L’assenza di una politica ambientale degna di una città “sostenibile”
Nel corso degli ultimi anni abbiamo provato a fotografare lo stato del nostro ambiente, spesso scontrandoci con la scarsità di dati ufficiali da poter utilizzare per un giudizio più preciso. Consultando gli ultimi rapporti sullo stato dell’ambiente della regione Lazio molte sono le domande a cui è difficile dare una risposta, in particolare sullo stato attuale.
Ad esempio non conosciamo le condizioni delle acque dei nostri fiumi. Nel 2003 lo Stato ecologico del corso d’acqua (SECA) del Rio Santacroce, nel cui bacino ricade la zona industriale di Penitro, in località Fosso degli ulivi è stato valutato scadente (classe 4); non conosciamo le condizioni delle acque marine. Se non che, nel 2003 il tratto di mare di 100 m a sinistra del Rio Santa Croce ricade nelle Zone permanentemente interdette per inquinamento (ZPI) (Dati ARPA Lazio); non conosciamo le condizioni dei fenomeni erosivi sulla costa. Nel 2003, nell’arco di Litorale Torre Orlando – Marina di Castellone, su un tratto di 8.5 km di costa, 2.7 km (pari al 27%) erano in arretramento. Peraltro, questo dato non considera il litorale di Gianola/S.Janni.
Non conosciamo nemmeno la qualità dell’aria che respiriamo. Nel 2003 le concentrazioni di PM10 e di benzene sono risultate superiori ai margini di valutazione, ponendo Formia in classe 2 (dopo Roma e Frosinone). Nonostante questa indicazione non abbiamo ancora una stazione di rilevamento.
Conosciamo, invece, le condizioni delle abitazioni nel nostro comune (511 ab/kmq densità abitativa doppia rispetto alla media regionale), ossia che ci sono 46 abitazioni non occupate ogni 100 famiglie (di cui: 28 utilizzate per vacanze e 10 non utilizzate (dato 2001). Mentre le ultime rilevazioni segnalano che il 12.7% delle famiglie, versa in condizioni di povertà. Come siamo bene a conoscenza del deficit di spazi per verde e sport (-126.217 mq) e di spazi per l’istruzione (-69.574 mq) (dati elaborati per redazione variante PRG 2010). Oppure delle difficoltà di mobilità nel nostro comune, tra i primi nella provincia per spostamenti, con 43 per 100 abitanti, caratterizzato da evidenti problemi di mobilità urbana e di crisi del nodo intermodale di scambio. A queste si aggiungono, poi, le incognite legate ai possibili gravi danni derivanti da attività incontrollate, quali i conferimenti abusivi nelle discariche di Penitro e degli Archi, oppure i depositi di materiale ferroso, pet coke e caolino, nel porto di Gaeta. L’attività portuale, merita un attenzione particolare visto che nel golfo, sia a Gaeta che a Formia, sono stati presentati progetti per la realizzazione di porti turistici e per approdi di navi crocieristiche; a Gaeta, s’intende ampliare l’area portuale e spostare il pontile petroli in prossimità della spiaggia turistica di Vindicio.
Su scala ancora più vasta, destano non poche preoccupazioni gli effetti potenziali derivanti dai lavori per la dismissione dell’ex raffineria di Gaeta, dall’apertura a breve di una nuova discarica di inerti nel territorio tra Gaeta e Itri, nonché dallo smantellamento della centrale nucleare del Garigliano.
Una soluzione a questo diffuso stato di incertezza può essere nell’applicazione delle NORME IN MATERIA DI AMBIENTE (D. Lgs n°152/06. D. Lgs n°4/08 e n°129/10) che impongono la valutazione ambientale strategica (VAS) su piani e programmi, che possono avere impatti significativi sull’ambiente; assicurando che l’attività umana sia compatibile con lo sviluppo sostenibile (Titolo II del D. Lgs n°152/06). Nel nostro caso sarebbe più che mai opportuna una valutazione ambientale generale e complessiva estesa a tutto il Golfo, come già sostenuto tempo fa pubblicamente dall’ing. A. Di Mille.
La VAS, che è parte integrante dell’approvazione dei piani, deve comprendere: a) una verifica sul rispetto della normativa attuale; b) l’elaborazione del rapporto ambientale; c) lo svolgimento di consultazioni; d) la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni; e) la decisione; f) l’informazione sulla decisione; g) il monitoraggio.
Fin dall’inizio, l’ente proponente (nel nostro caso il comune) avvia la consultazione con l’autorità competente (es. Regione e/o ministeri) e gli altri soggetti competenti in materia ambientale. In questa fase, le autorità mettono a disposizione del pubblico la proposta di piano ed il rapporto ambientale mediante il deposito presso i propri uffici e la pubblicazione sul proprio sito web. Stabilendo quindi l’obbligo dello svolgimento delle consultazioni e l’informazione sulle decisioni.
Il comune di Formia tra il 2011 ed il 2012 ha promosso 12 procedure di VAS. Tuttavia non si sa né a che punto sono queste procedure, tra cui sono comprese :il porto turistico, la variante generale di PRG, la variante per la riqualificazione Ex Salid, la variante urbanistica nel quartiere ex P.D.Z. 167 “Scacciagalline”. Non é dato sapere neanche se queste si stanno svolgendo in un quadro comune di riferimento, con un sistema di indicatori sociali, ambientali ed economici omogenei, riconducibili ad un unico rapporto ambientale. Non si sa nemmeno se siano state avviate pubbliche consultazioni.
Sulla sostenibilità ambientale della pianificazione in atto e futura ci saremmo aspettati un’analisi preliminare tesa ad ottenere una visione d’insieme delle problematiche ed una dichiarazione sugli obiettivi da raggiungere, più che mai opportuni strumenti di confronto.
Nel progetto “OPEN DATA AMBIENTE”, di cui ricordiamo il recente bando per la realizzazione di una multipiattaforma collegata al sito del comune, avremmo potuto trovare un indicazione su quanto manca, invece niente. Speriamo almeno che il finanziamento regionale di 167mila euro per il progetto siano spesi proprio per sopperire a tali lacune.
Probabilmente, in fatto di pianificazione urbana, partecipazione e trasparenza sono visti come ostacoli da superare, rapidamente senza troppa pubblicità. Quando invece per la città sono una straordinaria occasione di conoscenza delle proprie difficoltà e delle potenzialità. In tal modo, nonostante la legge, la collettività resta privata di una visione di insieme di cui invece si sente il bisogno.
Oggi sarebbe opportuna la produzione di un RAPPORTO AMBIENTALE unico che contenga tutti gli elementi utili alla conoscenza del nostro territorio, attraverso il quale discutere oggettivamente sulle azioni che realmente servono per tutelare il territorio, gli abitante e l’economia, o sulle ragionevoli alternative.
Sul fronte dell’innovazione, questo potrebbe essere contenuto in un sistema informativo territoriale (SIT) – per motivi di economia da sviluppare con risorse open-source (sistema GRASS) – che raccolga la cartografia della pianificazione sovraordinata (PTP, PAI et altri), la norma di PRG, i piani subordinati (PLUS, PUT, PRUSST, Acustico (quando sarà)), lo stato degli indicatori ed i risultati dei monitoraggi periodici nei siti oggetto di attenzione. In tal modo i cittadini – e non sono pochi – potranno avere conoscenza delle condizioni della loro zona e delle reali urgenze che occorrono. Un SIT consentirebbe un’attività di controllo a cui potrebbero partecipare, non solo particolari gruppi di interesse, ma tutti i soggetti interessati, primi tra tutti i cittadini.
D’altronde una pianificazione controllata consentirebbe di valutare scenari alternativi che possano migliorare l’evoluzione del territorio, sostituendo quella fatta di annunci che lasciano sul terreno opere di dubbia utilità, ad esempio nell’arredo urbano, con la sostituzione delle pensiline.
La valutazione di scenari alternativi sarebbe stata più che mai opportuna nel caso della risistemazione della spiaggia di Gianola, dove si interviene ancora con opere di difesa invasive senza avere cognizione dell’impatto paesaggistico e degli effetti che hanno generato il fenomeno, quindi di eventuali altri interventi mitigatori, tra cui anche il ripascimento delle praterie di Poseidonia. Oppure nel caso del porto Turistico, dove ancora deve essere spiegato se – e per chi – è più conveniente la realizzazione del nuovo porto o la ristrutturazione di quello esistente. Invece oggi assistiamo ad una pianificazione compulsiva di cui non sappiamo se un giorno tutto questo lavoro avrà effettivamente migliorato il nostro ambiente.
Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia