..................................... Fabbisogno abitativo.......................................

Nel territorio comunale, storicamente, la costruzione di case non ha seguito l’andamento demografico. Nel senso che c’era da attendersi l’assorbimento dei vani sovrabbondanti da parte delle nuove famiglie. Invece il tempo ha dimostrato che il rapporto tra abitazioni non occupate, circa 5.518 nel '91, e famiglie è rimasto costante. Ciò significa che quanto costruito invece di essere destinato a chi ne ha bisogno, è stato impiegato dalla rendita che ha continuato ad aumentare la disponibilità di abitazioni per vacanze (circa 1.545 abitazioni), a fronte di nuove generazioni che continuano a restare senza abitazione, per questo costrette ad emigrare nei territori limitrofi.

La fase economica attuale, l’introduzione del precariato, rende impossibile l’acquisto di nuove abitazioni da parte delle nuove generazioni, da qui il dato allarmante del fabbisogno abitativo. Purtroppo, il bisogno di abitazioni per i giovani, se non gestito con trasparenza, corre seriamente il rischio di diventare il pretesto per realizzare volumetrie di discutibile necessità. Pertanto, invece di un ulteriore aumento di volumetrie, sarebbe opportuno pensare forme di riuso di quelle esistenti, come può essere la ripopolazione dei centri storici attraverso cessioni di alloggi non abitati a canone agevolato, prevedendo sistemi di collegamento al centro, ad impatto zero, evitando opere “monumentali”.

La nostra città ha disperato bisogno di edilizia residenziale pubblica. La linea tenuta dal centrodestra regionale invece di affrontare il problema percorre strade fumose con lo scopo di curare alcuni interessi particolari, scegliendo la soluzione dell’Housing Sociale (vedi allegato [Housing sociale: a che gioco giochiamo?]), forse più adatta a soddisfare le proprie esigenze. Infatti non è da escludere che le abitazioni cedute a costo convenzionato nel giro di cinque anni rientreranno sul mercato immobiliare come abitazioni normali.

Sicuramente il documento di indirizzi non aiuta a sgombrare il campo dai dubbi, quando si afferma: “Gli ambiti da indicare per tale destinazione saranno oggetto di un organico piano decennale per l’edilizia agevolata basato sulle offerte di aree del bando ERP. Sono previsti quartieri di nuova realizzazione comprendenti il modello avanzato dell’Housing Sociale, conformemente a quanto disposto dalla Legge regionale 21/2009; il piano, peraltro conferma quanto già in atto circa la sperimentazione di tali modelli relativamente alla centralità Urbana n°10, che tratta proprio di Housing Sociale, visto come modello di trasformazione urbana in forma partecipata e concertata. Tali aree potranno essere individuate anche in zone di completamento o dove si renderà necessario procedere a interventi di riqualificazione dell’esistente. Particolare attenzione sarà riservata alla progettazione degli interventi, che dovranno costituire altrettante occasioni per una sperimentazione avanzata sul piano della sostenibilità”.

L’enunciato del documento d’indirizzi, senza l’impostazione di tipi urbani, studi di fattibilità e quanto necessario a dare idea di cosa si intende fare, può trasformarsi in una partita di giro usata dalla speculazione edilizia per portare nuove costruzioni sul mercato.

Un ulteriore impostazione difficilmente comprensibile, se non con la provenienza del sindaco, è quella di accentrare l’attenzione su Maranola, tant’è che le aree per l’espansione residenziale sono state prioritariamente individuate lungo via Rotabile una delle direttrici del cosiddetto “grande carro” di Purini. Le suddette direttrici costituiscono l’ambito entro il quale realizzare piccoli nuclei insediativi, o anche interventi di riqualificazione e rammagliatura dell’esistente. Tali nuclei avrebbero la pretesa di rappresentare i condensatori di diritti edificatori da realizzare attraverso l’istituto della perequazione.

La formula “costruire nel costruito”, al di là della suggestività, considerata la scarsa esigenza di nuove costruzione, deve essere un’occasione per aumentare gli standard urbani, ossia, la dotazione di spazi verdi attrezzati da aprire alla collettività, e non lo strumento per riempire oltre ogni limite zone già di per se sature.

In tal senso esemplare è il caso della fascia costiera da Don Bosco fino al monte di Gianola, fortemente compromessa da una edificazione oltremodo disordinata, che ha isolato terreni senza aprire spazi verdi, la riqualificazione urbana deve essere tesa a recuperare terreni da rendere aperti agli abitanti della zona, al fine di recuperare il gap in termini di spazi verdi.

Abitazioni NON occupate/100 famiglie


1981

1991

2001

Formia

41

42

46

Latina

38

39

39

Lazio

25

25

22

Italia

24

27

24

Fonte: ISTAT, censimento famiglie

Rapporto fra case non occupate e famiglie (%) per motivo della non occupazione, 1991


Utilizzata per la vacanza

Utilizzata per lavoro e/o studio

Utilizzata per altri motivi

Non Utilizzata

Totale

Formia

28,3

2,7

1,8

9,6

42,4

Lazio

12,9

2,0

1,9

8,1

24,9

Italia

13,6

2,1

1,8

9,1

26,6

Fonte: ISTAT, censimento famiglie

Previsioni della popolazione e incrementi di popolazione di Formia a 10 e 15 anni


Popolazione

prevista al

Variazione della

Popolazione


1.1.2020

1.1.2025

2009-2020

2009-2025

Maschi

18.214

18.236

410

498

Femmine

20.131

20.301

452

556

Totale

38.345

38.537

862

1054

Fonte: ISTAT, censimento famiglie

Previsioni della popolazione e incrementi di popolazione di Formia a 10 e 15 anni

grafico_4

In arancione la data 1.1.2020, mentre in blu 1.1.2025

 


home»