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Il numero 28 raccoglie i comunicati stampa del Marzo del 2016. Nel primo ci siamo occupati nuovamente dell'’immobile che venne sequestrato alcuni anni fa all’ex vice sindaco Nicola Di Muro di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e poi assegnato al comune di Formia e da questo poi all'associazione “Emmanuel Duemila Onlus”. Nel secondo abbiamo denunciato la mancata liquidazione dei contributi per gli affitti, soldi prelevati dal Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, la cui dotazione annua è determinata dalla legge finanziaria, e poi distribuiti alle regioni. Nel terzo abbiamo raccontato di come il Pd di Renzi stia boicottando il referendum anti-trivelle del prossimo17 Aprile. Con esso cerrà chiesto agli italiani se intendono o meno abrogare la norma che consente alle società, che hanno già il permesso di trivellazione, di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Nel quarto abbiamo annunciato la nostra adesione al presidio dei lavoratori della COOP di Formia di Sabato 19 Marzo, con il quali si vuole dire un forte no alla cessione dei punti vendita ad imprenditori privati. Sono coinvolti i punti vendita di Formia, Cisterna, Frosinone, Fiuggi e Terracina. Nel quinto abbiamo denunciato di come l'annuncio del potenziamento della linea ferroviaria Roma-Formia da parte del presidente Nicola Zingaretti sia una bufala, visto che verranno utilizzati treni inadatti alla lunga percorrenza. Nel sesto abbiamo raccontato la genesi del nuovo stadio di Maranola.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

La verità sulla villa di Acquatraversa

30 Marzo 2016

Più volte ci siamo occupati – senza ricevere ascolto alcuno se non dalla stampa – della villa di Acquatraversa e proprio per questo riteniamo doveroso occuparcene nuovamente, anche per sgombrare il campo – ancora una volta -dalle nubi minacciose che pare ritornino ad addensarsi su di essa, soprattutto in vista della scadenza della convenzione che il comune di Formia ha stipulato con l’associazione “Emmanuel Duemila Onlus”.

E’ necessario però fare qualche passo indietro perché anche i lettori più distratti capiscano di cosa stiamo scrivendo.

Nella città di Formia è ubicato – in località Acquatraversa – un immobile/fabbricato su di un lotto di terreno di mq. 2333, composto di due piani fuori terra ed un piano interrato per una superficie lorda di 870 (censito al N.C.E.U. di Formia al Foglio 15 di Formia, particella 292, sub 1,2,3,4,5,6). E’ inoltre dotato di giardino, di una piscina e di accesso al mare.

L’immobile venne sequestrato alcuni anni prima all’ex vice sindaco Nicola Di Muro di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e poi assegnato al comune di Formia con Con Decreto di trasferimento del Ministero delle Finanze – Direzione Centrale del Demanio – del 3.8.2000 n. 53578.

Con Delibera della Giunta Comunale n. 365 del 24.10.2002 l’Amministrazione comune ha recepito la destinazione dell’immobile in parola quale centro polivalente per disabili, con attività diurna e comunità alloggio, da realizzare in collaborazione con il volontariato qualificato di importanza almeno regionale.

Con successiva Deliberazione della Giunta Comunale n. 212 del 31.10.2003, veniva recepita la destinazione d’uso sempre a carattere sociale, con la possibilità di utilizzo dell’immobile a favore delle fasce più deboli e svantaggiate, quali soggetti diversamente a-bili, ragazze madri, persone affette da autismo, realizzando pertanto nell’immobile stesso un centro di accoglienza ed integrazione per tali categorie più svantaggiate.

In data 0508/2004 con nota prot. 27782 l’Agenzia del Demanio – Direzione Centrale di Roma – Sezione Beni Confiscati ha approvato la variazione della destinazione dell’immobile quale “centro di accoglienza ed integrazione per le categorie più svantaggiate”.

Con Deliberazione della Giunta Comunale n. 120 dell’1.5.2004 è stato approvato il progetto esecutivo relativo ai lavori di adeguamento dell’immobile in parola, con conseguente mandato per l’affidamento dei lavori a seguito di espletamento di gara d’appalto.

L’associazione “Emmanuel Duemila Onlus” con sede allora in Formia – Via del Castello n. 5, nella persona del presidente Don Vittorio VALERIO, presentava richiesta in data 13.10.2003 prot. 29979, manifestando con essa la propria disponibilità a gestire la struttura in parola a mezzo di comodato d’uso gratuito con finalità sociali e in conformità alla destinazione d’uso fissata per detto immobile.

La stessa faceva seguito alle precedenti istanze presentate in data 8 novembre 2001 prot. 34457 e in data 8 agosto 2003 prot. 23566. Nel 2004 l’allora sindaco del comune di Formia, nonché attuale, con delibera di giunta n°301/2014, avente per oggetto “l’assegnazione in comodato d’uso gratuito alla Comunità per l’utilizzo di un immobile in località Acquatraversa sequestrato alla camorra e trasferito in proprietà al Comune di Formia”, concedeva – per un periodo di 9 anni – all’Associazione Emmanuel Duemila Onlus di Formia, fondata e guidata da don Vittorio Valerio ed espressione diretta della Comunità Emmanuel – Fraternità dell’Incarnazione.

Nel 2007, con delibera di giunta comunale (di cui non abbiamo gli estremi), la concessione dell’immobile veniva poi prorogato fino al 2016. La struttura avrebbe dovuto ospitare: centro per soggetti disabili a carattere residenziale e con attività diurna; centro di accoglienza di bambini e minori disabili con attività diurna; percorsi di formazione ed approccio artistico per soggetti disabili; punto di incontro per persone affette da autismo; progetto “Una mano amica” per soggetti sordomuti; progetto “giovani per un mondo unito”; colonia estiva diurna per soggetti diversamente abili”; compatibilmente con l’attività di accoglienza permanente avviata nella struttura, iniziative di sostegno ad attività estive diurne a favore di ragazzi e ragazze in gemellaggio (già sottoscritti o da intraprendere) con paesi europei ed extracomunitari; collaborazione per soggiorni estivi con bambini e giovani portatori di ritardi evolutivi, intellettivi, handicaps motori e malattie gravi; progetto di formazione umana dei figli di immigrati che vivono del territorio comunale, finalizzata alla loro socializzazione ed integrazione.

Abbiamo più volte denunciato la mancata attivazione di tali servizi. Nell’Ottobre 2014 anche l’ufficio Urbanistica, Edilizia e Patrimonio del comune di Formia si accorge che qualcosa non va ed invia una nota ufficiale all’associazione Emmanuel Duemila Onlus, all’attuale sindaco Sandro Bartolomeo e al presidente della Commissione Beni Confiscati Giuseppe Bortone, nella quale precisava che il Comune di Formia aveva avviato il procedimento amministrativo per la revoca del contratto di comodato che affidava la villa di Acquatraversa alla Associazione Emmanuel Duemila Onlus».

Le motivazione della revoca sono nelle numerose inadempienze da parte del comodatario in ordine al perseguimento del fine sociale stabilito. Non sappiamo però se l’atto di revoca – annunciato con la news pubblicata in data Venerdì 31 Ottobre 2014 – sia stato mai formalizzato.

D’altronde non vi è stato nessun atto ufficiale pubblicato sull’albo pretorio online che confermi l’avvenuta revoca. Siamo giunti ormai alla naturale scadenza della concessione e da parte dell’attuale amministrazione comunale non è stata ancora annunciata la nuova destinazione. Non vorremo ritrovarci di nuovo nella stessa situazione.

Per questo chiediamo ufficialmente di conoscere quali sono le intenzioni dell’attuale amministrazione non solo a proposito della villa di Acquatraversa ma di tutti i beni sequestrati alla criminalità organizzata.

La nostra proposta è nota: la villa sia gestita direttamente dal comune.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

I cittadini attendono da anni che vengano liquidati i contributi per gli affitti

25 Marzo 2016

Il 17 Marzo scorso – è stata pubblicata la graduatoria definitiva dei cittadini residenti a Formia che hanno diritto al sostegno alla locazione per l’annualità 2015.

I soldi sono prelevati dal Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, la cui dotazione annua è determinata dalla legge finanziaria, e poi distribuiti alle regioni.

Annualmente, su disposizione della Regione Lazio, viene indetto un Bando pubblico a favore di nuclei familiari in particolari condizioni di disagio e difficoltà socio-economiche per il sostegno al pagamento dei canoni di locazione per immobili ad uso abitativo.

Per poter accedere al beneficio occorre: essere residente nel comune presso cui viene depositata la domanda; essere in possesso di un regolare contratto di affitto regolarmente registrato e rinnovato e infine non essere assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica.

I Comuni, approvate le graduatorie definitive le trasmettono alla Regione la quale, con determinazione del dirigente trasferisce al Comune l’importo del contributo assegnato dalla Giunta regionale.

Dopo di che è necessario far i conti con la burocrazia dei palazzacci romani, che quanto a velocità non primeggiano mai, anzi fanno di tutto per esasperare gli animi delle persone che aspettano che il contributo, a cui hanno diritto, giunga nelle loro tasche e che in genere sono alla canna del gas.

Da una nostra ricostruzione ci risulta che l’ultima annualità liquidata correttamente sia stata quelle dell’anno 2010 e dell’anno 2011. In questo ultimo caso hanno liquidato appena 30 euro a famiglia con la scusa che non c’erano i soldi (Una cifra che dovrebbe far arrossire chiunque). Nel 2012 non è stato possibile pubblicare alcun bando perché la regione Lazio non ha stanziato alcuna cifra. Nel 2013 e nel 2014 nonostante le graduatorie sono state stilate non è stato liquidato alcun importo.

La conferma che le politiche sociali di questo paese sono fatte di molte chiacchiere e pochi fatti.

La grave crisi economica si sta ripercuotendo in modo pesante sulle condizioni di vita delle famiglie, in particolare di quelle maggiormente in difficoltà, non fa che peggiorare la situazione ed allora l’attesa di un contributo – se pur minimo – diventa un tormento.

Molti di questi, non avendo avuto il contributo in tempi utili, rischiano di essere sfrattati o di dover abbandonare l’alloggio, per poi ritrovarsi in mezzo ad una strada, insieme ai propri cari.

D’altronde in questi anni abbiamo assistito ai tagli indiscriminati allo stato sociale, tagli che ovviamente hanno colpito soprattutto gli strati sociali meno abbienti.

Eppure pare che questo non interessi nessuno, tant’è che si continua imperterriti nelle politiche “lacrime e sangue”, che da un lato tagliano i servizi pubblici e dall’altro una volta messi sul mercato li aumentano in maniera esponenziale.

Una svendita dei servizi e dei diritti, che è giocata sulla pelle delle migliaia di famiglie e di persone costrette a inventarsi di tutto per poter sbarcare il lunario e quindi potersi garantire un salario e laddove è possibile – viste le scarse finanze – un alloggio, ma questo pare non interessare la politica di palazzo.

Peccato che l’emergenza abitativa sia ai margini delle agende politiche, nazionali e locali.

Nella nostra città ad esempio non è prevista, nei prossimi anni, la realizzazione di nessun alloggio popolare eppure sono oltre duecento le famiglie che ne hanno fatto richiesta.

Lo abbiamo già scritto più volte: «L’assenza di una politica abitativa “pubblica” è intollerabile».

D’altronde per anni è stato possibile dare un alloggio popolare alle tante famiglie che a causa della mancanza di un reddito sufficiente non potevano rivolgersi al mercato.

E’ stato possibile a Formia, così come in tante città italiane, tramite il fondo GESCAL, che era alimentato dai contributi provenienti dai lavoratori stessi, dalle imprese ed in parte da finanziamenti governativi e che serviva a costruire case per i lavoratori.

Attualmente i fondi GESCAL sono stati aboliti nominalmente, ma, in realtà, continuano ad essere prelevati sotto voci di imposta “contenitore” che accorpano parecchie voci “solitarie” del passato, della serie “cornuti e mazziati”.

Negli ultimi anni questo meccanismo si è bloccato, perché si è preferito gettare le famiglie nelle braccia degli speculatori, che ne hanno fatto un solo boccone.

E’ necessario quindi il ritorno della mano pubblica, affinché venga data una risposta reale ai bisogni dei ceti popolari e non ci si limiti alla sola propaganda.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Referendum anti-trivelle:«Il PD ha paura della volontà popolare»

22 Marzo 2016

Domenica 17 Aprile si svolgerà il referendum sulle trivellazioni in mare. Verrà chiesto agli italiani se intendono o meno abrogare la norma che consente alle società, che hanno già il permesso di trivellazione, di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo.

Nel caso in cui invece il referendum dovesse fallire, alla scadenza delle concessioni le compagnie petrolifere potranno chiedere un prolungamento dell’attività e, ottenute le autorizzazioni in base alla Valutazione di impatto ambientale, potranno estrarre gas o petrolio fino all’esaurimento completo del giacimento.

Peccato che la volontà popolare faccia paura a chi siede alla presidenza del consiglio dei ministri e cioè all’ex-sindaco di Firenze Renzi, tanto che sono partite da subito le manovre di boicottaggio. Lo confermano in ordine di tempo:

1)La decisione del governo Renzi di non accorpare il referendum anti-trivelle con le elezioni amministrative, con il chiaro intento di impedire che si raggiunga il quorum. E’ necessario infatti affinché il referendum sia valido che vadano a votare il 50% + 1 degli aventi diritto. Il mancato accorpamento costerà inoltre 300milioni di euro, non pochi in un momento di crisi come questo, nel quale si nega a molti il diritto ad un reddito;

2)La circolare del Ministero dell’Interno, retto da un uomo del NCD ma nominato da uno del PD, in merito al Referendum di domenica 17 Aprile in cui i cittadini italiani saranno chiamati al voto per il “referendum sulle trivellazioni” entro le 12 miglia dalla costa, con la quale si dispone il divieto “a tutte le Amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni” ai sensi dell’art. 9 della legge del 22 febbraio 2000;

3) la decisione della segreteria nazionale del PD di boicottare la consultazione referendaria , dando indicazione per il “non voto” ai propri iscritti. D’altronde che il PD sia allergico alla volontà popolare lo sanno ormai tutti, tant’è che hanno un capo del governo non eletto dal popolo ma scelto dai poteri forti. In questa opera di disinformazione non è nemmeno da sottovalutare il ruolo della RAI. Infatti è da giorni partita la campagna contro il referendum.

Lo confermano due episodi: In un servizio andato in onda nel Tg2 delle 13 di martedì 15 Marzo parlando del referendum è stato detto: «La trivellazione è considerata un’attività sicura e sulle piattaforme marine italiane non è mai avvenuto alcun incidente», mentre durante la trasmissione di intrattenimento “Uno mattina” su Rai uno di Mercoledì 16 Marzo è stato detto agli ascoltatori che solo i cittadini di alcune regioni saranno chiamati al referendum. Un errore così grave che la Rai si è dovuta subito scusare dando la colpa ad «un semplice errore umano», quando invece sappiamo bene di cosa sono capaci ai vertici della RAI targata PD.

Evidentemente la paura di perdere è così tanta che dai palazzi del potere romano hanno deciso di calcare la mano, arrivando addirittura a piegare le istituzioni ai propri sporchi interessi.

L’unica risposta che possono dare i cittadini onesti è quella di andare a votare in massa per il sì il prossimo 17 Aprile, altrimenti il rischio è che vincano i poteri forti, ai quali degli interessi dei cittadini non frega nulla.

I comunisti ovviamente faranno la loro parte per informare i cittadini sulla necessità di votare sì a un referendum, così da porre un freno allo sfruttamento delle fonti di energia fossile, causa principale dell’inquinamento del pianeta e contrastare l’ingordigia delle aziende petrolifere.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Aderiamo al presidio dei lavoratori della COOP di Formia di Sabato 19 Marzo

18 Marzo 2016

Il Circolo “ENZO SIMEONE” aderisce alle iniziative di lotta dei lavoratori della COOP di Formia, Cisterna, Frosinone, Fiuggi e Terracina, con le quali si vuole dire un forte no alla cessione dei punti vendita ad imprenditori privati.

Il modello che la Unicoop Tirreno ha deciso di adottare è il franchising, con la quale la proprietà vera passa a terzi ma rimane loro la possibilità di utilizzare il marchio Coop nei punti vendita acquistati.

L’ipotesi di cederli in franchising a soggetti esterni al mondo cooperativo è chiaramente il tentativo da parte della Unicoop Tirreno di sbarazzarsi dei lavoratori e dei loro diritti, considerandoli da tempo un peso insostenibile.

Lo sanno bene i sindacati che infatti hanno denunciato come “l’abbandono di una parte delle lavoratrici e dei lavoratori che da anni svolgono con dedizione il proprio lavoro a servizio di soci e consumatori non è una soluzione che può essere condivisa. Si determinerebbe un grave precedente, le ripercussioni del franchising le conosciamo bene e sappiamo quali nefaste conseguenze pagano le persone che ci lavorano”.

Facciamo nostre le preoccupazioni dei sindacati, ma soprattutto dei lavoratori che vedono aprirsi degli scenari lavoratori inquietanti.

In pericolo non sono solo infatti i livelli occupazionali (nessuna garanzia è stata data in tal senso), ma anche le condizioni di lavoro, che non potranno che essere peggiorative rispetto a quelle attuali.

Non si capirebbero altrimenti le vere motivazioni che si nascondono dietro la cessione dei cinque punti vendita.

E’ ormai chiaro a tutti che nell’ambito del mondo del commercio si stanno sperimentando le forme più bieche si sfruttamento e di precarietà.

Abbiamo denunciato più volte di come le inaccettabili forme di precarietà sperimentate nel settore del commercio e della grande distribuzione (anche quella cooperativistica), i salari inadeguati al costo della vita, gli orari impossibili che arrivano a mettere in discussione la vita privata dei lavoratori, sono lo specchio del progetto di smantellamento dei diritti nel lavoro che trova compimento giuridico nel Jobs Act.

Lo stesso succede nell’ambito del mondo cooperativo, nel quale lo spirito di solidarietà e di mutualità – per anni motivi di orgoglio – è stato venduto alla logiche di mercato.

Non siamo però stupiti.

Sono anche che assistiamo ad un graduale ma costante processo di smantellamento dello Statuto dei Lavoratori ad opera del PD (tra i principali beneficiari dei finanziamenti delle cooperative), diventato il braccio armato dei padroni, che utilizzano la crisi per sbarazzarsi dei lavoratori e dei loro diritti.

Facciamo appello a tutte le forze della sinistra e al sindacato, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai giovani, ai meno giovani, ai pensionati, ai tanti a cui viene negato un futuro perlomeno dignitoso, affinché si costruisca un fronte unitario che dica no alla svendita dei diritti dei lavoratori.

Per questo ci attendiamo una massiccia partecipazione al presidio che si terrà Sabato 19 Marzo – alle ore 8.00 – nei pressi del punto vendita COOP che si trova in via Alcide De Gaspari.

Ci aspettiamo inoltre che anche l’attuale amministrazione aderisca, facendo proprie le preoccupazioni dei lavoratori.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Treni: Le sparano grosse senza sapere di cosa stanno parlando

12 Marzo 2016

Da domenica 13 marzo per la linea FL7 Roma – Formia circoleranno due nuovi Vivalto, dei quattro previsti entro aprile, con un incremento del 3,7% dei posti a sedere, pari a 1.620 posti in più al giorno.

Entro aprile anche sulla Roma – Formia sarà completata la sostituzione di tutti i tradizionali convogli con i più capienti Vivalto: per ogni viaggio l’incremento dei posti a sedere sarà pari al 14%

Peccato che i Vivalto – che il presidente della regione Lazio Zingaretti ha promesso entreranno a breve in funzione – sono in realtà treni metropolitani ad alta frequentazione che dovrebbero essere utilizzati unicamente all’interno di aree metropolitane, cioè con un raggio di poche decine di chilometri e con percorrenza temporale prevista di pochi minuti.

Non di centinaia come fa invece Trenitalia che li usa per trasportare le persone da Roma fino a Formia (129 km e 1 ora e 40 minuti) o addirittura fino a Napoli (218 km e 2 ore e 30 minuti di viaggio).

Per un pendolare che li utilizza significano ore di viaggio su una sedia che è la metà di quella di un regionale normale, con poggiatesta che non permettono nemmeno di addormentarsi ed a stretto contatto con altri passeggeri, poiché le distanze tra le sedie sono ai limiti dell’ergonomia; tant’è che due persone di normale statura devono incrociare le gambe e accordarsi su come mettere i piedi per evitare pestarseli.

Il fatto che siano attrezzati per tratti metropolitani, lo dimostra anche quello che è accaduto in Toscana, sulla linea DD Roma-Firenze, dove sono stati temporaneamente sospesi dal servizio, dopo che una porta del treno è volata al passaggio di un costosissimo treno dell’alta velocità.

Ragion per cui per assurdo, sarebbe meglio continuare ad impiegare i vecchi ma comodi treni regionali, invece che sostituirli con TAF, che se migliorano la frequenza quindi l’offerta per utenti occasionali, non migliorano di certo la qualità del viaggio, a cui è più sensibile chi fa avanti e indietro da Roma a Formia.

Fatti che ignora chi decide le strategie del Trasporto Pubblico locale e che probabilmente non prende il treno tutti i giorni dell’anno, esclusi feste e ferie.

A differenza dei tanti pendolari che sono costretti a trasformare il treno in una parte importante della propria quotidianità, quasi una seconda casa se non addirittura un secondo letto per chi deve effettuare spostamenti ben più lunghi.

Siamo alle solite: chi decide delle nostre vite non sa nulla di esse.

Per i politici politicanti è difficile e non impossibile mettersi nei panni dei tanti pendolari che affollano le stazioni per recarsi – tra mille sacrifici – sul posto di lavoro o all’università, in molti casi arrivandovi già stanchi, per aver dovuto subire l’assenza di un servizio di trasporto pubblico all’altezza di un paese civile, quale si considera il nostro.

E spesso il ritorno a casa è anche peggiore

Ovviamente di questi “dettagli” non se ne sono resi conto né il sindaco Bartolomeo né l’assessore all’intelligenza” urbana Marciano, più preoccupati a battere il record di commenti entusiastici su facebook a favore del capo Zingaretti che non delle effettive conseguenze che propri concittadini dovranno patire , a meno che non si abbiano i soldi per l’Intercity, come forse il pendolare assessore Marciano, ed allora la situazione cambia completamente.

Evidentemente sono ringraziamenti di comodo al solo scopo di ottenere riconoscenza dai vertici del PD, nell’attesa di un premio che probabilmente tarda ad arrivare.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Uno stadio invece che due

8 Marzo 2016

Nel Maggio del 2006 il consiglio comunale di Formia (maggioranza di centrosinistra), con deliberazione n.53/2006, approvava la proposta avente come oggetto “una convenzione tra il comune di Formia e la società CONI Servizi SpA”.

Nelle premesse della convenzione si spiegavano meglio i termini dell’accordo tra le parti.

In cambio della cessione dello stadio comunale N. Perrone, in località S. Pietro, di proprietà del comune di Formia, la società CONI Servizi SpA si impegnava a realizzare due campi in erba sintetica dell’ultima generazione, comprensivi di recinzione, esistenti presso l’area dell’ex ENAOLI e la frazione Maranola e a fornire in opera uno spogliatoio prefabbricati con i necessari requisite tecnici e dimensionali, nonché a realizzare sull’area dello stadio N. Perrone, nuovi impianti quali: uno stadio di rugby ed una struttura coperta polivalente per l’esercizio di nuove discipline olimpiche.

Si autorizzava la giunta comunale ad approvare il progetto definitivo di riqualificazione dei campi sportivi comunali ed i tempi di consegna delle opere che il C.O.N.I. che avrebbe realizzato, nonché l’ulteriore specificazione di impegni sempre da parte del C.O.N.I. nei confronti della Città di Formia attraverso la stipula di apposita convenzione.

Si impegnava inoltre il sindaco (allora Sandro Bartolomeo) a verificare la possibilità di edificare un nuovo stadio di calcio in altra zona della città.

Nel luglio 2006 si riuniva il consiglio di amministrazione della CONI Servizi SpA che autorizzava, all’unanimità, la stipulazione di un contratto con il Comune di Formia per l’acquisto del campo di calcio e della relativa area di mq. 12.800 confinante con il Centro di Preparazione Olimpica, a fronte della realizzazione da parte della Società stessa di opere, su altro impianto sportivo del Comune di Formia, comportanti un onere non superiore ad € 2.165.800.

Dalla lettura del verbale abbiamo appreso che nel frattempo il comune di Formia aveva richiesto la realizzazione di un solo impianto in luogo dei due originari, mediante ampliamento e completa risistemazione di quello esistente nella frazione di Maranola.

Ignoriamo se questo cambio di rotta (uno stadio invece di due) abbia avuto il benestare del consiglio comunale, sappiamo solo che nel novembre 2006 veniva redatto presso il notaio Raffaele Ranucci l’atto che sanciva ufficialmente l’avvenuto scambio tra il comune di Formia e la società CONI Servizi SpA.

Nell’atto n.92667 del 28/11/2006 vi è un passaggio che è interessante e cioè che “il Comune di Formia con delibera del Consiglio Comunale del 31 maggio 2006 n.53 – che in copia autentica si allega al presente atto sotto la lettera “B” – ha autorizzato la predetta cessione in cambio della realizzazione dei lavori presso l’impianto in Maranola, così come specificato nella delibera della Giunta Comunale n. 401 del 24 novembre 2006 (non è allegato all’atto).

Non è stato cioè il consiglio comunale ha decidere la soluzione di uno stadio invece di due ma la giunta comunale, senza che quest’ultima avesse un mandato esplicito (o almeno manca agli atti in nostro possesso).

Cosa che a nostro avviso è una forzatura grande come una casa, tanto grande da rasentare l’illegittimità. D’altronde questo è il modo con il quale viene amministrata la nostra città.

Ma non finisce qui.

Ovviamente non ci aspettiamo alcuna risposta da un’amministrazione che si è sempre caratterizzata per l’assenza di trasparenza e di una progettualità che sia capace di essere al servizio dei cittadini e non dei soliti noti.

D’altronde è sotto gli occhi di tutti l’incapacità della stessa di amministrare per il bene comune e non per il bene di pochi privilegiati.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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