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Il numero 39 raccoglie i comunicati stampa del Febbraio del 2017. Nel primo articolo abbiamo denunciato la mancata realizzazione del completamento del collegamento tra la stazione ferroviaria, ubicata nel centro cittadino, e la S.S. 7 Bis, ad est del centro abitato. Nel secondo articolo abbiamo pubblicizzato la celebrazione del X Congresso del nostro circolo. Nel terzo articolo abbiamo ricordato l’invasiva presenza di esponenti apicali della camorra nella nostra città. Nel quarto articolo abbiamo commentato la penosa marcia indietro sugli orari dei treni. Nel quinto abbiamo denunciato lo stato di abbandono nel quale versa l’ex-discoteca “Seven up”.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Chi fravaca e sfravaca non perde mai tempo

25 febbraio 2017

Nel Dicembre 2003 l’allora assessore alle opere pubbliche Michelangelo Gargano informò l’opinione pubblica che “L’amministrazione comunale aveva intenzione di realizzare un progetto a carattere generale che avrebbe consentito di snellire il traffico di Via Vitruvio e della Superstrada Formia – Cassino, attraverso un miglior collegamento della zona est con la zona ovest di Formia.

La Via delle Fornaci, che si sarebbe dovuta sviluppare tra la stazione ferroviaria e Via Madonna di Ponza, ne avrebbe rappresentao solo una prima importante tappa”. Allo scopo il comune aveva, con deliberazione di Consiglio Comunale n.338 del 30/9/2002, bandito un concorso nazionale di idee per la realizzazione di “un tratto di strada urbana per il completamento del collegamento tra la stazione ferroviaria, ubicata nel centro cittadino, e la S.S. 7 Bis, ad est del centro abitato”.

La partecipazione al concorso era aperta agli architetti e/o ingegneri cittadini italiani o di un altro paese dell’U.E., regolarmente iscritti agli albi dei rispettivi ordini professionali. Ai tre progetti vincitori sarebbero andati i seguenti premi:1° Premio: Euro 15.000; 2° Premio: Euro 7.500; 3° Premio: Euro 3.000. Il 1° Premio venne vinto assegnato al gruppo di progettazione degli architetti Tommaso Brasiliano, Augusto Cosmai, Andrea Grimaldi, Nicolò Sardo dello “Studioteca Associati” di Roma in collaborazione con gli architetti Romolo Tancredi, Claudio Proietti, Giovanni Tommasetti, e la consulenza del Geologo Umberto Clementi di Roma.

L’allora dirigente Marilena Terreri lodò il progetto con la seguente motivazione:”La soluzione progettuale dei vincitori è stata particolarmente apprezzata” per aver risolto brillantemente il problema del passaggio carrabile nell’area della sorgente Mazzoccolo, proponendo un cavalcavia che per un tratto corre al di sopra della linea ferrata, bypassando così l’area di tutela assoluta della sorgente, con un buon inserimento ambientale ed una buona qualità architettonica”.

Ebbene hanno speso già 25.500euro e non solo nemmeno una pietra è stata posta ma anzi peggio. Il progetto è sparito completamente da qualsiasi elenco dei sogni e ne ci risulta abbia trovato spazio nel piano integrato della mobilità, pomposamente presentato alla cittadinanza come la soluzione ai mali endemici della nostra viabilità.

Eppure insieme alla riqualificazione del “Seven up”, da trasformarsi in un centro congressi nel parco, e “Formiae” con la riqualificazione del tratto di costa antistante il centro urbano, faceva parte del pacchetto “Tre idee per Formia” tanto sbandierato dall’allora sindaco Bartolomeo. Hanno cioè preferito buttare tutto a mare e ripartire da capo, legando il destino della nostra città alla realizzazione della “pedemontana leggera”.

Della serie “Chi fravaca e sfravaca non perde mai tempo”. Se l’attuale classe dirigente avesse messo lo stesso impegno di tempo e di denaro per risolvere i problemi “reali” di noi cittadini, in particolare delle classi meno abbienti, ci saremmo trovati sicuramente a vivere in una città migliore di quella che è attualmente.

D’altronde abbiamo assistito sgomenti alle scorse elezioni comunali, dove nemici di un tempo si sono trovati – fianco a fianco – a sostenere una coalizione che ha promesso molto e mantenuto poco. La stessa variante al Piano Regolatore Generale (P.R.G.), disegnata dall’architetto Purini, è chiusa in cassetto e teniamo che lo rimarrà ancora per molto, spuntando solo in occasione delle prossime elezioni comunali, quando – immaginiamo – la propaganda la farà ritornare, insiema al porto “Marina di Castellone”, un’altro argomento buono da utilizzare al momento di raccattare voti. Di questo e altro racconteremo nei prossimi mesi.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il Circolo “ENZO SIMEONE” del partito della Rifondazione Comunista va a congresso

18 febbraio 2017

Domenica 19 Febbraio 2017 – ore 18.00 – si terrà – presso la sezione di Via Maiorino 31 (Formia) – il X Congresso del circolo “ENZO SIMEONE” del partito della Rifondazione Comunista.

I nodi centrali del dibattito politico si confrontano su due documenti. Alla proposta dell’attuale maggioranza del segretario uscente Paolo Ferrero fa da contraltare il documento “Rivoluzione e Rifondazione”.

Entrambi i documenti sostengono la necessità e l’attualità del partito comunista nella società, soprattutto ora che il modello capitalistico ha fallito nella sua promessa di ricchezza e benessere per tutti.

Il primo documento propone «una linea politica che permetta la convivenza tra il rilancio di Rifondazione Comunista come soggetto non solo istituzionale ma anche di movimento all’interno dei diversi processi di produzione del conflitto sociale e la costruzione di un quarto polo della sinistra di alternativa: una sinistra antiliberista, dai chiari contorni, differente dai tentativi che oggi vengono avanti circa la riproposizione di un impossibile centrosinistra, dove l’alternativa sia complessiva: tanto nei confronti ovviamente delle destre “tradizionali” quanto nei confronti delle nuove destre populiste e in quelle più marcatamente economiche rappresentate dal PD di Renzi».

Il documento “Rivoluzione e Rifondazione” propone invece «una critica al percorso sino a qui intrapreso da Rifondazione Comunista nella ricerca di un dialogo e di una forma di alleanze impostate su “cartelli elettorali” che hanno fatto registrare nel tempo sconfitte che hanno condotto il Partito ad una marginalità politica da cui si può uscire, sostengono i firmatari del secondo documento, solamente attraverso la considerazione principale del terreno di lotta spostato dal quadro istituzionale a quello di movimento. Una posizione, quindi, fortemente critica verso la proposta fatta dal primo documento circa la costruzione di un quarto polo della sinistra di alternativa».

Nell’occasione – oltre a nominare i delegati al congresso della federazione di Latina che poi eleggeranno i delegati al congresso nazionale – verranno rinnovati anche gli organi dirigenti e si avvierà il tesseramento per l’anno 2017.

Aderire al nostro partito significa porsi l’obiettivo ambizioso del cambiamento sociale dalla parte dei lavoratori e dei disoccupati, delle classi sociali meno abbienti, dei valori di giustizia e di eguaglianza sociale che stanno scomparendo travolti dalla crisi del modello capitalistico, della difesa dei diritti sociali, della differenza di genere e delle condizioni di vivibilità ambientale.

Per condurre queste battaglie abbiamo bisogno del sostegno di tutti che può essere manifestato in molti modi, dalla partecipazione alle iniziative politiche, alla diffusione di materiale e al confronto politico.

Il congresso è aperto a tutti i cittadini e le cittadine che potranno – nell’occasione – conoscere le nostre idee e i nostri obbiettivi nel breve e lungo periodo.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

A Formia la camorra non solo esiste ma ci sta benissimo

14 febbraio 2017

Gli arresti e i sequestri effettuati dalle forze delle ordine – su mandato della magistratura – confermano il racconto di quanti hanno segnalato più volte l’invasiva presenza di esponenti apicali della camorra nella nostra città.

D’altronde l’elenco dei criminali che hanno soggiornato – e soggiornano – nella nostra città è sterminato, tanto da non farlo apparire come un fenomeno occasionale, ma anzi come una strategia a lungo termine per occupare la nostra città.

Lo abbiamo scritto ripetutamente che è un fenomeno non di oggi, ma ha le sue origini nella disponibilità con la quale una parte del tessuto sociale della nostra città si è offerto ad essa, ricevendone in cambio ricchezza e potere.

Nel corso di un convegno – tenutosi nel 2005 – l’allora Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Latina, Francesco Lazzaro, ebbe a dire: “esiste un’infiltrazione camorristica endemica tra Formia, Gaeta e Minturno e nella zona di Fondi”.

E questo mentre ancora c’era chi continuava a diffondere le proprio tesi negazioniste e questi sono i risultati e lo ha fatto fino ai giorni nostri.

E’ ovvio che la partita non si vince con la sola repressione, sarebbe da stupidi pensarlo, ma è necessaria la mobilitazione della società e la ricostruzione di un’idea di democrazia diversa dall’attuale, prosciugando – in particolare – il brodo culturale nel quale essa si riproduce, come ad esempio il diffondersi del mito del camorrista presso i giovani.

Un moderno eroe che ha tutto per piacere: droga, macchine di grossa cilindrata, vestiti firmati, potere e soprattutto una spaventosa disponibilità economica.

Devastante dal punto di vista dell’immaginario di un giovane, che vede nell’adesione al modello della criminalità organizzata una rapida occasione per affermarsi in una società modellata sul capitalismo più sfrenato, nel quale conti se hai, altrimenti sei considerato spazzatura.

D’altronde a camorra, come la n’drangheta e la mafia, si è data la forma delle multinazionali, avendo – da un lato – dalla loro l’ampia disponibilità di denaro per fare investimenti, soprattutto nell’edilizia, negli appalti e nei servizi e dall’altro potendo contare su una numerosa lista di politici sul proprio libro paga.

Insomma i nuovi padroni si stanno sostituendo ai vecchi e per farlo hanno bisogno di catturare il consenso dei cittadini ostentando il loro potere criminale, favoriti in questo da una devastante crisi sociale-economica (disoccupazione, emergenza casa, il pessimo stato dei servizi pubblici), a cui la politica di palazzo risponde con provvedimenti che non fanno che esasperare lo stato di malessere che colpisce soprattutto i strati più poveri della popolazione.

E’ ovvio che la lotta alla criminalità organizzata non è di per sé cosa facile, ma è una battaglia che va combattuta, non fosse altro che per non darla vinta ai tanti che con la camorra sono scesi a patti e ora tacciano.

Così facendo hanno condizionato lo sviluppo in senso veramente democratico del nostro paese e questo glielo rinfacceremo per tutta la vita.

Non basta semplicemente urlare onestà, ma è necessario proporre un modello di società alternativa. Noi lo abbiamo fatto aderendo ad un partito comunista, che si propone di lottare per una società socialista, nella quale tutti abbiano il giusto e non ci siano padroni a cui ubbidire. Solo allora i fenomeni criminali saranno un lontano ricordo.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Una penosa marcia indietro sugli orari dei treni

12 febbraio 2017

Si parla insistentemente di un ritorno da parte di Trenitalia e della Regione Lazio ai vecchi orari dei treni, in quanto i geni in questione hanno preso atto che i nuovi orari – hanno peggiorato – come hanno da subito denunciato i comitati dei pendolari – le condizioni di viaggio soprattutto delle tante persone che utilizzano le stazioni minori per i loro spostamenti da e verso la capitale, così come i percorsi intermedi.

Ovviamente non solo auspichiamo che ciò avvenga rapidamente, ma speriamo che sia da lezione e che la politica di palazzo la smetta di giocare con la vita delle persone, perchè di questo si è trattato, con migliaia di persone costrette a fare i salti mortali per prendere il treno e arrivare a destinazione senza alcun ritardo.

Eppure i politici di centosinistra – che governano la regione Lazio – erano stati avvisiti ripetutamente del disastro a cui sarebbero andati incontro i pendolari, ma evidentemente non c’è “peggior sordo di non vuol sentire” e hanno voluto imporre la loro decisione, senza nessun vero confronto né con i comitati né tantomeno con i comuni che vengono serviti dalla linea regionale FL7 (da Roma Termini a Formia). E questo nonostante che lo stato della nostra linea ferroviaria sia uno dei peggiori d’Italia.

Lo conferma la lettura del rapporto “Pendolaria 2016” di Legambiente, nel quale proprio un ampio capitolo l’è dedicato. Vengono elencati i disastri che sono stati perpetrati a danno dei pendolari della linea regionale FL7.

Quello del trasporto è un mondo che non può non essere finanziato da soldi pubblici e le risorse vanno trovate quanto prima per evitare il collasso del sistema.

Lo stesso vale per il trasporto pubblico su gomma, che è sempre più sofferente nonostante gli annunci di ingenti investimenti da parte del presidente della regione Lazio.

Ci troviamo in una situazione veramente catastrofica, dove gli interventi fatti sono volti a tamponare temporaneamente ciò che non funziona, mancando una visione a medio e a lungo termine e soprattutto trascurando colposamente che il potenziamento del trasporto pubblico è l’unica arma per combattare il congestionamento delle nostre città e facilitare gli spostamenti da e verso altre mete, dovendo fare i conti con la realtà e cioè che non è possibile realizzare più strade di quante ce ne sono, anche per evitare di continuare a perdere quei meravigliosi polmoni di verde di cui sono ricche, ma non solo.

Secondo uno studio realizzato sempre da Legambiente la qualità dell’aria delle nostre città è pessima, a causa di fattori le emissioni dei gas di scarico di autoveicoli, caldaie, centrali elettriche, fabbriche, impianti di incenerimento.

I soli trasporti stradali, ad esempio, producono più di un quarto del totale delle emissioni nocive.

Per questo è indispensabile adottare politiche che incentivono l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico e disincentivino il trasporto privato. Cosa mai fatta fino ad ora, nonostante i tanti proclami, ma che poi si sono dimostrati nella pratica inutili se non dannosi.

Nemmeno il nuovo piano integrato della mobilità ci pare risponda compiutamente alla necessità di liberare la città dal traffico, tant’è che ha nella pedemontana leggera – se e quando si farà – la soluzione ai mali endemici di Formia.

’ però questa una scelta di cui la politica deve farsi carico, non fosse altro per salvare la faccia, dopo i tanti buchi nell’acqua di una politica colposamente distratta, occupata più a saziare i propri appettiti che a tutelare gli interessi della collettività e dei lavoratori dei servizi pubblici.

Proprio a questi ultimi vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, in quanto si fanno carico di sopperire – con grossi sacrifici e stipendi da fame – alle mancanze di chi dovrebbe invece organizzare il loro lavoro, dirigenti che sono pagati profumatamente per farlo e che ripetutamente si dimostrano non essere all’altezza del compito assegnato loro.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Quando l’ex-discoteca “Seven up”verrà restituita alla città? Attendiamo risposte

9 febbraio 2017

Da luogo di eccellenza della movida targata camorra a cumulo di macerie. E’ il destino toccato in sorte all’ex-discoteca “Seven up”. Non vogliamo rivangare un passato di cui tanti dovrebbero vergognarsi non avendo impedito alla criminalità organizzata di mettere radici e di proliferare nella nostra città, ma di certo siamo preoccupati per lo stato di abbandono in cui continua a versare l’immobile acquisito al patrimonio comunale – nel 2002 – con un esborso per la collettività pari a 720 milioni di lire.

Il completo abbandono dell’immobile è uno schiaffo in faccia a quanti hanno creduto alle promesse dell’allora sindaco Bartolomeo circa la resistituzione del bene alla cittadinanza. Eppure nel 2012 l’allora giunta Forte ha approvato – con delibera n.18/2012 – l’istituzione di un Centro alcologico, un vero e proprio Polo sociale e sanitario da realizzare attraverso la riqualificazione della struttura ex Seven Up e “l’utilizzazione di diverse figure professionali sanitarie e sociali da reperire mediante gara pubblica”.

Questo grazie ad un finanziamento iniziale della regione Lazio (D.G.R. n.634/2010) di 600mila euro, di cui 400mila euro per la riqualificazione della struttura e 200mila euro per l’avvio del progetto del centro per l’alcolismo. A cui poi si sono aggiunti altri 300mila euro (determinazione B10103 del 29.12.2011). Per arrivare ad un totale di 800mila euro per la struttura e 100mila euro per l’avvio del progetto.

Poi però le apparenti buone intenzioni si sono perse per strada, tant’è che troviamo traccia di un unico finanziamento in entrata nelle casse comunali pari a 100mila euro, quale “finanziamento regionale destinato all’attivazione di un servizio sperimentale a carattere semiresidenziale a brave e medio termine per soggetti alcolisti”.

Del resto nulla più, almeno negli atti ufficiali in nostro possesso.

Ancora una volta la politica ha perso l’occasione per dare buona prova di sé. Lo testimonia il rudere ancora in piede e un servizio mai attivato. Eppure la città ha bisogno disperatamente di messaggi positivi, soprattutto se ad essere interessato è un bene simbolo di quanto la camorra continui ad essere la vera padrona della nostra città e di quanto poco si faccia per lasciarsi alle spalle tutto ciò.

Da parte nostra non ci stupiamo che tutto ciò avvenga, perché nulla succede per caso.

E’ ormai chiaro a tutti che se a Formia c’è la criminalità organizzata è perché il tessuto sociale l’ha accolta, in quanto faceva comodo poter disporre dei soldi che la stessa ricicla senza sosta, soldi che sono frutto di un disegno criminale ad ampio raggio, che vede come braccio i piccoli delinquenti ma come mente i famosi colletti bianchi, di cui poco si parla ma che sono essenziali per continuare a dominare la nostra città. E non siamo solo noi a sostenere ma centinaia di sentenze della magistratura, nonché migliaia di sequestri operati dalle forze dell’ordine.

D’altronde è risaputo che a Formia le lavatrici hanno sempre lavorato a pieni giri, per dare la possibilità a chi veniva da fuori di ripulire i soldi frutto delle mille attività illecite messe in piedi dalla criminalità organizzata.

Se così non fosse non ci spiegheremmo la presenza – nella nostra città – di tanti personaggi riconducibili alle ben note famiglie camorristiche campane e l’assoluto complice silenzio di tutte le rappresentanze politiche comunali. Nessuna esclusa.

Non siamo avvezzi a sottrarci alla nostre responsabilità di forza comunista e quindi continueremo a denunciare quanto succede nella nostra città, anche rischiando di trovarci isolati nel farlo, consapevoli che è necessario alzare l’asticella nella lotta alle mafie.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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