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Il numero 20 raccoglie i comunicati stampa del Luglio del 2015. Nel primo articolo abbiamo denunciato lo strano caso delle case popolari di Penitro (lotto 11°), che ad appena sei anni dalla loro realizzazione hanno bisogno di interventi di recupero, di manutenzione e di messa in sicurezza. Costo dell'operazione: 413.165,52 euro. Nel secondo articolo abbiamo chiesto al futuro assessore al bilancio del comune di Formia se le scuole religiose di Formia pagano la tassa sugli immobili oppure no? Siamo ancora in attesa di una risposta. Nel terzo articolo abbiamo annunciato la nostra adesione all'iniziativa dei comitati civici di Formia, che hanno deciso di dare un benvenuto colorito al presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti. Nel quarto articolo abbiamo approfittato, dell'annuncio del consigliere regionale Ernico Forte circa lo stanziamento di 160 milioni di euro per la realizzazione della Pedemontana di Formia, per denunciare il gioco sporco dei politici locali che attraverso gli annunci prende in giro i cittadini di Formia. Nel quinto articolo, dopo aver appreso che la regione Lazio ha autorizzato la Cooperativa La Marea di Procida (NA) a realizzare un impianto di allevamento di mitili davanti a Monte D’Oro di Scauri, abbiamo chiesto l'abolizione dell'area sensibile del golfo di Gaeta. Nel sesto articolo abbiamo denunciato il fatto che il comune di Formia continua ad essere una depandace di Acqualina, tanto da non aver voluto discutere l'approvazione della delibera di iniziativa popolare contro il distacco dei contatori dell'acqua. Nel settimo articolo abbiamo sottolineato la presenza di una discarica di rifiuti all'interno del parco di Gianola. Nell'ottavo articolo abbiamo denunciato come l’iniziativa “Garanzia Giovani” sia l’ennesima fregatura escogitata ai danni dei lavoratori da parte della classe politica che governa da decenni questo paese. Nel nono articolo abbiamo denunciato come nonostante i servizi manutentivi comunali siano stati appaltati alla COFELY ITALIA S.P.A., il comune di Formia continui a spenderne altri, affidandosi ad altre società per lavori di manutenzione ordinaria (e straordinaria).

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Lo scandalo dei regali alla chiesa continua

29 Luglio 2015

L’Ufficio Stampa del comune di Formia ha tenuto a farci sapere che la Regione Lazio ha stanziato un finanziamento di 413.165,52 euro per il recupero, la manutenzione e la messa in sicurezza delle case popolari di Penitro (lotto 11°).

Quello che ci preoccupa sono le motivazioni che giustificano la necessità dell’intervento.

Infatti gli alloggi, inaugurati nel giugno 2009, presentano già da tempo problemi strutturali e igienico-sanitari (muffa sulle pareti, marciapiedi senza massetto, degrado complessivo che richiedono interventi manutentivi di una certa consistenza.

Ovviamente non è mancato il commento dell’amministrazione comunale, che infatti si è subito speso in elogi nei confronti della Regione Lazio, nulla ha detto del perché dopo appena 6 anni si è reso necessario spendere 400mila euro di soldi pubblici per risolvere problemi di natura strutturali.

Leggendo la Deliberazione di giunta regionale n. 352 del 14 luglio 2015, apprendiamo che i lavori interesseranno: la realizzazione di una nuova copertura a pannelli coibentati sovrapposta alla precedente per risolvere problemi di infiltrazioni e di microlesioni dell’intonaco delle facciate; la realizzazione di un impianto citofonico per 25 unità immobiliari; la sistemazione del piazzale pertinenziale con posa di pavimentazione e di griglie per la raccolta dell’acqua piovana; modifiche all’alloggio est dell’edificio B.

Non sarebbe stato meglio che a pagare venissero chiamati a rispondere chi ha invece commesso materialmente (l’impresa) il danno e chi lo ha tollerato omettendo di controllare la qualità dell’opera? Così come non basta annunciare l’apertura di uno sportello informativo dell’ATER in Via Rio Fresco a Formia, località Scacciagalline.

E’ invece necessario mettere mano al portafoglio

L’ATER ha realizzato “l’indagine della situazione abitativa nella provincia di Latina”, ma nessuno ha mai visto questo documento, tantomeno noi siamo riusciti a trovarlo sul suo sito.

Vogliamo conoscere lo stato del patrimonio immobiliare dell’ATER della nostra città e conoscere quali sono gli interventi necessari affinché ogni inquilino possa usufruire di un alloggio in perfette condizioni abitative, senza cioè il rischio di vedersi crollare il soffitto in testa.

Nella nostra città ci sono alloggi popolari che sono definiti speciali (Tavola P-TEC/4 – Edifici d’interesse storico-architettonico – Variante generale al piano al PRG).

Centinaia di alloggi popolari che hanno soddisfatto per anni la sete abitativa degli strati sociali meno abbienti.

La necessità di realizzarni di nuovi è ancora più forte, sia perché la crisi ha divorato il tesoretto che molti avevano messo da parte per potersi costruire/comprare casa, cadendo addirittura in povertà (assoluta o relativa che sia) e sia perché nella nostra città il valore delle abitazioni a metro quadro/SUL oscilla tra i 2200 euro (della zona collinare) ai 3200 euro del centro e quindi l’edilizia privata è per molti inavvicinabille.

E’ quindi necessaria rilanciare una politica veramente pubblica, elimando allo stesso tempo l’edilizia convenzionata, specchietto per l’allodole di chi crede di poter soddisfare le proprie necessità abitative a prezzi stracciati, ma che di fatto si mette sul groppone un mutuo che negli anni diventa insostenibile.

Ed invece purtroppo ci risulta che nei prossimi anni, nella nostra città, non verrà realizzato nessun alloggio popolare, nonostante le oltre duecento domande che giacciono sui tavoli degli uffici comunali.

Evidentemente le priorità della politica sono ben altre.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Le scuole religiose di Formia pagano la tassa sugli immobili oppure no?

26 Luglio 2015

Al futuro assessore al bilancio al comune di Formia ci piacerebbe chiedere se «le scuole religiose di Formia pagano la tassa sugli immobili oppure no».

Il dubbio ci è venuto dopo aver letto la sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto la legittimità della richiesta dell’imposta comunale sugli immobili avanzata dal comune di Livorno agli istituti scolastici gestiti da enti religiosi.

Nel 2010, l’ufficio tributi del municipio toscano aveva mandato alle scuole paritarie una cartella esattoriale per riscuotere l’ICI degli anni dal 2004 al 2009. Gli istituti si erano opposti e i primi due gradi di giudizio avevano dato loro ragione.

Fortunatamente i giudici della quinta sezione civile (sezione tributaria) della Suprema Corte hanno ritenuto che, visto che gli studenti pagano per frequentare una scuola paritaria, essa è da considerarsi un’attività commerciale a tutti gli effetti, anche se non ha fini di lucro. E come tutte le attività commerciali, anche le scuole paritarie sono obbligate a versare l’imposta.

Gli istituti quindi devono saldare gli arretrati. In particolare, le scuole Santo Spirito e Immacolata devono restituire al comune 422.178 euro.

Secondo l’avvocato che ha difeso l’amministrazione livornese in Cassazione, anche gli altri ottomila comuni italiani, tutti alle prese con i tagli ai trasferimenti e nei guai serissimi con i bilanci, potrebbero fare lo stesso, ma sarà necessario far valere tale principio davanti ai giudici tributari dopo aver chiesto agli istituti religiosi gli arretrati.

Bisogna tuttavia far fretta perché passati cinque anni l’amministrazione comunale perde il diritto a riscuotere l’imposta.

Quindi in definitiva, già oggi, è possibile attivarsi ma solo per i tributi dovuti dal 2010 in poi, e solo fino al 2012, quando la legge è cambiata, cioè quando l’ICI è diventata IMU, e il governo Monti ha previsto una clausola, per la quale gli istituti paritai (in Italia quasi tutti religiosi), non devono versare la tassa sugli immobili, nel caso in cui l’attività è svolta a titolo gratuito oppure dietro un corrispettivo simbolico (non meglio specificato).

Ebbene abbiamo provato a cercare sul sito del comune di Formia una qualche notizia sull’argomento, ma senza alcun risultato.

E quindi il dubbio rimane.

D’altronde se le tasse sugli immobili le devono pagare i comuni cittadini, non si comprende come mai ad essere esentati sono i proprietari (i religiosi) degli immobili dal quale ricavano un reddito (le rette degli studenti che la frequentano).

Eventuali esenzioni sarebbero un offesa a quanti devono fare i salti mortali per essere in regola con le tasse.

Ma non finisce qui, perché con l’introduzione della TASI – che ha sostituito le precedenti imposte – è stato prevista l’esenzione totale per le scuole paritarie che chiedono una retta annuale non superiore a 5.739 euro (scuole per l’infanzia), 6.634 euro (primarie), 6.836 (medie) e 6.914 euro (superiori).

Senza poi dimenticare che il governo Renzi vuole eliminare la tassa sulla prima casa, provvedimento che in realtà a differenza di quanto il presidente dice, premierebbe i ricchi e penalizzerebbe i poveri, visto che con gli introiti delle tasse (comprese quelle sugli immobili), si pagano i servizi pubblici.

Meglio sarebbe invece pensare ad una franchigia, al di sotto della quale l’imposta non si paga, così da tutelare le fasce deboli.

Caro futuro assessore al bilancio al comune di Formia se ci sei batti un colpo.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Aderiamo all’iniziativa dei comitati contro il presidente Zingaretti

23 Luglio 2015

Aderiamo all’iniziativa dei comitati contro il presidente Zingaretti, perché siano convinti che è ora di richiamare la politica alle proprie responsabilità.

Non c’è dubbio che la presenza del presidente Zingaretti nella nostra città, al chiuso del palazzo comunale, è una provocazione bella e buona, soprattutto se l’argomento di cui si vuole parlare è la lotta alla mafia e nemmeno si sono invitate le associazioni che la lotta alla mafia la fanno tutti i giorni, con i fatti e non con le parole.

D’altronde non ci pare proprio che possa darci lezioni di antimafia, visto che il suo partito è pesantemente invischiato nelle indagini di “Mafia capitale”, che hanno portato alla luce il terrificante sistema criminale che ha governato in questi anni Roma, e che vede coinvolti nomi di peso della politica romana.

Tra i 40 indagati oltre a esponenti della destra ex-fascista, come l’ex sindaco Gianni Alemanno, anche numerosi esponenti del Pd.

Un sistema criminale parassitario, che si è alimentato con quelle risorse pubbliche che l’amministrazione capitolina doveva destinava alla manutenzione urbana e ai servizi sociali e che invece, secondo l’accusa, andavano a finire nelle tasche di Carminati e Buzzi.

Per tutta risposta la regione Lazio invece di intervenire laddove era necessario, eliminando sprechi, inefficienze e corruzione, ha lavorato d’ascia tagliando servizi e peggiorando così la vita di noi cittadini.

Facile pensare alla sanità pubblica, devastata da anni di tagli e commissariamenti; all’acqua non più pubblica nonostante l’approvazione di una legge regionale, che purtroppo è rimasta nel cassetto per la precisa volontà di prendere in giro i cittadini; all’esplosione della disoccupazione, nonostante da anni si sprechino soldi nella formazione, senza però alcun criterio oggettivo, se non quello di ingrassare le società che se ne occupano; al trasporto pubblico locale, da anni in uno stato comatoso per l’assenza degli investimenti economici necessari ad avere treni che non siano simili ai carri bestiame; all’ambiente sempre più alla mercè di imprenditori senza scrupoli, perché viene prima di tutto il profitto di pochi e poi la salute di molti; alla gestione dei rifiuti, con pochi privati che dettano legge, infischiandose nelle leggi di uno stato sempre più colposamente distratto.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

C’è sempre un Forte nella storia della Pedemontana

21 Luglio 2015

Nei giorni scorsi il consigliere regionale del PD Enrico Forte ci ha tenuto a far sapere che il CIPE ha sbloccato ben 160milioni di euro per la realizzazione della variante alla S.S. 7 Appia in Comune di Formia, meglio nota come Pedemontana, e questo grazie all’inserimento della Pedemontana di Formia tra le opere strategiche della Regione Lazio.

E ha anticipato che il prossimo passaggio, che vedrà Anas e Regione protagonisti sarà la firma della convenzione e l’avvio della progettazione”.

Peccato che in realtà un progetto già esiste e che l’unico problema è reperire i soldi necessari a che l’opera venga realizzata nella sua interezza.

Intanto è meglio chiare in cosa consiste la realizzazione della “Pedemontana di Formia”. Ufficialmente l’intervento riguarda la realizzazione della variante stradale, dalla lunghezza di circa 11 chilometri, alla statale S.S. 7 Appia per il tratto che, partendo dal territorio di Gaeta in località Puntone, attraversa l’abitato di Formia e termina in località Santa Croce, in corrispondenza dello svincolo per Cassino e Napoli.

Ma veniamo ai fatti, perché come diceva il compagno Marx: “la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”.

E lo possiamo fare perché abbiamo recuperato un verbale del 29 marzo 2006 del CIPE, cioè del Comitato interministeriale per la programmazione economica, nel quale c’è scritto chiaramente che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti specifica che il progetto è stato redatto dall’ATI Politecnica Soc. coop. a r.l. e SATPI Consulting Inginering s.r.l., risultata aggiudicataria della gara disposta con delibera di Giunta 10 dicembre 1996, n. 9700, dalla Regione Lazio, la stessa regione ha anche stipulato con l’ANAS, il 15 settembre 1997, un’apposita Convenzione relativa al cofinanziamento delle progettazioni incluse nella programmazione triennale della viabilità.

L’opera costerà circa 400 milioni di euro (in realtà in un altro documento del 2011 il prezzo schizza a oltre 500 milioni di euro). Nei giorni scorsi il presidente dell’ANCE, l’associazione dei costruttori, di Latina, ha addirittura parlato di ben 735 milioni. Non proprio bruscoli insomma.

Lo stesso Francesco Carta, segretario del circolo degli allora Democratici di sinistra (poi trasformatisi in PD), scriveva che era necessario completare il progetto definitivo e reperire finanziamenti per 439 milioni e 150 mila Euro e concludeva mettendo in dubbio la sufficienza di questo stanziamento, per la possibilità del sorgere di imprevisti.

Insomma numeri buttati a caso, giusto per fare impressione e regalare l’ennesimo trofeo del nulla alla città (Gli altri due sono: il policlinico del Golfo e il porto turistico)

Nel verbale si racconta la storia del lungo iter burocratico, che alla fine a visto anche l’intervento della Regione Lazio, che con delibera di Giunta 24 gennaio 2006, n. 47, ha espresso parere favorevole all’approvazione condizionato all’ottemperanza, delle prescrizioni indicate nella delibera stessa.

Ovviamente è inutile chiedere quali siano, saranno ben nascoste in qualche cassetto (chiuso a chiave). Non sappiamo dunque di cosa il consigliere Enrico Forte stia parlando, ma gli consigliamo di smetterla con gli slogan, a cui tra l’altro possono abboccare solo i suoi colleghi di partito (Sandro Bartolomeo, Giancarlo Cardillo e Paolo Ciorra).

E’ forte il rischio di fare la fine del suo onomino formiano Michele Forte, nonché ahinoi sindaco della nostra città, che una volta sì e un’altra pure cercava di venderci, come già fatta, proprio la Pedemontana, arrivando a far esporre addirittura uno striscione, pagato dalla cittadinanza, con il progetto dell’opera stradale incriminata.

L’ultimo suo annuncio è datato 2012.

A noi che siamo attenti lettori delle cronache locali e non, la storia infinita della Pedemontana di Formia ci fa venire in mente quella dell’autostrada Roma-Latina.

Non hanno ancora posato una pietra che la procura contabile del Lazio ha quantificato un danno erariale di venti milioni di euro.

D’altronde è facile anticipare che qualora l’opera dovesse iniziare si dovranno fermare i lavori, visto che agli stimati 500 milioni di euro per la realizzazione dell’opera ne mancano ben 235 di milioni per portarla a termine (almeno secondo il presidente dell’ANCE di Latina).

Però si mettera in moto un meccanismo predatorio tale da far impallidere il ben noto “Sistema Formia”. E di questo ne siamo sicurissimi.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Basta ipocrisie, aboliamo l’area sensibile del golfo di Gaeta

20 Luglio 2015

Abbiamo appreso da fonti giornalistiche che la regione Lazio ha autorizzato la Cooperativa La Marea di Procida (NA) a realizzare un impianto di allevamento di mitili davanti a Monte D’Oro di Scauri.

Eppure la giunta regionale del Lazio, con deliberazione n.116 del 19 Febbraio 2010, ha designato il tratto di mare che va da Punta Stendardo a Torre del Fico, nell’area del Parco Regionale di Gianola (una delle tre aree protette che costituiscono il parco “Riviera di Ulisse”), come “area sensibile”, stabilendo tra l’altro “che fatti salvi gli impianti concessi in conformità con quanto previsto dall’art.13 della l.r. 4/2009, all’interno dell’area sensibile del Golfo di Gaeta sono vietati nuovi impianti di attività di mitilicoltura e piscicoltura o ampliamenti degli impianti esistenti; gli impianti esistenti e autorizzati allo svolgimento di attività di mitilicoltura e piscicoltura sopra specificata, siti all’interno dell’area sensibile del Golfo di Gaeta, devono essere ricollocati fuori dall’area sensibile e posizionati in modo tale che le correnti non convoglino gli apporti inquinanti prodotti nella zona marina individuata come area sensibile, in accordo a quanto previsto al comma 3 dell’art. 2 del regolamento regionale n. 13/2009.

E inoltre di stabilire che “La Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli del Dipartimento Territorio provvederà ad istituire una Task Force composta dai rappresentati di tutti gli Enti competenti in materia per svolgere azioni di indagine, di studio, di monitoraggio e strutturali tese a ridurre il carico di sostanze inquinanti in mare.”

Non sappiamo se il nuovo impianto di allevamento di mitili sia incluso nell’area sensibile o meno, o se la cooperativa puteolana abbia potuto usufruire di qualche stato di eccezionalità, ma sicuramente l’autorizzazione è indice della colposa sciatteria con la quale si continua a cedere ai privati porziosi di territorio pubblico, in assenza di qualsiasi seria utilità per il pubblico stesso.

Eppure l’approvazione della deliberazione n.116 del 19 Febbraio 2010 aveva lasciato ben sperare, soprattutto quanti nel golfo di Gaeta hanno deciso di viverci e pretendono di farlo avendo intorno un ambiente sano.

Un ottimismo che di fatto lasciava intatta la speranza di successivi interventi di salvaguardia dell’intero golfo di Gaeta.

La regione Lazio invece di prevedere, come è d’obbligo per chi gestisce la cosa pubblica, l’estensione del vincolo ambientale alla costa scaurese e a tutto il bacino del fiume Garigliano, cosa fa? Autorizza l’ennesimo scempio ambientale.

Che il golfo di Gaeta abbia seri problemi di inquinamento non lo inventiamo noi, ma è certificato da uno studio finanziato, con la somma di 750mila euro, dalla Provincia di Latina.

Il progetto di ricerca Samobis, dalla durata di tre anni, vede la collaborazione della Provincia di Latina, dell’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’ e dell’Arpa Lazio.

L’obbiettivo è quello di monitorare lo stato delle acque superficiali interne e costiere del golfo di Gaeta.

I primi dati dicono inequivocabilmente che il litorale di Scauri e Marina di Minturno (da Monte d’Oro fino al Garigliano) risulta caratterizzato da gravissimo inquinamento di natura organica, derivante cioè dalla selvaggia urbanizzazione e dagli impianti di zootecnologia disseminati sul territorio. Ovviamente pesa tantissimo l’assenza di un efficiente sistema di depurazione.

E’ di tutta evidenza che la deliberazione n.116 del 19 Febbraio 2010 è rimasta tutta sulla carta e che nessun serio provvedimento è stato preso per frenare la devastazione ambientale di cui è vittima il golfo di Gaeta.

A questo punto non varrebbe la pena cancellare l’area sensibile del golfo di Gaeta?

In ultimo ricordiamo che sempre nel nostro golfo è in corso di ampliamento il porto commerciale di Gaeta, ma su questo ritorneremo in un successivo comunicato stampa.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Un consiglio comunale ad uso e consumo di Acqualatina

18 Luglio 2015

Lo spettacolo che è andato in scena durante l’ultimo consiglio comunale è a dir poco imbarazzante. Nella confusione più totale, fatta di urla, accuse reciproche, isterismi vari, i consiglieri e le consigliere della maggioranza del sindaco Bartolomeo hanno dimostrato, e confermato, che le considerazioni e le proposte dei cittadini, per loro, non valgono nulla. Vengono invece presi in considerazione e difesi a tutti i costi, solo gli interessi di Acqualatina, anche sovvertendo lo statuto comunale e mentendo spudoratamente e senza ritegno davanti all’intera città. E tutto al solo fine di garantire un sistema di potere di un sindaco che per arroganza e strafottenza assomiglia sempre più ad un gerarca.

I cittadini chiedevano la votazione di una delibera consiliare che vietasse al gestore privato il distacco e/o la riduzione di flusso idrico per gli utenti morosi, al solo scopo di ridimensionare le modalità estorsive che questa società adotta per il recupero dei “presunti” crediti.

La proposta di delibera, assolutamente ammissibile e votabile per il solo fatto di essere stata più volte e senza eccezioni di sorta presentata all’odg del consiglio comunale, è stata invece dichiarata inammissibile da una incredibile e non prevista richiesta di votazione proposta dal consigliere Bortone di Sel su comando del sindaco.

Ieri la maggioranza dei consiglieri/e, radiocomandati dal sindaco, ha di fatto rifiutato di confrontarsi con questa proposta, nascondendosi dietro un inesistente difetto procedurale, dimostrando superficialità e strafottenza verso quelli che sono i reali problemi dei cittadini e dimostrando di non essere in grado di perseguire alcun percorso di democrazia partecipata, pur avendolo strombazzato in campagna elettorale, dimostrando di esercitare il potere per il potere con pressapochismo, arroganza, sudditanza e complicità.

Ribadiamo pertanto a quelli di Sel che, nonostante la nota a margine del consiglio, la loro proposta votata in consiglio non ha nulla a che vedere con la proposta dei cittadini !!! Bene hanno pensato i loro colleghi di partito ad evitarsi, con l’assenza, l’ennesima figuraraccia della Sel formiana.

E’ noto a tutti che Acqualatina con il suo fatturato da oltre 100 milioni di euro l’anno rappresenta la più grossa organizzazione politico affaristica dell’intera provincia e che si alimenta vorticosamente di finanziamenti pubblici e di estorsioni truccate da tariffazioni, per questo da anni ci battiamo per eliminarla. Ma sappiamo anche che Acqualatina è nata dalla politica e vive di politici pronti a tutto che colludono con i suoi interessi per proprio tornaconto. Per questo non ci stupiscono affatto le affermazioni del sindaco di Formia che, dopo aver affossato con l’artefizio una chiara ed esplicita richiesta di deliberazione popolare volta al rispetto dei diritti primari dei suoi concittadini, ha dichiarato di volersi “… impegnare a livello decisionale, dove le cose possono cambiare..” … sicuramente per lui e per il partito che rappresenta !!! Da giorni infatti i quotidiani locali, parlato di sindaci che per posizione piramidale devono rispondere direttamente a Moscardelli e che lo stesso ha un accordo con il suo collega Fazzone (alias ‘o ras), per la presa del comune di Latina, in cambio delle mani libere su Acqualatina …. ma senza “fastidiosi ostacoli” come delibere popolari di consiglio contro i distacchi dei contatori.

Fatta un minimo di chiarezza sui fatti intercorsi durante il consiglio comunale di ieri, il Partito della Rifondazione Comunista di Formia ribadisce il proprio indiscusso appoggio ai cittadini firmatari di quella proposta, al Comitato Spontaneo di lotta contro Acqualatina di Formia, e a tutte le iniziative di lotta che questi porteranno avanti in futuro contro il distacco/riduzione dei contatori e per la ripubblicizzazione del servizio idrico nella nostra città e in tutta la provincia di Latina.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il “Parco di Gianola” trasformato in una discarica a cielo aperto

11 Luglio 2015

Probabilmente pochi se ne sono corti ma segnaliamo che all’interno del parco “Parco di Gianola” si trova una discarica di rifiuti a cielo aperto, ma c’è anche altro.

Il tour degli orrori inizia all’ingresso di via Afan de Rivera, dove troviamo i resti di alcune palme, buttati alla rinfusa sul terreno.

Probabilmente l’abbattimento delle palme si è reso necessario in quanto compromesse dall’infestazione da punteruolo rosso.

In questo caso le operazioni di smaltimento dovevano essere effettuate nelle discariche autorizzate all’espletamento di tutti i procedimenti previsti dalla normativa vigente.

E se non così non fosse saremmo davanti ad uno scempio ambientale di notevoli proporzioni.

Subito dopo aver fotografato i resti delle palme ci siamo diretti verso la discarica.

Per raggiungerla è bastato costeggiare il maneggio (anch’esso oggetto di un sequestro) e poi tenersi sulla destra. Dopo appena una cinquantina di metri la si incontra.

Essa sorge a fianco dello scheletro di una struttura in ferro (appena abbozzata), che dal cartello di cantiere che abbiamo trovato nascosto dalle erbacce, una volta ultimato sarebbe diventato un laboratorio di ricerca sulla biodiversità marina e centro di recupero tartarughe.

I lavori, appaltati dall’Ente Parco Regionale “Riviera di Ulisse” alla COSTRUZIONI TERREZZA SRL (costo oltre 60mila euro), sarebbero dovuti terminari nell’ottobre 2014, ma come testimoniano le foto in nostro possesso sono ancora in alto mare e crediamo possa diventare l’ennesimo pozzo senza fondo, dove precipiteranno i soldi della collettività.

All’interno della discarica, che copre un’area di circa 500mq, abbiamo potuto identificare materiali quali calcinacci, una bombola del gas, un bombolone del gas, alcuni elettrodomestici, del materiale ferroso, e tanto altro.

Abbiamo avuto l’impressione che il materiale sia lì da un bel po’ di tempo e che gli autori dello smaltimento abusivo abbiamo avuto tutto il tempo di dileguarsi senza nessun problema.

Rimane da capire come sia possibile che a fronte della tanta sbandierata valorizzazione del territorio del Parco Regionale “Riviera di Ulisse”, all’interno del quale ricadono le tre aree protette di Formia, Minturno, Gaeta e Sperlonga, sia tollerabile quanto da noi raccontato e se non ci sono gli estremi per l’intervento delle magistratura ( è evidente la violazione della legge Ronchi del 1997 sullo smaltimento dei rifiuti).

In particolare ci farebbe piacere cosa ne pensa l’attuale direttore Roberto Rotasso, ex segretario ed ex consigliere comunale del Partito Democratico di Minturno.

Leggendo sul sito del Parco Regionale “Riviera di Ulisse” abbiamo appreso che tra i tanti compiti istituzionali dell’ente parco vi è anche quello “della conservazione e della vigilanza degli ambienti naturali di sua competenza”.

Ed allora? Che qualcuno vada a controllare la regolarità o meno di quanto da noi denunciato, prima che il monte di Gianola diventi l’ennesimo scandalo per la nostra città.

Una lunga successione a cui pare siano rimasti in pochi a non volersi abituare e noi tra questi pochi.

Mentre invece il resto della città sonnecchia indifferente, lasciandosi alle spalle una scia di inutili chiacchiere, buone a niente.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Garanzia Giovani:“i lavoratori tra imbrogli e ricatti”

5 Luglio 2015

Nell’Aprile 2015, con delibera n.60/2015, la giunta comunale di Formia ha deliberato la propria adesione al protocolli d’intesa con oggetto “Attivazione di una Rete di Sportelli per l’informazione e la sensibilizzazione sul Programma Garanzia Giovani e le opportunità legate al job act e alla formazione”, proposto dal Centro di Assistenza tecnica (CAT) della Confcommercio Scarl di Latina, il cui è presidente Giovanni Acampora, capo di gabinetto della giunta Bartolomeo fino alle sue dimissioni, avvenute nell’agosto 2014.

Era inoltre prevista l’apertura di uno sportello informativo, presso il comune di Formia, curato proprio dal Centro di Assistenza tecnica, con lo scopo di sensibilizzare e informare le aziende e i giovani (occupati e inoccupati), sui servizi previsti nel Programma della Garanzia Giovani (ovvero su altre opportunità di lavoro!!!).

Nel Maggio 2015 si è tenuto anche il convegno “Garanzia Giovani: insieme per il lavoro”, presso la Sala Ulisse del Centro Commerciale Itaca (probabilmente le sale comunali erano tutti occupati, tanto da non poter essere usate).

Tra gli interventi istituzioni previsti quello di Lucia Valente, assessore al Lavoro della giunta di Nicola Zingaretti.

Probabilmente ai giovani è stato tenuto ben nascosto che i 400 euro lordi (poi divenuti 500 euro), previsti per i loro tirocini formativi, presso le aziende a cui erano stati assegnati, non sarebbero stati erogati in tempi rapidi, tant’é che dei soldi, finora, neppure l’ombra.

E che addirittura i tirocinanti sono stati costretti ad anticipare i soldi per fare fronte alle spese quotidiane, come il semplice arrivo sul luogo di lavoro.

La verità è che l’iniziativa “Garanzia Giovani” è l’ennesima fregatura escogitata ai danni dei lavoratori da parte della classe politica che governa da decenni questo paese.

Davanti alle legittime potreste di alcuni tirocinanti, che si sono ritrovati sotto la sede della Regione Lazio, l’assessore Valente ha ammesso di non essere capace di guidare il suo assessorato.

Infatti ha spiegato che ci vorranno altri due mesi prima che il problema venga risolto, in quanto essendo soldi comunitari, per poter essere erogati vanno monitorati e giustificati e che loro non ne sono capaci (questo lo aggiungiamo noi).

La morale che si può cogliere in questo ennesimo scandalo è che non solo ai lavoratori viene promesso uno stipendio da fame, ma che alla fine questo stipendio da fame non viene nemmeno erogato correttamente, perchè alla regione Lazio non sono capaci di farlo.

D’altronde è da anni che i cittadini vedono peggiorate le loro condizioni lavorative, in assequio alla frase “ce lo chiede l’Europa” ed allora i diritti diventano carta straccia, così come lo statuto dei lavoratori si trasforma in un’arnese obsoleto e quindi va abolito in ossequio ai poteri forti che dettano legge.

Ancora peggio nella nostra città, alle prese con una feroce emergenza lavorativa.

Durante la campagna elettorale ci sono giunte più volte voci di promesse di lavoro in cambio della promessa del voto al proprio politico di riferimento.

Ovviamente non siamo in grado di portare prove a sostegno di queste voci, perché nessuno ha il coraggio di metterci la faccia.

Nell’assenza di certezze si fanno avanti imprenditori senza scrupolo, pronti a sfruttare i cittadini fino all’osso, in cambio di stipendi da fame.

Eppure invece di mobilitarsi per dare risposte concrete alla rabbia dei lavoratori, si continuano a spendere milioni di euro in opere e iniziative francamente inutili, delle quali tra l’altro noi abbiamo raccontato molti retroscena

Siamo governati da un frullato misto di arroganza, ignoranza, di interessi privati e di nessuna parvenza dello stato di diritto.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Manutenzione, i conti non tornano

2 Luglio 2015

Nel 2008 il comune di Formia affida i servizi di manutenzione (global services), tramite bando di gara, all’A.T.I. composta, in qualità di capogruppo mandataria, dalla COFETEHC SERVIZI SPA (Conduzione, manutenzione ordinaria impianti di riscaldamento e condizionamento e assunzione della figura di terzo responsabile; servizio energia; adeguamento normativo delle centrali termiche; Manutenzione e gestione degli impianti antincendio;Manutenzione e gestione degli impianti elevatori; Manutenzione e gestione degli impianti antincendio) e dalle imprese mandanti CNS CONSORZIO NAZIONALE SERVIZI (Servizio pulizia edifici comunali e Servizio di manutenzione verde pubblico), FURLAN COSTRUZIONI ITALIA SRL (Manutenzione ordinaria strutture edili edifici scolastici), PALAZZO BITUMI SRL (Servizio manutenzione strade e piazze).

Nel 2009 la COFETEHC SERVIZI SPA diventa COFELY ITALIA S.P.A.

Il contratto, del valore complessivo di 14,4 milioni di euro, ha la durata di nove anni (scade nel 2017).

Nel maggio 2012 il contratto esistente viene modificato, con l’aggiunta di ulteriori servizi che fanno salire ancora l’importo iniziale, ad una cifra che non è dato sapere.

Tutto finito? Invece pare proprio di no, tant’è che oltre ai soldi per pagare la COFELY ITALIA S.P.A. e le sue sorelle, il comune di Formia decide di spenderne altri, affidandosi ad altre società per lavori di manutenzione ordinaria (e straordinaria).

L’ultimo in ordine di tempo è l’INTERVENTO DI DECESPUGLIAMENTO E PULIZIA DI STRADE ED AREE COMUNALI affidato alla ditta VIVAI BARRETTA SRL per un valore di 20mila euro (l’aggiudicazione è stata effettuata con la determinazione n.236 dell’11 giugno 2015).

Leggendo invece il capitolato d’appalto (determinazione n.255) troviamo citati i seguenti elaborati: 01 Relazione illustrativa – QTE – Elenco aree d i intervento, 02 Computo metrico, 03 Elenco prezzi, 04 Schema contratto.

Peccato che poi non siano stati pubblicati, così come vorrebbero le norme che disciplinano la trasparenza amministrativa ma anche semplicemente il buon senso.

Il colpo di teatro è però quando nella stessa determina si parla del fatto che questi lavori non sono compresi nel contratto di affidamento del servizio di global services.

Un appalto di global services che però non è global service, perché ci sono dei servizi esclusi dall’appalto. Sarà verò?

Così come pare paradossale che il comune di Formia, dopo aver ceduto colposamente la gestione dell’acqua ad un privato, abbia deciso di stanziare 300 mila euro di fondi comunali per opere idriche e fognarie che spetta realizzare al privato stesso.

D’altronde le giunte le comunali che in questi si sono succedute hanno sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti di Acqualatina (tanto pagano i cittadini).

Basti pensare che nel 2013 l’allora sindaco Michele Forte ci informò che per sistemare il collettore fognario di Via Unità d’Italia, nella zona di Largo Paone, si sarebbe fatto ricorso ad un finanziamento regionale di 200mila euro, che è solo una parte parte di un finanziamento regionale già assegnato ed utilizzato di tre milioni e 850mila euro, destinato ad interventi di disinquinamento ambientale sul territorio comunale di Formia, che riguarda il rifacimento di ben 17 tratti fognari del territorio comunale, tra cui Via Gesso Paradiso, Via Abate Tosti, Via Farano, e gli impianti di sollevamento nella zona di Vindicio.

Da sempre abbiamo affermato la necessità di una gestione pubblica dei servizi, perché a nostro avviso, se fatta scrupolosamente, è l’unica in grado di abbattere veramente i costi e di garantire che i soldi dei cittadini siano ben spesi.

Invece assistiamo al solito scambio dei ruoli tra opposizione e maggioranza, per cui il dibattito sulle scelte sane verso cui devo orientarsi l’amministrazione comunale risulta ingessato dal fatto che entrambe sono colpevoli del disastro nel quale versa la nostra città.

Ed allora non ci resta che lavorare per una vera alternativa che sappia mettere al centro gli interessi dei cittadini, in particolare degli ultimi.

La politica deve ritornare ad essere l’arte del conflitto e non della poltrona a tutti i costi.

Deve cioè essere in grado di creare gli scenari di resistenza alla gestione pure e semplice dell’esistente.

Il disastro sociale vissuto quotidianamente da migliaia di persone necessità di scelte radicali, che nulla hanno a che fare con la guerra di poltrone che in queste settimane ha caratterizzato l’attuale amministrazione. Un tutto contro tutti che è l’ennesima dimostrazione del fallimento di decenni di politiche affaristico-clientelari.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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