Non siamo cittadini di serie B, fermate il demansionamento della sede dell’INAIL di Formia
Dal 1 Settembre, grazie alla “spending rewiev” renziana, che prevede tagli ai servizi pubblici con la scusa del risparmio, la sede dell’INAIL («Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro») di Formia è stata trasferita nei pressi dell’agenzia delle entrate di via Olivastro Spaventola.
A farci arrabbiare non è tanto lo spostamento, che ovviamente ci può stare, ma che la conseguenze di tale operazione sia stato il demansionamento della sede dell’INAIL.
Infatti se è vero che la domanda, per chiedere il riconoscimento dei benefici causati da un’invalidità lavorativa, si continuano a fare a Formia, è altrettanto vero che le visite mediche a cui si devono sottoporre le persone sono fatte fuori sede. Ci si deve infatti spostare necessariamente a Cassino o a Latina, dove al momento le visite sono ancora possibili.
Come è possibile che da parte del burocrate che ha avvallato l’operazione non sia stato valutato che il demansionamento della sede INAIL di Formia, comporterà un ulteriore aggravio di tempo e di spostamento per chi è già invalido per aver subito un infortunio sul lavoro.
A ciò aggiungiamo che già per le pensioni di invalidità contributiva le visite vengono svolte a Latina e non più a Formia.
In entrambi i casi il cittadino che deve recarsi presso gli uffici dell’INPS o dell’INAIL deve sobbarcarsi un viaggio di almeno 100 chilometri per aver riconosciuto un diritto.
La ciliegina sulla torta dei disagi di cui siamo vittima sono i tempi biblici della burocrazia italiana, che vedono la presenza di liste di attesa infinite, così come quelle da noi denunciate per la sanità.
La traduzione letterale è che ancora una volta i cittadini del sud pontino vengono considerati persone di serie B, se non addirittura di serie Z, a cui viene negato di tutto.
Ci domandiamo se un malato o infortunato del sud pontino è meno malato di uno di Cassino o di uno di Latina, che ha gli uffici a due passi da casa.
Questa aberrante disposizione è stata presa nel silenzio complice della politica locale, che probabilmente, chiusa nella sua torre d’avorio, nulla sa di ciò che è accaduto, ma che comunque probabilmente avrebbe accettato supinamente il demansionamento perché incapace di tutelare gli interessi dei cittadini del sud pontino.
D’altronde lo stesso è successo per la chiusura del tribunale di Gaeta, per il taglio al servizio di trasporto urbano, per l’inefficienza del servizio postale.
In entrambi i casi non si voluto tenere conto dei disagi a cui sarebbe andati incontro i cittadini
Nessun politico ha mosso realmente un dito perché ciò non avvenisse, al di là della frequentazione delle passerelle mediatiche a cui piace loro partecipare per cercare una qualche visibilità che altrimenti verrebbe loro negata, per la nota inconcludenza.
Eppure, nonostante i cittadini del sud pontino paghino le tasse come gli altri cittadini italiani, piano piano ci stanno togliendo tutti i più elementari servizi.
Ma quello che vogliono è far credere ai cittadini che le istituzioni sono insensibili ai loro bisogni?
Non ci rimane che sfidare i sindaci dei comuni del sud pontino, in primis il nostro, a battere i pugni sul tavolo, o ancora meglio ad preannunciare gesti più eclatanti, perché si ripristini non solo la completa funzionalità della sede INAIL di Formia, ma perché finalmente si ottenga di porre fine all’indiscriminato taglio dei servizi di cui siamo vittime indifese.
Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia