La verità sul parco “De Curtis”

La trasparenza – si sa – non è il pezzo forte del sindaco. Ma sul parco De Curtis sono stati oltrepassati tutti i limiti possibili, sia per quanto riguarda la procedura, sia per quanto riguarda i contenuti dell’atto. Tant’è che più tempo passa, più gli interrogativi crescono.

Il sindaco tenta di tranquillizzare una popolazione indignata, minimizzando le conseguenze del suo atto. Nella delibera n.122 del 31 Maggio 2012, addirittura, si parla di “circa 30.000” metri quadrati di parco di cui 2.850 da “dare in concessione d’uso temporaneo” “a carattere gratuito” “al fine di consentirvi il parcheggio dei camper”. Dalla stampa, considerate le scarse informazioni, si apprende di ulteriori rassicurazioni circa l’“integrità, autonomia gestionale, fruibilità e vivibilità” del parco “rispetto alla zona che abbiamo attrezzato per la sosta dei camper”. Ragioni per cui, sempre a detta dello stesso, “Sottrarre duemila metri quadri su una superficie a disposizione di oltre quarantamila metri quadri non costituisce in alcun modo una privazione o limitazione dell’area pubblica”.

Un’operazione del genere, dati gli interessi in gioco, richiede una valutazione approfondita, invece in poche settimane si passa da 30 a 40 mila metri, senza imbarazzo per l’approssimazione usata. Infatti, sempre secondo quanto sostiene il sindaco, smentendo completamente quanto riportato nella delibera n°122 del 31/05/2012, i cittadini si stanno lamentando perché gli è stata sottratta un’area di circa 2.000 mq da una maggiore area di 40.000 mq. Purtroppo per lui, le sue parole si sciolgono come neve al sole, quando si sta sul posto. L’impressione, come sostengono molti abitanti, è che le aree sottratte all’uso pubblico e riservate al parco siano molto più grandi delle “quisquilie” snocciolate dal sindaco.

Allora, chi ha ragione? Il sindaco o gli abitanti? Abbiamo voluto vederci più chiaro, andando a guardare le foto del satellite, dove è ancora visibile la vecchia recinzione. Da quanto abbiamo potuto constatare, risulta che la superficie del parco è di circa 37.000 mq. L’area recintata in passato è di circa 4.800 mq, mentre la nuova area recintata è di oltre 4.000 mq e l’area occupata dal fabbricato di cemento armato è di altri 4.000 mq. Da ciò, risulta che l’attuale superficie a disposizione dei cittadini è di circa 24.000 mq, 2/3 di quella totale, e non la quasi totalità come si vorrebbe far credere. Mentre la superficie recintata, quella dei tanto sbandierati 2.000 mq, è più che quadruplicata fino a diventare di circa 8.800 mq. Discrepanze che impongono con ancora più forza la domanda perché? Ma non finisce qui.

Altro punto oscuro della delibera riguarda i lavori effettuati nell’area riservata ai camper. Nella delibera non vi è menzione alcuna di autorizzazioni per la realizzazione di strutture in cemento, come è poi avvenuto, avendo constatato la presenza di due piattaforme di cemento e di nuovi manufatti, per i quali è necessaria una concessione edilizia munita dei pareri relativi ai vincoli presenti sull’area – anche se a realizzarli è l’amministrazione – di cui, invece, non si conosce l’esistenza o non si trova traccia.

Quindi, ancora prima del ritiro della delibera, va verificato se le opere realizzate nel parco siano state autorizzate o meno. Nel caso in cui siano prive di concessione, dovranno essere immediatamente rimosse (e poi dovranno essere verificate dalla magistratura le responsabilità).

Tutto ciò considerato, la giustificazione della concessione per il parcheggio regolamentato dei camper per “accogliere questi flussi di mobilità” prende le forme di una vera e propria presa in giro, che assume dimensioni colossali, quando poi ci si accorge che nell’area, scelta con tanta ostinazione, non c’è nessun camper. Basta fare pochi passi per accorgersi che i camper sono tutti concentrati in un area di pochi metri quadri poco distante dal parco. Tanto simile alle tante che il comitato Mamurra più volte ha proposto all’amministrazione di impegnare in questo uso.

Urgono spiegazioni approfondite. Invece, il sindaco, nel silenzio imbarazzante di giunta e maggioranza, snocciola cifre come bussolotti, prive di qualsiasi attenzione, per cui occorre rivolgersi altrove. Dalla “pericolosa” stampa s’apprende che ci sono degli esposti ed i carabinieri hanno effettuato dei rilievi nel parco. Bene. Oggi più che mai l’autorità giudiziaria non può esimersi dal rispondere alle domande che un popolo intero pone con insistenza. È doveroso che siano pubblicati i risultati delle indagini, in maniera da far chiarezza su quelle aree e su quanto stia avvenendo nel parco.

È giunto il tempo di capire come stanno le cose a Santo Janni; è il caso di spiegare anche la situazione di quella parte di proprietà pubblica che nella delibera è identificata con la particella 314, oggi, non si sa come, sia stata trasformata in area di parcheggio a pagamento gestita da un privato e che, invece, stando agli atti, è parte integrante del parco “Antonio De Curtis”.

Certo, l’amministrazione comunale deve “governare e gestire queste aree per consentire a tutti il godimento di un bene di pubblico interesse ed utilità sociale e culturale”. Con altrettanta certezza, un’amministrazione comunale non può amministrare contro la cittadinanza, mentendo su quanto realmente avviene. Un sindaco che si rende responsabile di tali atti e tali affermazioni non merita di amministrare questa città.

La questione della mobilità e della sosta, come la questione del degrado urbano sono problemi centrali della città, più volte li abbiamo sollevati, evidenziando criticità e problemi, offrendo spunti per soluzioni, come peraltro hanno fatto altre associazioni indicando aree da adibire alla sosta per decongestionare il lungomare di santo Janni. Trascurare le proposte dei cittadini, per poi assumere decisioni in contrasto con la loro volontà, è un atto di una gravità inaudita delle cui conseguenze ci si dovrà assumere tutte le responsabilità.

Gennaro Varriale
segretario del Circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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