53 del 31.05.2006 si stabiliva l’acquisto dell’area dello Stadio Comunale “N. Perrone” in località S. Pietro, da parte del C.O.N.I. in cambio della realizzazione, da parte di quest’ultimo, di opere di pari importo su altri campi sportivi comunali quali quello esistente sull’area dell’ex ENAOLI e nella frazione di Maranola.

In particolare si decideva che a Maranola sarebbe dovuto sorgere il nuovo stadio comunale, che avrebbe dovuto sostituire il vecchio “N. Perrone”.

Peccato che sono passati ben 9 anni, con tre amministrazioni che si sono alternate una all’altra, ma ancora niente. Nulla di quanto promesso è stato mantenuto, tant’è che per le partite ufficiali viene usato ancora il vecchio “N. Perrone”.

Ma non finisce qui, perché il saccheggio della casse comunali continua.

Infatti leggendo la deliberazione di giunta comunale n.192 del 31 Luglio 2015 apprendiamo che, a seguito di verifiche effettuate, sono stati rivelati dei difetti nella costruzione della Scuola Primaria “Giovanni Bosco” di Penitro, tali da incidere sulla funzionalità dell’edificio, deputata ad ospitare bambini.

A seguito di un ricorso presso il tribunale di Gaeta si è giunti ad un accordo tra le parti. Tale accordo prevede che i costi per la messa in sicurezza della scuola verranno così suddivisi: € 15.138,14 a carico dell’amministrazione comunale (per opere che seppur necessarie non erano state previste, quindi non realizzate); € 29.470,98 a carico dell’impresa appaltante; € 10.165,03 a carico del professionista.

Speriamo che di questo almeno si sia tenuto conto nella scheda di valutazione dei dirigenti, con la quale vengono stabiliti i bonus e su cui a breve ritorneremo.

Alla fine sarà difficile anche fare il conto dei tanti soldi spesi, per appagare le manie di grandezza di una classe politica, sempre più miope e apportunista.

Insomma ancora una volta le opere pubbliche nella nostra città si dimostrano un pozzo senza fondo, con il quale sperpera soldi pubblici, senza nemmeno che qualcuno venga chiamato a pagare.

In tutto questo mercimonio non sappiamo nemmeno quanti posti di lavoro sono stati creati.

Sarebbe infatti utile conoscere le ricadute occupazionali degli oltre 6milioni euro concessi dalla regione Lazio al Comune di Formia di per l’attuazione del P.L.U.S. “Appia via del Mare”, per la rigenerazione delle funzioni economiche, sociali e ambientali delle aree urbane”.

Eppure la nostra città conta, al 31 marzo 2015, 4419 disoccupati e 2111 inoccupati, a fronte di una popolazione attiva, nel 2014, di 24992 persone (età 15-64 anni).

Milioni di euro investiti in opere pubbliche che invece sarebbero potuti essere spesi per creare un fondo di sostegno a chi è senza lavoro , ma ovviamente questo è un capitolo che pare interessi solo a noi e pochi altri.

D’altronde la politica ha architettato vere e proprie truffe nei confronti dei lavoratori. Ricordiamo solo l’ultimo dei tanti casi e cioè l’iniziativa “Garanzia Giovani” che avrebbe dovuto avvicinare i giovani al mondo dei lavoro e che invece li vede ancora senza stipendio, vista la disorganizzazione che c’è negli uffici della regione Lazio. Non proprio un bel modo di aiutare i giovani a trovare un lavoro.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Dalla strada utile alla ennesima inutile ristrutturazione di una piazza

13 Agosto 2015

Dopo i recenti annunci dalla Pisana in materia di strade, circa 160 milioni di euro che il Governo ha messo sul piatto per la Pedemontana di Formia, vogliamo ritornare a parlare di un opera ben più contenuta per lunghezza e costi, il cui stato di avanzamento da la cifra di quanto valgono i nostri governi e di quante possibilità hanno i nostri figli di percorrere le nuove strade.

Il “NODO DI SCAMBIO E COLLEGAMENTO SS 7/BIS – VIA SOLARO – STAZIONE FF.SS. DI FORMIA” è un tratto di strada di 526 metri, di cui 180 m su viadotto, che collega la stazione (piazza IV novembre) con via Solaro, nonché con la SS7/bis attraverso via Madonna di Ponza. Un’opera utilissima alla mobilità della città, la cui apertura avrebbe l’effetto di raddoppiare l’accesso alla stazione e dimezzare le auto costrette a percorrere via XXIV Maggio. Una manna per ambiente, automobilisti e pendolari, tale da far rivedere le scelte sul collegamento bus Formia – Gaeta.

Il nodo aveva un valore stimato di € 2.830.000,00 già garantito con finanziamento concesso da Regione Lazio (delibera di G.R. n. 561 del 05/09/2006) e finanziamento da fondi del PRUSST denominato “Area del Golfo di Gaeta e Monti Aurunci” per € 1.330.000,00 circa, concesso da Ministero LL. PP. La campagna geologica geotecnica sembra sia avvenuta nel marzo 2007. Nel Maggio 2010, sono scaduti i termini per la presentazione di offerte per i servizi di ingegneria per un valore complessivo di € 387.578 euro. Ma da allora il progetto infrastrutturale è stato diviso in due lotti uno relativo alla strada ed uno alla piazza della stazione. Il primo messo su un binario morto, il secondo è andato a sbattere nella riqualificazione di piazza IV Novembre con tutti i disagi e sollevazioni che ha provocato.

Nel 2011 la Giunta Forte con delibera di G.C. 436 del 20.12.2011 approvava il progetto definitivo esecutivo I° stralcio dell’0pera di “REALIZZAZIONE NODO DI SCAMBIO E COLLEGAMENTO SS.7 BIS – STAZIONE FF.SS. DI FORMIA – 2° LOTTO – I° STRALCIO per la spesa complessiva di € 1.322.603,00 IVA. Il primo stralcio, doveva favorire “un collegamento intermodale (sic!) mediante l’introduzione di sistemi di trasporto quali il People Mover, parcheggi di scambio tra la Stazione FS, la SS 7 bis e il nuovo porto. Una connessione funzionale e diretta tra l’asse Piazza 4 Novembre e la marina. Mentre con il secondo stralcio si sarebbe realizzata la gradinata che affaccia sulla marina e la scala mobile tra il piazzale della stazione e Via Miele, con un percorso pedonale meccanizzato fino al nuovo porto, vicino l’area archeologica dell’anfiteatro romano.

Parole senza senso visto che People Mover e scale mobili sono rimasti nella fantasia dei politicanti, mentre i reali effetti di quello che doveva essere il nuovo collegamento intermodale sono sotto gli occhi di tutti. Di certo è stata privilegiata la pedonalità visto che chi intende accostarsi alla stazione in altro modo è fortemente sconsigliato pena ingorghi e ritardi. Per il vergognoso disastro e disservizio che ci hanno causato tra servizi di progettazione e lavori sono stati spesi circa un milione di EURO (noi ne abbiamo contati almeno € 968.819,36), un terzo di quanto valeva quella strada che deve correre al fianco della ferrovia, per ottenere il niente.

Ora, se buona parte dei soldi di una strada da tre milioni di euro sono finiti in un inutile restyling. Quante possibilità ci sono che le centinaia di milioni di euro della pedemontana siano buttati in inutili opere a latere? Se chi governa vuol essere credibile, prima di inutili proclami, deve dimostrare di essere capace di realizzare un opera da tre milioni di euro, invece di prenderci in giro con fascinazioni a cui nessuno più crede. Ma per vedere quanta cura si ha dei nostri soldi basta aprire la tavola P_TEC_4 del PRG, per vedere una serie incredibile di errori e refusi, il nome di AmAdeo Bordiga storpiato, ed una serie di copia e incolla tali da far vergognare anche uno studente di architettura. Invece sono le tavole della variante al nostro PRG (pagato profumatamente) a quanto pare pubblicate senza che nessuno si sia curato di rivederle. Noi siamo qui. Poveri noi.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Le accuse dell’ex-assessore Masiello aspettano le risposte del sindaco Bartolomeo

11 Agosto 2015

Il recente intervento, via facebook, dell’ex-assessore all’urbanistica Giuseppe Masiello, esponente di primo piano del partito democratico di Formia, è un condensato di durissime accuse alla prima giunta di centro-destra-sinistra del sindaco e amico di partito Bartolomeo; nonché alla macchina amministrativa impostata per assolvere interessi più personali che collettivi.

Diciamolo subito, il “j’accuse” di Masiello, addirittura un autodenuncia, non sorprende per niente, anzi conferma quanto più volte detto e ridetto sul come l’attuale maggioranza ha conquistato il potere e quali siano i punti su cui si regge: 1) apparato amministrativo, 2) contributi, 3) debiti extrabilancio, 4) gestioni interessi cittadini. Tuttavia il fatto che un’ex assessore aggredisca con tale veemenza il principio di LEGALITA’ e TRASPARENZA non può restare senza risposta, pena, se ancora occorre, la conferma dei gravi fatti denunciati.

ello sfogo dell’ei fu assessore preme sottolineare alcuni gravi fatti di cui attendiamo risposta: 1) la mancata approvazione, contra legem (n°33/13), del regolamento delle associazioni e dei criteri per l’assegnazione dei contributi; quindi l’impiego di “bandi di facciata” che, nell’arco di oltre 2 anni, hanno permesso di dare centinaia di migliaia di euro, anche ad associazioni di dubbia provenienza (di cui il nostro naturalmente tace i nomi) senza sapere se ci sia stata preventiva verifica di bilancio. 2) Il trucco nascosto dietro lo slogan del sindaco “CONSUMO SUOLO ZERO”, dietro cui si nascondono “interventi diciamo edilizi massivi ed insopportabili per la città con addirittura “premi volumetrici” ai privati investitori, a fronte di non si sa quale interesse pubblico”. 3) L’approvazione del bilancio, e la pratica dei debiti extra bilancio, a cui è chiamato a rispondere il segretario locale del PD (della serie quando il pesce puzza dalla capa) 4) La gestione allegra delle opere pubbliche da cui emergono transazioni vantaggiose per imprese che hanno realizzato lavori non a regola d’arte (vedi scuola di Penitro), oppure doppio incarico, impegno di spesa e costi, per il progetto della Cisterna Borbonica.

Per il resto “Nessuna Novità!” L’uso di fondi pubblici per finanziare associazioni ed alimentare la rete di clientele, che premia gli amici degli amici e rende alle elezioni, è un modus operandi noto per le amministrazioni Bartolomeo e Forte. Dunque il caso che la guida politica di due settori, (cultura e urbanistica), e quella tecnica di altri due (urbanistica e lavori pubblici) dopo il rimpasto ed il riordino siano nelle mani del sindaco non è un caso ma la conferma della volontà che il comune è nelle mani di una ristretta oligarchia con cui tutti dovranno trattare caso per caso.

La relazione del 31 marzo 2014 della Dott.sa Lecora, segretaria comunale a Formia fino al 2014, sul controllo di regolarità amministrativa fino al secondo semestre 2013, lo diceva chiaramente che negli «atti controllati, numero 71 sul totale di quelli assunti, numero 702, pari la 10,11%» sono emerse «irregolarità che si possono imputare al mancato rispetto della normativa o ad interpretazioni differenziate delle norme sia sul piano amministrativo che su quello contabile». Oppure di “violazioni riguardanti gli affidamenti, spesso riconosciuti direttamente, pur senza presentare i parametri propri alla legittimazione di un affidamento diretto, appunto. Irregolarità al codice degli appalti, sulle procedure aperte, ma anche dal punto di vista contabile relativamente agli impegni di spesa riportati in maniera lacunosa o scorretta”, come riferito al tempo dai giornali. Ora un assessore di quella giunta ci dice le possibili ragioni dell’irregolarità di quegli atti.

Ma al peggio non c’è mai fine! Infatti sembra che le pratiche criticate da ex-segretari e ex-assessori continuino a tutt’oggi. O forse no? Ad esempio sarebbe interessante sapere come ha fatto una cooperativa, creata quattro mesi prima, ad aggiudicarsi la gestione di un bene comunale per fini commerciali. Non è il caso che qualcuno dal palazzo interrompa il silenzio di questa calura estiva per spiegare cosa accade? Forse potrebbe aiutarci proprio l’ex-assessore Masiello, che certe dinamiche le conosce dall’interno.

Certo è che quando qualcuno dalla giunta o dalla maggioranza verrà a parlare alla città di Trasparenza, non potrà sfuggire ad una risata di scherno soprattutto da parte di chi invece l’ha sempre reclamata, anche quando non era di moda farlo.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Da Acqualatina al centro per l’impiego di Formia, per Stefanelli c’è sempre un posto libero

7 Agosto 2015

Lo abbiamo conosciuto in qualità di consigliere di amministrazione di Acqualatina, nominato da Michele Forte, in quanto all’UDC, secondo il ben noto manuale Cencelli, spettava di diritto un posto.

Nei tre anni (2006-2007-2008) da consigliere ha portato a casa circa 120mila euro (43mila-36mila-36mila). Poi è stato dimissionato per far posto al suo collega di partito Igor Ruggeri. Però ovviamente Stefanelli non poteva accontentarsi di un semplice impiego di funzionario del settore ambiente della provincia di Latina qual’era (e qual’è) ed allora ecco l’ennesima promozione politca. Infatti Michele Forte lo ha fatto nominare assessore all’ambiente proprio della provincia di Latina presso cui già lavora. Nel 2012 si è candidato a sindaco alle comunali di Minturno, con il sostegno di una lista molto eterogenea, nella quale spiccavano il partito democratico e l’UDC. Nulla ha potuto però nei confronti della macchina da guerra guidata da Paolo Graziano, che infatti diventa sindaco. Stefanelli si è dovuto accontentare del ruolo di consigliere di opposizione, che tuttora occupa.

Poi nel gennaio 2014 è stato dimissionato dal vicepresidente dell’Ente, Salvatore De Monaco, nel frattempo divenuto reggente a causa della sospensione di Armando Cusani (legge Severino), in quanto il suo partito di riferimento, cioè l’UDC, era uscito dalla maggioranza di centro-destra che governa la provincia.

Nell’estate dello stesso anno lo stesso Stefanelli ha aderito al Partito democratico, con l’obbiettivo (parole sue) di “approfittare della filiera (democratica) con la Regione Lazio per cercare di attrarre risorse per futuri progetti”.

Non è passato un anno ed ecco che nuovamente Gerardo Stefanelli è assurto a protagonista delle cronache locali perché è riuscito (mircacolo della politica) a diventare il nuovo responsabile del centro per l’impiego di Formia.

Non sappiamo quali meriti abbia Gerardo Stefanelli per essere riuscito in pochi anni ad occupare tutto questi posti pubblici, ma un fatto è certo e cioè dovrà darsi molto da fare per giustificare il suo stipendio e soprattutto riuscire per l’ennesima volta a farla franca (vedi la mobilità per i dipendenti degli enti provinciali).

D’altronde il centro per l’impiego di Formia, come probabilmente anche gli altri sparsi nel resto della provincia (per un totale di 5), pare un fortino inespugnabile, da cui non trapela nulla.

Il suo compito dovrebbe essere questi: Accoglienza e informazione orientativa; Orientamento e consulenza;Gestione delle procedure amministrative: iscrizioni, avviamenti, liste, elenchi, graduatorie, banche dati, ecc..; Consulenza ed assistenza alle imprese; Incontro domanda/offerta;Promozione di segmenti del mercato del lavoro e sostegno alle fasce deboli.

Non sappiamo in realtà quali di questi compiti vengano svolti e in che modo, visto che non c’è nemmeno un sito internet da poter consultare (alla faccia della digitalizzazione della pubblica amministrazione tante volte annunciata.

Ad esempio da nessuna parte è possibile reperire il dato sulla disoccupazione nella nostra città, così come quella giovanile; qual’è il numero di persone che nell’anno in corso hanno trovato il lavoro; la tipologia lavorativa di assunzione; quali e quanti sono gli interventi per l’occupazione nell’ultimo quinquennio (è solo un esempio); quali e quanti sono i soldi spesi per la formazione e quali i risultati. Oppure alla nostra richiesta verrà apposto il segreto di stato?

E’ sempre più difficile trovare una giustificazione alla colposa sciatteria con la quale viene gestita la cosa pubblica, soprattutto quando vengono pagati sontuosi stipendi.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La postina è in ferie, niente posta

5 Agosto 2015

Sono dieci giorni che la posta in una parte della frazione di gianola non viene consegnata perché la postina che normalmente svolge, con encomiabile impegno, tale compito è in ferie.

Ebbene le poste italiane non hanno ritenuto opportuno sostituirla con un collega, probabilmente a causa del contenimento dei costi, che va tanto di moda negli ultimi anni e che vede i costi dei servizi pubblici schizzare alle stelle (tanto pagano i cittadini), mentre la qualità degli stessi lascia molto a desiderare (tanto oltre al semplice lamento i cittadini non vanno).

D’altronde l’obbiettivo del ministero dell’economia è di portare a conclusione il processo di privatizzazione di Poste Italiane, tante volte annunciato, entro l’anno.

Secondo l’amministratore delegato di Poste Italiane Spa, Francesco Caio, perché Poste Italiane sia appetibile per chi dovrà acquistarla, è necessario puntare su servizi nuovi anche nella logica dell’«inclusione» che, ha spiegato l’ad, «deve rappresentare un obiettivo primario per sostenere le imprese che non riescono da sole a dotarsi degli strumenti per cogliere le opportunità offerte dall’ e-commerce, per accompagnare le famiglie verso soluzioni efficaci di nuovo welfare e di protezione del risparmio, e per coadiuvare la Pa nel processo di eGovernment per la digitalizzazione dei propri servizi e il miglioramento della relazione con il cittadino». Dunque per Caio «è necessario investire oggi su questi fattori di modernizzazione, servizi prioritari che richiedono una profonda trasformazione di Poste Italiane, in primis del settore postale».

Questo significa, in soldoni, che è necessario tagliare i rami secchi, quelli cioè non rendono, e pazienza se a rimetterci è la corrispondenza normale, pazienza se a causa dei ritardi nella consegna un cittadino rischia di non poter pagare le utenze domestica a scadenza naturale, pazienza se chiudono gli uffici postale (in particolare quelli che si trovano nelle frazioni periferiche), pazienza se i lavoratori vengono spremuti come limoni, ricevendo in cambio un salario da fame e abbondanti dosi di precarietà, che di fatto li rende sempre più ricattabili, soprattutto in assenza di un sindacalismo conflittuale (che noi invitiamo immediatamente a creare).

E’ ovviamente solo una coincidenza che questo disservizio capiti a Gianola, probabilmente il quartiere periferico di Formia meno amato dalle amministrazioni comunali che in questi anni si sono succedute al governo della nostra città.

Un quartiere privo di servizi, se si escludono le scuole (infanzia ed elementari) e il parco “De CURTIS”, nonostante le promesse della campagna elettorale. Ma quelle evidentemente erano solo promesse e tali sono rimaste.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Lo scandalo dei regali alla chiesa continua

1 Agosto 2015

L’art. 7 della L.R. (LAZIO) n. 27 del 09.03.1990 stabilisce che: “in ciascun comune l ’8% delle somme riscosse per oneri di urbanizzazione secondaria dovute, senza tener conto degli scomputi che i titolari delle concessioni abbiano eventualmente ottenuto per la esecuzione diretta di opere di urbanizzazione secondaria e per la concessione delle relative aree, è accantonato in apposito fondo destinato alle opere per nuove chiese ed edifici religiosi nonché ad intervento di manutenzione e per ampliamento, ristrutturazione, restauro, dotazione di impianti di chiese esistenti”.

La Curia Diocesana di Gaeta ha comunicato nel periodo 2005-2015 i seguenti beneficiari: Annualità 2005: Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” e “Parrocchia Sacro Cuore di Gesù”; Annualità 2006: Parrocchia “S.S. Lorenzo e Giovanni Battista”; Annualità 2007: Parrocchia “Sacro Cuore di Gesù – loc. Vindicio”; Annualità 2008: Parrocchia “S.S. Lorenzo e Giovanni Battista”; Annualità 2009: Parrocchia “Cuore Eucaristico di Gesù – loc. Penitro”; Annualità 2010: Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”; Annualità 2011: Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”; Annualità 2012: Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”; Annualità 2013: Parrocchia “S.S. Lorenzo e Giovanni Battista; Annualità 2014: Parrocchi “S. Erasmo V.M.”.

Con deliberazione di giunta comunale N. 183 del 22.07.2015 l’attuale amministrazione comunale ha indicato i seguenti impegni a residuo delle somme a disposizione da liquidare: Anno 2009: Parrocchia “Cuore Eucaristico di Gesù – loc. Penitro” (€ 454.84); Anno 2010-2011-2012: Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” (€ 1.076,77; € 1.962,77; € 8.150,45); Anno 2013: Parrocchia “S.S. Lorenzo e Giovanni Battista” (€ 9.372,88); Anno 2014: Parrocchia S. Erasmo V.M. ( €2.529,38).

Un totale di oltre 23mila euro regalati alla Curia Diocesana di Gaeta per ristrutturare beni che in paesi molto più civili del nostro sarebbero tutti a carico di chi li utilizza, che nella totalità dei casi ne è anche proprietario.

Il nostro non è un comunicato tanto per fare rumore ma è l’ennesima occasione che ci permette di continuare a portare avanti la nostra denuncia sui costi occulti che gravano sui cittadini, con questi ultimi che spesso nemmeno sanno di dover pagare.

L’ennesima modalità di voto di scambio che lascia sgomenti chi crede, come noi, nella formula “libera chiesa in libero stato”.

Questa tassa occulta fa il paio con i mancati introiti dovuti all’illegittima esenzione di cui godono le scuole paritarie, molto spesso religiose, nel pagamento della tassa sugli immobili.

D’altronde nessuno ha ancora risposto alla domanda che abbiamo posto qualche giorno fa e cioè: «se le scuole religiose di Formia pagano la tassa sugli immobili oppure no».

Speriamo che lo faccia il neo-assessore al bilancio Treglia.

Concludiamo una riflessione: Con tutti i soldi che i “partiti pro-chiesa” hanno regalato (e continuano) agli enti religiosi e alle associazioni amiche siamo sicuri che si sarebbe potuto (e si potrebbe) finanziare senza problema alcuno il reddito di cittadinanza, con il quale dare non solo una risposta al disagio economico nel quale versano milioni di cittadini e cittadine, ma anche dare una nuova dignità sociale a chi è stato messo ai margini della società, in quanto privo di reddito.

Peccato che invece di lavorare in tal senso si preferisca invece continuare ad alimentare questo sistema clientelare che di fatto ruba ai poveri per dare ai ricchi.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Table of Contents