L’emergenza rifiuti ingrassa i privati e danneggia i cittadini
E’ di pochi giorni fa la notizia che la Corte di giustizia europea ha condannato il Lazio perché prima del 2012 la spazzatura veniva portata in discarica senza che fosse trattata, come previsto dalla normativa vigente. Tra le discariche incriminate anche quella di Borgo Montello.
Da anni le associazioni ambientaliste e i comitati civici protestavano inascoltati contro le gravi inadempienze da parte di chi gestiva la discarica di Borgo Montello e da parte di chi doveva controllare che tutto fosse in regola.
In tutto questo ha pesato il tardivo intervento da parte della regione Lazio , che prima ha lasciato fare, poi è intervenuta con provvedimenti che di fatto non hanno migliorato di poco la situazione, ma non hanno risolto il problema, visto che l’invaso che si trova nella periferia del capoluogo pontino è ancora pieno di rifiuti fuori norma, con gravi rischi per la salute dei cittadini, in particolare per le falde acquifere che li vi scorrono. Non è inutile sottolineare che andrebbe sviluppata una serie indagine epistemologica sullo stato della salute dei cittadini che vivono nei suoi dintorni.
D’altronde rimane il dubbio che l’emergenza rifiuti più che subita, sia stata voluta per facilitare l’arricchimento dei privati, che in questi anni di assenza di controlli hanno potuto dettare legge, finendo per danneggiare i cittadini della provincia di Latina.
Lo conferma l’indagine portata avanti dalla procura di Latina, che ha visto l’arresto di sei persone. L’accusa è pesantissima. L’aver sottratto ben 34milioni di euro, che dovevano servire alla bonifica della discarica Indeco di Borgo Montello e che invece sono finiti in dei conti in Lussemburgo, paradiso fiscale noto per essere un’ottima lavatrice dei soldi sporchi provenienti dall’Italia.
Indagine che è stata possibile grazie all’esposto di un’associazione ambientalista. A dimostrazione dell’assenza dei controlli degli enti pubblici, che evidentemente più che fare gli interessi dei cittadini avevano l’urgenza di tutelare gli interessi dei privati.
I signori della “monnezza” non hanno sempre le sembianze dei camorristi, da sempre pronti a gonfiarsi le tasche con i soldi dei rifiuti.
Spesso infatti sul luogo del delitto arrivano i famosi colletti bianchi, che hanno il volto di uomini rispettabili del nord che con i loro modi gentili e i portafogli gonfi mettono tutti d’accordo, nel sostenere un sistema di arricchimento illecito.
Il gotha dei ciclo rifiuti ha messo da anni radici nella nostra provincia, probabilmente consapevole dell’impunità di cui avrebbe goduto per anni.
D’altronde le poche proteste che si sono levate sono state tutte tacitate, in qualche caso anche con qualche omicidio misterioso, come quello del prete di frontiera, don Cesare Boschin, di cui ancora oggi non si conosce l’autore materiale del delitto e nemmeno il suo mandante.
La sua colpa è stata quella di aver denunciato, senza alcuna paura, quanto avveniva all’interno della discarica di Borgo Montello.
Pare – lo raccontano le cronache dei giornali – che negli anni ’90 camion provenienti dalle concerie di Vicenza e Arezzo scaricavano rifiuti speciali, il cui «smaltimento» nella discarica di Borgo Montello sarebbe stato garantito ad un prezzo molto concorrenziale per via delle omesse procedure di legge, che permettevano vantaggiosi risparmi nello smaltimento dei rifiuti.
Ad oggi temiamo che l’emergenza rifiuti sia fuori controllo e che nei prossimi anni la popolazione che vive nei pressi della discarica di Borgo Montello pagherà un conto salatissimo.
La nostra proposta è che il ciclo dei rifiuti venga sottratto ai privati e ritorni completamente nelle mani del pubblico.
E’ necessario individuare da subito procedure in grado da un lato di colpire i mandanti e gli esecutori dei crimini ambientali e dall’altro di bonificare, a spese dei privati, gli invasi inquinati.
Federazione di Latina
Partito della Rifondazione Comunista