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Il numero 8 raccoglie i comunicati stampa del luglio del 2014. Nel primo articolo chiediamo al prefetto di Latina una risposta alla nostra richiesta di nominare una commissione di accesso agli atti per valutare eventuali condizionamenti delle organizzazioni criminali sull’operato dell’amministrazione comunale di Formia. Nel secondo articolo condanniamo, insieme al movimento civico “Un'altra città” e al Movimento 5 Stelle, l'oscura politica del Comune di Formia e l'inerzia dell'apposita commissione speciale sui beni sequestrati alla criminalità organizzata. Nel terzo articolo facciamo delle osservazioni al Piano industriale di gestione del servizio di raccolta dei rifiuti, condannandone la superficialità con la quale affronta le problematiche che lo riguardano. Nel quarto articolo analizziamo dal punto vista politico l'indagine della procura della Repubblica di Latina sui presunti reati (corruzione, concussione, abuso d’ufficio e falso), commessi da politici e dirigenti del comune di Formia. Nel quinto articolo condanniamo la decisione della regione Lazio di tagliare i trasferimenti ai comuni di circa il 22% per il trasporto pubblico urbano, che nella nostra città una riduzione dei chilometri dai precedenti 760.512 (Km 630.622 + Km 129.890) agli attuali 532.358. Così facendo si riduce la qualità del servizio e probabilmente si mette a rischio qualche posto di lavoro. Nel sesto articolo riflettiamo sugli interessi economici sulla zona portuale “Molo Vespucci” e sull'assenza della necessaria valutazione ambientale strategia (VAS). Nel settimo articolo denunciamo lo sperpero di soldi pubblici, legato al finanziamento di progetti dal dubbio valore, a fronte di un notevole inasprimento fiscale. Nell'ottavo chiediamo il ripristino del registro delle coppie di fatto, che la precedente giunta ha abrogato e che l'attuale non ha mai ripristinato

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il «sistema Formia» non esiste? Ce lo dica il prefetto di Latina

27 Luglio 2014

Nel maggio del 2014 abbiamo sollecitato il prefetto di Latina, tramite inoltro a mezzo R. A/R, con copia alle DDA di Napoli, Roma ed al ministero dell’interno, affinché provvedesse, nell’ambito dei suoi poteri, alla nomina di una commissione di accesso agli atti per valutare eventuali condizionamenti delle organizzazioni criminali sull’operato dell’amministrazione comunale di Formia, per i fatti che si sono determinati in questi anni nella nostra città, molti dei quali attualmente oggetto dalle cronache delle testate giornalistiche locali, tra cui spicca l’indagine della procura della repubblica di Latina, condotta dal P.M. Miliano, che coinvolge esponenti politici e dirigenti del nostro comune.

Da allora son trascorsi due mesi ed a metà di Luglio il prefetto di Latina ancora tace sulla nostra richiesta. Dalla prefettura non è tornato neanche l’avviso di ricevimento della raccomandata A/R, a differenza degli invii alle DDA ed al ministero. Speriamo che ciò sia dipeso solo da un disguido postale.

Ciò tuttavia, considerando che avrà appreso della richiesta dalla stampa, non impedisce all’illustrissimo prefetto D’Acunto di giustificare l’assenza di una risposta alla nostra sollecitazione. Quanto meno per non avvalorare quella strana sensazione di trovarsi in una città dove tutti sanno e nessuno parla. Simile a quanto accade in altri territori devastati dalle mafie. Pratiche contro cui lottiamo consapevoli che l’indifferenza della gente e delle istituzioni, nei confronti dei fenomeni criminali finisce per concedere loro una sorta di impunità che degrada la società e distrugge il futuro.

Se la prefettura ritiene noi Comunisti indegni della sua attenzione, forse riserverà un diverso trattamento al coordinamento Provinciale di Libera che – vogliamo ricordarlo – ha più volte espresso tutto il suo sdegno per quanto accade, ribadendo con forza la necessità che “tutti i cittadini si facciano parte attiva nell’opporsi a quanti, attraverso minacce ed aggressioni, tentano di instaurare nel nostro territorio le modalità di agire tipiche della camorra, per affermare il dominio del crimine sulla convivenza civile. E’ quindi necessario un impegno quotidiano da parti di tutti, per cacciare via questo male dalla nostra città, un impegno per affermare la supremazia dei diritti e della legalità, che parta dai cittadini e solleciti le istituzioni che devono vigilare ed intervenire per spezzare le trame che incessantemente le mafie tessono nel nostro territorio.

E se ciò non bastasse, magari potrà prestare un minimo di attenzione al lavoro di analisi e di denuncia dell’associazione Caponnetto, capace come poche di svelare il legame, ormai alla luce del sole, tra politica e crimine organizzato, che muove capitali enormi capaci di comprare tutto, anche intere città, ma non la dignità delle persone con la schiena dritta.

Esempi da tenere presente! Che i cittadini “perbene” di Formia dovrebbero seguire, prima denunciando quanto vedono, poi e soprattutto isolando quegli esponenti dei clan che sempre più spesso decidono di trascorrere la loro vita qui entrando nella nostra quotidianità, visto che molte attività commerciali sono nelle loro mani e spesso il fascino degli ambienti “cool” e della “bella gente” porta a dimenticare il rischio che la criminalità organizzata rappresenta per la salute di un territorio.

La mafia – come la camorra – è una montagna di merda! Questo concetto occorre ricordarlo e praticarlo ogni giorno. Non basta limitarsi a partecipare alle celebrazioni del sacrificio di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone e poi chiudersi dentro casa in attesa.

Bisogna essere presenti. Su questo punto le istituzioni hanno il dovere e l’obbligo morale di fare la propria parte, a prescindere.

Fatte salve le garanzie degli imputati E’ necessario, lo ribadiremo fino alla noia, che il prefetto di Latina chieda, al ministro dell’interno, la nomina della commissione di accesso agli atti per valutare eventuali condizionamenti delle organizzazioni criminali sull’operato dell’amministrazione comunale di Formia.

Infatti, al di là del coinvolgimento delle singole persone, è di estrema importanza per la città conoscere il livello di penetrazione che gli agenti delle mafie hanno raggiunto nelle nostre istituzioni, affinché anche Formia possa iniziare a produrre gli anticorpi necessari per sconfiggere questa terribile infezione.

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Beni confiscati alla mafia: l’oscura politica del Comune di Formia e l’inerzia della commissione speciale per i beni sequestrati

24 Luglio 2014

Nell’ottobre del 2013 veniva approvato in consiglio comunale il regolamento con il quale si disciplina la concessione dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Contestualmente si eleggeva la commissione speciale composta dai consiglieri comunali: Bortone (presidente), Costa, De Meo, Ciaramella, Schiano (vice presidente),Taddeo e D’Urso. Questa commissione, che tanta speranza di riscatto e giustizia sociale aveva suscitato nell’atto della sua istituzione, sta dimostrando di essere l’ennesimo strumento di controllo politico delle risorse del nostro territorio, fatto salvo per il provvedimento che assegna immobili a utenti senza casa e bisognosi.

Infatti, già dalla seconda delle uniche due riunioni di commissione, l’influenza della politica in deroga ai regolamenti risulta evidente, come nel caso dell’affidamento di un bene ad una associazione “raccomandata” direttamente e personalmente dalla delegata alla Legalità. Ferma restando la validità del merito della singola iniziativa, che non è oggetto della nostra contestazione, riteniamo invece scorretto il metodo utilizzato dalla commissione di “raccomandare” talune proposte senza rendere pubblica alla cittadinanza l’intenzione e la modalità del riutilizzo del bene in oggetto, come chiaramente esplicitato nell’art. 2 del regolamento.

Uno dei compiti principali di questa commissione dovrebbe essere la pubblicazione dell’elenco di tutti i beni confiscati alla mafia, ai sensi del D.L. 159/2011, indicando di ogni singolo bene: la consistenza, la destinazione, l’utilizzo, la situazione urbanistica ed il valore, e, in caso di assegnazione a terzi, la tipologia dell’attività svolta sul bene, i dati identificativi del concessionario, gli estremi, l’oggetto e la durata dell’atto di concessione, con allegato lo stralcio planimetrico di ogni singolo bene, il tutto perentoriamente entro 90 giorni dalla pubblicazione del regolamento medesimo.

Denunciamo inoltre la mancata applicazione del regolamento comunale in molte sue parti, come la mancata istituzione del nucleo speciale permanente “per l’affidamento dei beni confiscati alla criminalità”, previsto dall’articolo4, e la mancata pubblicazione, ad oggi, del bando per l’affidamento dei beni, previsto dall’articolo5, con il quale si stabiliscono i criteri di assegnazione.

Troviamo inoltre incomprensibile che i criteri del bando di gara per l’assegnazione dei beni confiscati, articolo4, siano prerogativa della Giunta Municipale e non della commissione dei beni confiscati, previo indispensabile voto in consiglio comunale, così come incomprensibile è la scelta che disciplina la durata della concessione, in particolare nella parte che riguarda la proroga di dieci anni della concessione, in caso di richiesta da parte del concessionario, senza passare per un nuovo bando di gara, come previsto per legge.

Riteniamo inoltre falsa e strumentale l’opera di controllo effettuata nei confronti di chi gestisce beni confiscati assegnati precedentemente all’entrata in vigore del regolamento comunale, nonostante lo stesso reciti che all’atto della entrata in vigore del regolamento i beni concessi devono essere sottoposti a immediata verifica in ordine alle attività svolte in riferimento alle previsioni di cui all’atto di assegnazione, e alla loro compatibilità con le indicazioni dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. In caso di esito negativo della verifica, l’amministrazione procede alla revoca.

Revoca che questa amministrazione tarda inspiegabilmente ad emettere nei confronti dell’associazione affidataria dell’immobile sito in località Acquatraversa, affidato nel 2004 alla Associazione Emmanuel 2000 per realizzare un centro diurno per disabili, un centro per minori svantaggiati, un centro per bambini autistici e una colonia estiva

Più volte è stata fatta ufficiale richiesta delle relazioni annuali e degli atti che dimostrano le iniziative realizzate all’interno di quell’immobile negli ultimi 10 anni, ma un inspiegabile ostracismo da parte degli amministratori e funzionari preposti lo ha di fatto impedito.

Abbiamo chiesto di sapere i giorni nei quali il centro diurno è fruibile agli utenti, con quali modalità e attività, quanti utenti sono stati accolti e assistiti sino ad oggi e con quali risultati, quanti addetti operano alla funzionalità del centro e con quali specifiche mansioni e professionalità, che tipologia di utenza nello specifico viene accolta, quanta e che tipologia di utenza usufruisce del centro come dimora abituale, se sono state apportate modifiche sostanziali alla struttura interna ed esterna, con quali modalità si accede al centro diurno, quali rette sono previste, quali contributi pubblici ha ricevuto il centro “Giovanni Paolo II” nel corso degli anni, quali spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria ha affrontato l’affidatario, qual è l’attuale stato dei luoghi, quali contributi pubblici ha ricevuto l’affidatario del bene confiscato nel corso degli anni, spiegando come sia stato possibile che l’associazione Emmanuel duemila Onlus abbia ricevuto nel 2013 un finanziamento regionale di oltre 100 mila euro per la realizzazione dei “Lavori di ristrutturazione con rifacimento balconi terrazzi ed infissi”, quando invece la convenzione firmata con il Comune di Formia prevede che i lavori di manutenzione siano a carico del concessionario.

E’ innegabile che a fronte dell’inattività del centro e di tutta una serie di infrazioni che a nostro avviso sono state commesse, l’omertà delle istituzioni comunali risulta esserne complice. Come complice è l’inerzia dei membri della commissione speciale per i beni sequestrati e del suo presidente, dell’assessora ai Servizi Sociali e del sindaco che, se non altro per motivi professionali, dovrebbe conoscere il dramma quotidiano che i giovani disabili e con difficoltà vivono quotidianamente a causa della cronica carenza di strutture adeguate sul nostro territorio.

Chiediamo quindi che l’assegnazione dell’immobile venga immediatamente e definitivamente revocata all’associazione Emmanule 2000 e che venga emanato al più presto un bando pubblico per la sua riassegnazione a organizzazioni più idonee e professionali, sulla base di una analisi dei bisogni seria e concreta elaborata dal settore Servizi Sociali, così da poter almeno in parte rimediare al decennale sopruso subito da centinaia di giovani vulnerabili della nostra città e generato dall’arroganza politica e personale di alcuni soggetti.

Rifondazione Comunista Formia Gennaro Varriale

Movimento politico “Un’Altra Città” Rossana Berna

Movimento 5 Stelle Formia Paolo Costa

Osservazioni al Piano industriale di gestione del servizio di raccolta dei rifiuti

21 Luglio 2014

Definire piano “industriale” il documento pubblicato sul sito del comune appare un pò pretenzioso, in quanto non si può definire piano un documento che non entra nel dettaglio del servizio, per definire tutti gli elementi che compongono il servizio di raccolta. Appare davvero riduttivo riportare su di una tavola A3 l’intero territorio di Formia con la sua articolazione in zone. Specie quando occorre definire il modello di trasporto e presentare i percorsi che i mezzi dovranno seguire nel futuro servizio di raccolta.

Allo stesso tempo un esposizione fin troppo sintetica, con tabelle senza unità di misura, o senza un minimo di presentazione danno idea di una preparazione rapida e – forse – priva di un accurato controllo. Un esempio su tutti, nella curva di progetto di riduzione dei rifiuti, 25000 cosa deve rappresentare? Considerato come le quantità di rifiuti esposte nelle altre tabelle sono ben diverse. Più che un piano industriale siamo di fronte ad un progetto preliminare dove sono delineate le linee di indirizzo lungo le quali si dovrà sviluppare il servizio. Sotto questo punto di vista l’impostazione è soddisfacente, perché in linea con l’esigenza di adottare la strategia “Rifiuti zero”. Allo stesso tempo è condivisibile la scansione dei rifiuti, finalizzata ad aumentare il più possibile il recupero di materiale, nonché a raggiungere la sostenibilità economica del servizio, mediante la riduzione dei costi della raccolta e la penalizzazione dei comportamenti inquinanti. Cosi come è valida la scelta di organizzare il servizio su due isole ecologiche e due aree di stazionamento posti ad est ed a ovest della città. Nonché il sistema di raccolta che prevede sia il porta a porta, sia il conferimento diretto.

Tuttavia il piano come impostato appare fin troppo ambizioso per le lacune che presenta. Infatti, dalla lettura della relazione e dall’esame del piano, non appare chiaro dove s’intenda realizzare l’isola ecologica a ovest (sembrerebbe che questa sia localizzata nella zona di Arvito), come anche le aree di stazionamento , che nella relazione si indicano ad Ovest, prima a San Giulio e poi al Porto; ad est, in zona Ponzanello- Santa Croce, mentre sul grafico è riportata nella perimetrazione di Gianola-Santo Janni.

Quest’approssimazione nella definizione dei centri di raccolta, attorno cui dovranno ruotare i trasporti, e la scarsa chiarezza su come questi – che tra l’altro dovranno essere dotati di stazione di rifornimento di carburante – sollevano non poche perplessità sulla fattibilità del piano i cui obiettivi – lo ripetiamo – sono condivisibili; che intende, nella fase iniziale, portare in un anno la percentuale di raccolta dal 37% al 59%. Queste considerazioni diventano ancora più preoccupanti quando nel documento di “Bilancio economico di previsione e piano finanziario” non sembra sia fatta menzione dei costi necessari per realizzare le infrastrutture definite isole ecologiche e aree di stazionamento. Stesso discorso vale per la struttura definita “impianto di compostaggio di comunità” per il recupero della frazione organica che a regime dovrebbe occupare una superficie di 600 m2.

Sulla stessa linea, la definizione del sistema di raccolta puntuale volumetrica del rifiuto urbano residuale (indifferenziato), attraverso l’applicazione dei dispositivi Rfid sui sacchi dell’immondizia, avrebbe meritato maggiore attenzione e chiarezza, specie alla luce del fatto che negli anni successivi i cittadini potrebbero vedere aumentare le tariffe nel caso aumentino il numero dei conferimenti.

Da quanto si legge, appare evidente che, quanto delineato a grandi linee nel piano preliminare della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti, sembra delegare alla direzione della costituenda società di gestione gli aspetti di dettaglio e quindi la definizione vera e propria del piano industriale. Questo potrebbe costituire un aspetto critico, anche alla luce del ricordo della Formia Servizi e di ciò che hanno significato gli errori di valutazione economica per la realizzazione del multipiano sulla stabilità della società.

Al di là dei facili proclami sulla partecipazione e sulla trasparenza, in questa materia – che gioco forza interessa tutta la popolazione – è fondamentale l’applicazione convinta della pratica delle consultazioni, alla luce delle criticità che il territorio presenterà nello svolgimento del servizio. Come è fondamentale che si prosegua con convinzione su questa strada durante il succedersi delle amministrazioni, evitando ripensamenti e varianti sostanziali, che non farebbero altro che farci assistere all’ennesima tela di Penelope che non porta a niente, mentre intanto il tempo passa.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Dirigenti indagati, poniamo un problema politico

18 Luglio 2014

Tutto tace, pare proprio che non sia avvenuto nulla, eppure la procura della Repubblica di Latina ha concluso le indagini sui presunti reati (corruzione, concussione, abuso d’ufficio e falso), commessi da politici e dirigenti del comune di Formia.

Per alcuni addirittura il reato contestato è quello di associazione a delinquere.

Tra i dirigenti indagati ci sono: DELLA NOTTE Stefania, dirigente del settore “ambiente e sostenibilità urbana”. L’accusa è associazione a delinquere (art. 416 C.P.) (pastificio Paone, appalto asilo comunale); LA ROCCA Italo, dirigente del settore “Cultura – Anagrafe – Affari Generali”, indagato per l’appalto asilo comunale; LIVORNESE Tiziana, dirigente del settore “Sviluppo economico e Bilancio”, indagata per l’apertura del supermercato in località Gianola; PICANO Rosanna, dirigente del settore “Polizia Locale – Urbana e Rurale – Servizi Sociali”, indagata per l’apertura del supermercato in località Gianola, per utilizzo dell’auto di servizio per uso personale, per non aver sequestrato le giostre operanti nel piazzale del porto di Formia in assenza del pagamento della TARSU per tutti i giorni di stazionamento delle stesse. Alle indagini prettamente nostrane se ne aggiunge un’altra e cioè la gestione della raccolta rifiuti nel vicino comune di Gaeta. Questa volta ad essere indagato è ASTARITA Sisto, allora dirigente all’urbanistica del comune di Gaeta ed attualmente dirigente del settore “Urbanistica ed Edilizia, SUE, Strategie e programmi di sviluppo turistico” del nostro comune. La procura di Latina ne ha chiesto addirittura l’arresto.

Non sappiamo come andrà a finire, perché non abbiamo la sfera di cristallo e nemmeno siamo sensibili al fascino delle manette ad ogni costo, ma è chiaro che il fatto di ritrovarsi con 5 dirigenti su 8 indagati dalla procura della Repubblica di Latina, non ci lascia sereni, così come non dovrebbero essere sereni tutti i cittadini della nostra città, visto il ruolo che svolgono le persone indagate e gli stipendi a loro erogati (oltre 80mila euro di media).

Nessun provvedimento è stato preso nei loro confronti dalla giunta comunale, quando invece nulla vieta di avviare, in tutta autonomia, un procedimento amministrativo interno, qualora si rende necessario anche con una commissione di nomina esterna, per la verifica dei fatti contestati e quindi per l’adozione di eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti di chi ha commesso degli abusi, nello svolgimento delle proprie funzioni, così da ripristinare un minimo di chiarezza e di certezza.

Operazione necessaria per riportare serenità e tranquillità, in un momento in cui la politica e la gestione della cosa pubblica, sempre meno efficiente, sono sotto l’occhio del ciclone.

Da molto tempo infatti assistiamo alla decadenza morale e materiale delle istituzioni e di molti suoi rappresentanti, sempre più impegnati nella difesa del proprio tornaconto personale e non nella tutela degli interessi della collettività.

Una gestione assolutamente privatistica della cosa pubblica che getta fango e avvelena gli animi, dando così fiato a chi ha tutto l’interesse a lasciare le cose così come sono.

Pretendiamo inoltre che il comune di Formia si costituisca parte civile nell’eventuale processo a danno degli indagati, perché alla nostra città venga riconosciuto giusto riconoscimento del danno materiale e del danno d’immagine in caso di condanna dei dirigente coinvolti.

Ovviamente vale lo stesso per i politici che risulteranno colpevoli dei reati che gli vengono imputati dalla procura della Repubblica di Latina

La magistratura è chiamata ancora una volta a supplire all’assenza delle istituzioni, incapaci di fare pulizia al loro interno.

E’ ora che la politica batta finalmente un colpo, liberandosi finalmente dal sospetto che si va nel palazzo per fare i fatti propri e quelli della propria cerchia di clienti, altrimenti continuerà ad alimentare il discredito di gran parte dell’opinione pubblica nei propri confronti.

D’altronde come dargli torto se i risultati sono questi?

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Riduzione del Trasporto pubblico locale: “pagheranno i lavoratori e i cittadini?”

11 Luglio 2014

La regione Lazio, governata da una giunta di centrosinistra (PD, SEL e alcune liste civiche) ha deciso che è necessario una razionalizzazione e riorganizzazione delle reti del trasporto pubblico locale (T.P.L.). L’obbiettivo è di tagliare i trasferimenti ai comuni di circa il 22%, passando da un finanziamento annuo complessivo di 70milioni di euro a 54milioni di euro.

In soldoni significa obbligare i comuni a tagliare il numero di corse giornaliere del trasporto pubblico. Lo conferma la lettura della deliberazione di giunta comunale n.245 del 4 Luglio 2014. Infatti apprendiamo che i drastici tagli, conseguenti alla “spending rewiew”, per il comune di Formia hanno significato una riduzione pari al 30% dei totale del chilometraggio.

Nella stessa determinazione si segnala che al fine di assicurare il corretto espletamento del servizio, l’Ufficio Trasporto di concerto con la società concessionaria A.T.P. (Autoservizi Trasporti Pontini) ha dovuto rimodulare ulteriormente il servizio (T.P.L.), in modo da assicurare il rispetto dei vincoli finanziari imposti dalla Regione Lazio.Nello specifico si sono dovuti ridurre i chilometri dai precedenti 760.512 (Km 630.622 + Km 129.890) agli attuali 532.358.

I criteri utilizzati sono stati: 1) Eliminazione tratte sovrapposte area urbana ed area extraurbana; 2) Ottimizzazione dei percorsi in riferimento al soddisfacimento della domanda effettiva e all’aumento della velocità commerciale.

Eppure il trasporto pubblico locale garantisce la mobilità di un’ampia fascia di popolazione di Formia, rappresentando in molti casi l’unica opportunità di mobilità per i residenti nelle zone periferiche, che non dispongono della possibilità di utilizzare mezzi di trasporto privati e che quindi utilizzano i mezzi pubblici per recarsi al lavoro e per svolgere incombenze di carattere amministrativo e socio-sanitario.

Infatti i primi ad accorgersi delle conseguenze drammatiche di tali tagli sono stati gli abitanti del popoloso quartiere di Penitro, che sono stati ancora una volta penalizzati dall’operato dell’amministrazione comunale

D’altronde da sempre gli abitanti delle periferie sono considerati cittadini di serie Z, essendo privati di tutti quei servizi che sono erogati a chi abita in centro, nonostante che i primi paghino le tasse come i secondi.

La mobilità pubblica è essenziale inoltre per decongestionare il centro cittadino dalla soffocante presenza di mezzi privati, con il conseguente miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo, ma evidentemente le priorità sono altre.

Si continua infatti a tagliare senza alcun criterio, mettendo seriamente a rischio la funzionalità del servizio. L’unica preoccupazione dei nostri politici è quella di rispettare la criminale politica di risparmi imposta dall’Europa.

Speriamo che da questo ennesimo salasso si salvi il fondo per le agevolazioni sulle tariffe del trasporto pubblico per i giovani, che per il 2014 è stato di 12milioni.

Non crediamo che se la passeranno meglio i lavoratori dell’A.T.P., visto che meno chilometri significherà sicuramente il bisogno, da parte dell’azienda, di un numero di autisti inferiore all’attuale e quindi ci sarà la necessità di ridurre il personale.

Speriamo che i fatti smentiscano la nostra ipotesi, perché in una città in preda ad una forte crisi occupazionale, anche la soppressione di un solo posto di lavoro non sarebbe più tollerabile.

Gennaro Varriale

segretario del circolo PRC “Enzo Simeone” di Formia

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Gli interessi economici sulla zona portuale “Molo Vespucci” ci spingono a delle riflessioni

8 Luglio 2014

Gli interessi economici sulla zona portuale “Molo Vespucci” ci spingono a delle riflessioni.

Nel porto di Formia fervono le attività. Sulla carta. Da ultimo i lavori di adeguamento e messa in sicurezza delle strutture portuali per l’attracco delle navi da crociera nella zona portuale denominata “Molo Vespucci”. Una partita che vale 2milioni350mila euro, di cui recentemente è stato autorizzato un pagamento di circa circa 153mila all’ATI Impresa Di Cesare Gino/So.Ge.Mar. Costruzioni Srl (vedi determina n.67/2014).

Le navi da crociera sono l’ultimo intervento di altri già previsti. Infatti, sempre nel “Molo Vespucci” dovrebbe realizzarsi la “sistemazione banchina del porto ed interventi di adeguamento e messa in sicurezza della zona portuale, anche con la creazione di un punto di pronto soccorso”. Lavoro da circa 100mila euro appaltato nel marzo 2013 dalla ICEM srl di Minturno, poi incappata in una interdittiva antimafia che probabilmente le impedirà di eseguire i lavori. Ne avremmo voluto sapere di più, ma alla nostra richiesta di chiarimenti il comune di Formia ha risposto con un assordante silenzio.

Ancora, sullo stesso “Molo Vespucci” incombe il porto ed il centro commerciale di “Marina di Castellone”, altra partita dal valore di circa 75milioni di euro, di cui per il momento, nonostante le rassicurazioni del duo Sandro Bartolomeo-Michele Forte, non se ne vede l’ombra. Qui le grane sembrano altre, infatti due dei tre soci della società “MARINA DI CICERONE S.P.A.” hanno qualche guaio con la giustizia, essendo coinvolti in indagini della magistratura per i lavori del MOSE di Venezia (tangenti è l’accusa per il presidente del Cda della Fincosit spa – Grandi Lavori) e per il porto di Civitavecchia (impiego di materiale scadenti per il consorzio di cui è parte l’Impresa Pietro Cidonio spa). Infine, sempre nello stesso molo è finita la stazione delle autolinee COTRAL, arrivato dopo i lavori nel piazzale della stazione ferroviaria, che va ad aggiungersi al comando della capitaneria di porto, alla base navale della guardia di finanza ed al parcheggio gratuito.

Una selva di destinazioni d’uso diverse, tutte insieme appassionatamente, senza che alcuno, figuriamoci poi “pisolo” Purini, abbia dato uno straccio d’indicazione su come tutte queste attività debbano essere coordinate, quando, si spera, un giorno, queste entrino in esercizio, senza tra l’altro dimenticare che il “Golfo di Gaeta” è stata riconosciuta «area sensibile».

Le carte sono grandi assenti in tutti questi balletti, perché è impossibile accedere ai disegni dei diversi progetti delle opere che s’intende realizzare nei prossimi anni. Probabilmente anche i consiglieri comunali sono allo scuro di quanto debba accadere, visto che ci si riduce a fare accessi agli atti come comuni cittadini. Quindi impossibile avere una visione di insieme.

Finita la commedia delle amministrazioni operose che si affaccendano per trovare soldi e lavoro per noi poveri cittadini. Passiamo ai doveri che l’amministrazione ha è quella di Formia disattende: la realizzazione di infrastrutture, più in generale l’avvio di attività economico-produttive potenzialmente inquinanti, oggi non possono prescindere dalla preliminare considerazione dei loro possibili “effetti ambientali”.

La legislazione europea (Direttiva 2001/42/CE), a cui l’Italia s’è dovuta adeguare suo malgrado (D.Lgs 152/2006), impone a piani e programmi urbanistici, quali quelli in corso di realizzazione , la valutazione di impatto ambientale, per aspetti particolari, e la valutazione ambientale strategica, per interventi più ampi, finalizzati a tutelare preventivamente l’ambiente, e tutti i profili ambientali connessi all’intervento.

La VAS impone di valutare in sintesi le pressioni e le risposte ambientali prodotte dagli interventi e di riportarle in un rapporto ambientale che deve essere a disposizione di tutti, quindi oggetto di critica e discussione, a cui gli enti sono obbligati attraverso l’istituto delle consultazioni.

Lo abbiamo detto e lo ribadiamo. Poiché l’ambiente oggetto di valutazione è lo stesso, vogliamo e chiediamo che sia prodotto un unico rapporto ambientale, per monitorare lo stato del nostro territorio. E’ uno strumento che la legge ci dà e che pretendiamo venga utilizzato. Invece le nostre amministrazioni, nonostante i proclami bugiardi su trasparenza e partecipazione, non si sognano di far vedere uno straccio di disegno e classificano queste procedure a burocrazia da superare perché scontata. Mentre, probabilmente, se queste avessero quell’evidenza pubblica prevista dalla legge e nascosta dalle giunte, il processo di cementificazione della costa ed espulsione degli abitanti dal mare, forse, avrebbe un freno.

Oggi, invece l’unico freno è costituito dall’incapacità di condurre a termine le numerose opere pubbliche sparse sul nostro territorio, che restano incompiute ad indicare lo sperpero di denaro pubblico sottratto alla collettività per il capriccio dell’assessore intenzionato unicamente ad attribuirsi il merito di quello che sarà: il niente.

Non c’è nulla di cui rallegrarsi nel fermento che si vede nel porto, nemmeno l’idea che forse un giorno la nostra infrastruttura possa dare lavoro ai nostri concittadini, visto che questo argomento non è stato mai affrontato seriamente da alcun sindaco se non per “indorare” la pillola con cui ci voleva togliere un altro pezzo di demanio.

Sappiamo solo che se questi amministratori distratti non vogliono dirci quale sarà il destino dell’ambiente sotto la furia dell’attività turistica che verrà.

Temiamo che dovranno essere i cittadini a caricarsi sulle spalle il proprio destino e quello del proprio territorio per sottrarlo a quanti per logiche di potere, giocano con la nostra terra ed il nostro mare come se fossero figurine.

Possono star certi lor signori, quando sarà il momento noi faremo la nostra parte.

circolo PRC “Enzo Simeone”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Non è ora di finirla?

5 Luglio 2014

Nel Gennaio del 2012, con la deliberazione n.13, l’amministrazione Forte ritenne di finanziare con € 12.100 , l’iniziativa di promozione turistica e pubblicitaria del nuovo scalo crocieristico perché a suo avviso era “utile e necessario procedere alla divulgazione presso gli operatori interessati e presso le strutture turistiche di riferimento del nuovo scalo indicando le caratteristiche dello stesso al fine di dare modo alle società interessate di promuovere lo sbarco presso il nuovo molo”.

L’affidamento venne aggiudicato all’AG Produzioni, con sede in Roma in Via Annia Regilla n.108, per un importo pari a € 11.495, poi ridottosi a € 9.975, e consisteva nella fornitura di N.100 DVD promozionali in Italiano ed Inglese con filmati in 3D e n.1000 Brochure in Italiano ed Inglese in formato A4 stampato in quadricomia.

Tre le frasi del progetto: (fase l) sopralluogo; acquisizione dati, planimetrie, disegni, riprese televisive; (fase2) selezione materiale filmato, trasformazione in 3d, montaggio e riprese voce, selezione ed inserimento colonna sonora, realizzazione n.100 dvd; (fase3) ideazione e stampa di 1000 brochure promozionali in Italiano ed Inglese in formato A4 stampato in quadricromia.

Nel Maggio del 2013 venne approvato sempre dalla giunta Forte il progetto esecutivo di adeguamento e messa in sicurezza delle strutture portuali per ormeggio delle navi da crociera – redatto per conto dell’Amministrazione Comunale dalla soc. Alphatech di Napoli per l’importo complessivo di € 2.350.000 (€ 150mila di finanziamento regionale, € 200mila di finanziamento comunale e € 2milioni con finanziamento PLUS “Appia via del Mare” (POR-PFER Lazio 2007-2013).

Con determinazione dirigenziale n.126 del 10 dicembre 2013 l’appalto per la realizzazione dell’opera viene aggiudicato, in maniera definitiva, all’ATI Impresa Di Cesare srl/So.Ge.Mar costruzioni srl. Ad oggi nemmeno una pietra fortunatamente è stata messa per realizzare l’opera. Ci domandiamo il perché e soprattutto ci domandiamo la fine dei 12.100 euro previsti per pubblicizzare il nulla.

Aggiungiamo a ciò che la megalomania della giunta Forte, nel 2010, volle regalare alla città di Formia il progetto “Formia Virtual City 3d”. L’obiettivo principale del progetto, cofinanziato dalla Regione Lazio – Assessorato Semplificazione Amministrativa e Tutela dei Consumatori, era quello di consentire all’Ente di fornire in rete i propri servizi in modo efficiente ed efficace, con economicità di gestione ma soprattutto con modalità il più possibile affini al modo di interagire dell’utenza con il mezzo informatico ricreando virtualmente condizioni simili a quelle naturali”. La realizzazione fu affidata alla CO.PI. srl. Ignoriamo se “la spesa sia valsa l’impresa”.

Così come ci piacerebbe sapere che fine ha fatto il finanziamento di circa 2milioni di euro per la realizzazione del canile municipale in località Penitro – zona “Fosso Castaldi”, capace di accogliere circa 400 cani e che permetterebbe, questa la motivazione della richiesta di finanziamento, a lungo termine notevoli risparmi nella gestione dei randagi.

Oppure qualcuno ci spieghi i 5mila euro spesi per pagare la “PERFORMANCE DI VIDEOPROJECTION MAPPING ARCHITETTURALE PERIODO DICEMBRE 2013 GENNAIO 2014”, realizzata dalla Medialize di Di Rese Pasquale. Vorremmo capire di cosa si tratta.

Oppure i soldi spesi per gli espropri dei terreni dove sarebbe dovuta passare la Pedemontana, opera che ha sempre trovato spazio nella campagne elettorale, ma che mai verrà realizzata. Speriamo a tal proposito che si ponga fine finalmente a tale tormentone, anche se siamo consapevoli che se ne aprirà un altro e cioè il policlinico del golfo.

entre si continua a inasprire la pressione fiscale, vedi le tariffe della TASI e della TARI, ( dove trovano spazio anche 15mila euro per le guide turistiche), che non tengono conto per nulla dei redditi delle famiglie, penalizzando di conseguenza quelle più povere, e a fare a fette lo stato sociale, si continuano a concedere soldi per iniziative francamente imbarazzanti, che nulla hanno portato in termini di benefici per i cittadini di Formia, ma che sicuramente hanno fatto felici i soggetti che sono stati chiamati a realizzare tali progetti.

Non è ora di finirla?

Gennaro Varriale

segretario del circolo PRC “Enzo Simeone”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Ripristinare il registro delle coppie di fatto, un segno di civiltà

1 Luglio 2014

Nel giugno 2007 il consiglio comunale di Formia istituì il registro delle unioni civili per le coppie di fatto, grazie in particolare all’allora nostro consigliere comunale, Delio Fantasia, che molto lottò perché ciò avvenisse, prendendosi anche gli insulti di qualche nostalgico.

La Chiesa non tardò a far sentire il suo dissenso, attaccando il consiglio comunale di Formia ed in particolare il sindaco della città, come se avesse commesso chissà quale sacrilegio.

Addirittura l’allora arcivescovo di Gaeta, e i sacerdoti di Formia, scrissero una lettera, su carta intestata della Diocesi di Gaeta, al primo cittadino Bartolomeo, nella quale si dichiaravano preoccupati “per il futuro della comunità civile, dove il valore sociale della famiglia già da ora viene lesionato con l’istituzione del registro delle coppie di fatto. Manifestiamo il disappunto addolorato di questa comunità cristiana, offesa nei valori fondamentali”.

Ovviamente ridicole le accuse.

La rivincita del clero non tardò ad arrivare con l’elezione del sindaco Forte, il cui gruppo era uscito dall’aula consiliare all’atto della votazione del registro delle unioni civili per le coppie di fatto.

nfatti il 18 giugno 2008, quindi a pochi giorni dal suo insediamento il consiglio comunale di Formia, questa volta con una maggioranza di centrodestra, decise di votare per la revoca della delibera 52 adottata il 25 giugno 2007 che prevedeva l’istituzione di un registro presso l’anagrafe comunale per le unioni di fatto.

L’arcivescovo di Gaeta non fece mancare il suo sostegno ed infatti in una nota, pubblicata dal suo capo Ufficio Stampa Marcello Caliman, ci tenne a dire che “Puntuale la determinazione adottata per la revoca che è stata illustrata in aula dall’assessore ai Servizi Sociali e Politiche della Famiglia sig. Giuseppe Treglia in particolare nella considerazione che la materia è di esclusiva competenza statale. Attualmente la famiglia è riconosciuta nell’ordinamento italiano come una “società naturale fondata sul matrimonio” ai sensi dell’art. 29 della Carta Costituzionale, ancorando la famiglia al matrimonio e negando il carattere di famiglia in senso giuridico a ogni forma di convivenza che, pur socialmente accreditata, prescinda dal vincolo matrimoniale tra un uomo e una donna.

Insomma ancora una volta la politica, in particolare quella impersonificata da Michele Forte e dalla sua maggioranza, si dimostrava prona agli interessi dell’arcivescovato, dimostrandosi pronta ad ubbidire, senza fiatare, agli ordini che provenivano dalla sede arcivescovile di Gaeta.

Sono passati oltre sei anni, da quella che noi consideriamo una ferita per la nostra democrazia, ed è ora di porvi rimedio, motivo per il quale chiediamo che il sindaco Bartolomeo, quanto prima riporti in consiglio comunale la delibera 52 del 25 giugno 2007.

D’altronde in questi anni il dibattito, checché ne dica l’arcivescovo di Gaeta, è andato avanti, tanto che in molti comuni il registro delle unioni civili per le coppie di fatto è una realtà.

E addirittura c’è chi va oltre.

Infatti il sindaco di Napoli, De Magistris, ha disposto che vadano registrati negli uffici dell’Anagrafe del Comune i matrimoni gay celebrati all’estero, cosa che suggeriamo di fare al sindaco Bartolomeo. Sappiamo bene che entrambi le due disposizioni troveranno nuovamente la ferma opposizione dell’arcivescovo e dei suoi, ma non siamo disposti a considerare il comune di Formia una succursale dell’arcivescovato.

E questo nell’attesa che il governo centrale dia il via libera finalmente ai matrimoni per le coppie omosessuali.

Gennaro Varriale

segretario del circolo PRC “Enzo Simeone”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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