LA CASA E’ UN DIRITTO. Il governo Renzi lo nega e dichiara guerra a chi resiste e lotta
Il ‘Piano per la Casa” del governo Renzi non va certo incontro alla sofferenza sociale presente nel Paese.
Nel 2013 sono state emesse 73.385 sentenze di sfratto, di cui 65.302 per morosità incolpevole. Ben 700.000 famiglie si trovano nelle graduatone dei Comuni per l’accesso all’edilizia popolare, ma ben poche hanno qualche possibilità di trovare una risposta.
A fronte di questa situazione, il governo non solo ha stanziato risorse inadeguate rispetto a ciò che servirebbe, non solo non ha deciso il blocco do sfratti, non solo preme ulteriormente sull’acceleratore delle dismissioni del patrimonio abitativo pubblico, ma ha dichiarato guerra contro chi lotta: ha, infatti, assunto come priorità la repressione delle occupazioni di immobili, che in tante situazioni rappresentano l’unica vera alternativa agli sfratti.
Il ‘Piano per la Casa’ prevede – ai primi due commi dell’articolo 5 – per gli occupanti il taglio di gas e luce e. addirittura, la decadenza del diritto di residenza : una misura – quest’ultima – che non ha precedenti, ma che priva le persone coinvolte di diritti costituzionalmente garantiti. Senza residenza non si può votare, non a si può curare, non si può ricevere una pensione, non si può chiedere una casa popolare. Per i minori, la cui residenza dipende da quella dei genitori, significa l’impossibilità di iscriversi a scuola. Privare un nucleo familiare della residenza significa – di fatto – emarginarla ulteriormente.
Il governo Renzi colpisce chi ha la necessità della casa e per questo occupa un immobile; colpisce chi occupa e si batte per la riappropriazione e l’uso sociale di immobili vuoti o in disuso, mentre e del tutto inefficace contro te occupazioni gestite dalla criminalità organizzata, che non ha certo il problema della residenza o degli allacci.
Tale misura è palesemente incostituzionale; peraltro il “Piano per la Casa’ dovrebbe aiutare le cittadine e i cittadini in difficoltà abitativa, e invece li punisce ulteriormente.
Per questo chiediamo:
che il governi faccia marcia indietro sull’ulteriore dismissione del patrimonio abitativo pubblico e finanzi adeguatamente le politiche pubbliche per la casa per far fronte alla grande emergenza abitativa. Sul come finanziarle c’è solo l’imbarazzo della scelta: può essere fatto introducendo una vera patrimoniale sulle grandi ricchezze immobiliari e finanziarie a partire da 700.000 euro; tagliando grandi opere inutili e dannose come la Tav in Val di Susa; riducendo l’enorme finanziamento stanziato dal governo Renzi – nell’ultimo Def – per il fondo “salva-Stati” (ben 60 miliardi di euro);
l’abrogazione dei primi due commi articolo 5 del “Piano per la Casa”, incostituzionale e insensato;
che i Sindaci e i consigli comunali prendano nel frattempo posizione e disobbediscano a quanto disposto dall’articolo 5. I Comuni sono tenuti a far rispettare il diritto alla residenza, e possono essere sanzionati se vengono meno a questo dovere.
IL “PIANO PER LA CASA” DEL GOVERNO RENZI VA ROTTAMATO:
NO ALLA REPRESSIONE,
SI’ AL DIRITTO ALL’ABITARE PER TUTTE E PER TUTTI!
Partito della Rifondazione Comunista