Porto “Marina di Cicerone”, vogliamo la verità

Noto all’opinione pubblica il nostro no a che venga realizzato il porto “Marina di Cicerone”, per tutte le conseguenze negative che ciò comporterebbe sulla nostra città, meno noto che anche la provincia di Latina lo abbia bocciato.
Era il gennaio 2007 quando l’allora presidente della provincia di Latina, Armando Cusani, indirizzò all’attenzione dei consiglieri comunali di Formia la relazione del dirigente del Settore Pianificazione Urbanistica e Territoriale, Dott. Geol. Carlo Perotto, che nel bocciare il porto “Marina di Cicerone” sottolineava di ritenere che la provincia di Latina non fosse in condizione di poter esprimere parere favorevole alla realizzazione delle opere in esame. La relazione spiegava in maniera compiuta il perché.
Visto che dal quel poco che ne sappiano le condizioni di di allora valgono tutt’oggi, è utile dare una spulciata alla relazione del Dott. Carlo Perotto, che evidenzia il parere della “Commissione per i problemi ambientali, turistici e le attività di pesca e acquacoltura”, nominata dalla Provincia di Latina al fine di comprendere i problemi ambientali della fascia costiera, e insediatasi in data 28/10/2003.
In particolare si evidenzia come i danni maggiori alla qualità delle acque del Golfo di Gaeta sono prodotti da: “agricoltura e zootecnia; popolazione residente e turismo; industria e attività portuali; impianti fognari, depurazione e smaltimento; acquacoltura; nel periodo estivo, le stime effettuate indicano che il carico di popolazione nei comuni di Formia e Gaeta diviene pressoché doppio a causa dell’incremento di presenze occasionali legate al turismo. Inoltre a Formia la Commissione ha rilevato una tendenza all’aumento delle presenze ed in particolare di quelle fluttuanti; la rete fognaria e gli impianti di depurazione dei centri abitati presenti nel Golfo non sono in grado di smaltire correttamente gli effluenti urbani e questa è una delle principali cause di inquinamento trofico. Pur avendo cercato di migliorare la situazione (ad esempio attraverso i nuovi depuratori di Minturno e Gaeta e il potenziamento di quello di Formia) in realtà, rileva ancora la Commissione, il carico di nutrienti immesso in mare dopo depurazione è praticamente identico a quello in ingresso in quanto non viene effettuato il cosiddetto trattamento terziario per il loro abbattimento.
Per quanto riguarda la circolazione delle acque nel golfo, si citano i risultati di uno studio dell’ICRAM che evidenziano un blocco della normale circolazione da Sud verso Nord, particolarmente nella stagione estiva; in conclusione, la Commissione sottolinea che le condizioni osservate per il Golfo di Gaeta devono essere considerate critiche per la concomitante presenza di più fonti di alterazione che in un contesto semichiuso e a scarso ricambio creano uno stato di notevole stress ambientale, che determina il rischio della diffusione di microalghe tossiche peraltro già segnalate nell’area. Pertanto si suggerisce estrema cautela nella gestione di tutte quelle attività che possano ulteriormente aggravare il rischio ambientale derivante da ulteriori immissioni di Azoto e Fosforo. Si raccomanda infine di sviluppare un piano di gestione integrata delle coste che permetta sia un recupero delle diverse fonti di alterazione, che futuri sviluppi eco-compatibili delle attività antropiche insistenti sul Golfo, attraverso un coordinamento delle municipalità e delle competenze esistenti sul territorio”.
a drammaticità della situazione ambientale in cui versa spinse poi la regione Lazio a dichiarare il golfo di Gaeta area sensibile. Ciò avrebbe dovuto significare interventi di risanamento, cosa poi di fatto mai avvenuta, se non con interventi tampone.
Nella relazione trova poi spazio la viabilità. In particolare viene ricordato come “la SS n.213 ‘Flacca’ sia l’unica arteria parte dell’asse viario di collegamento tra Napoli e Roma che attraversa la Provincia di Latina ed è alternativo all’Autostrada A1 e che per la natura dei collegamenti serviti, la SS n. 213 ‘Flacca’ è utilizzata da traffico di lunga percorrenza in direzione Sud – Nord e viceversa con una elevata percentuale di mezzi pesanti. Il traffico rilevato ammonta ad oltre 34000 veicoli/giorno nelle due direzioni con una percentuale di mezzi pesanti che varia, nel periodo invernale, dal 6 al 40% a seconda delle ore della giornata. Ciò comporta un forte congestionamento del traffico ne risultano influenzate fortemente le condizioni di sicurezza della circolazione sulla ‘Flacca’”.
A peggiorare la situazione l’assenza di uno studio del traffico che analizzi le ricadute sulla viabilità retrostante e contenga un dimensionamento della viabilità di collegamento.
Inoltre la mancanza di piani finalizzati ad uno sviluppo organico del territorio che tengano conto degli aspetti connessi alla mobilità, al corretto uso del suolo e allo sfruttamento sostenibile delle diverse potenzialità del territorio la realizzazione di un tale intervento nel Golfo di Gaeta confligge con le raccomandazioni conclusive della ‘Commissione per i problemi ambientali, turistici e le attività di pesca e acquacoltura’.
Tralasciamo, per problemi di spazio, tutte le osservazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – SIT Lazio-Abruzzo-Sardegna, riportate nella relazione, evidenziandone solo quelle più significative.
Ad esempio che il nuovo insediamento portuale viene a gravare totalmente sul complesso del porto commerciale senza indicazioni di un sistema diversificato di drenaggio del traffico veicolare leggero e pesante; non è sufficientemente approfondita la situazione di conflitto che si verrebbe a determinare negli imbocchi a mare tra il traffico commerciale e turistico dell’attuale bacino portuale ed i flussi generati dalla nuova darsena in avanzamento né sono esaminate in maniera approfondita le inevitabili interferenze tra il nuovo porto turistico e le attività attualmente esistenti nel porto; devono essere approfonditi gli aspetti connessi alla valutazione sulla congruità economica finanziaria delle alternative proposte in relazione al richiesto periodo temporale della concessione per l’ammortamento economico dei costi da sostenere.
Al solito i comunisti aveva visto giusto. Peccato che siamo rimasti da soli a combattere l’ecomostro che il sindaco Bartolomeo ama alla follia, ovviamente nonostante che questo significherà, temiamo, un danno inestimabile per la nostra città.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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  9. By Willy

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  23. By pelada

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