L’unica soluzione è mettere alla porta Acqualatina

I controlli effettuati dalla Guardia Costiera insieme agli agenti della polizia provinciale di Latina, su disposizione della Procura di Cassino, ai depuratori che si trovano nei comuni (Formia, Gaeta, Minturno, Santi Cosma e Damiano) del golfo di Gaeta non lasciano adito a dubbi, circa la necessità di mettere alla porta Acqualatina.
Risulta ormai accertato, senza possibilità di smentita alcuna, che tre dei quattro depuratori visitati dalle forze dell’ordine non rispettano i parametri prefissati dalla legge per gli scarichi a mare.
Problema di non poco conto, visto che le acque non trattate finiscono direttamente in mare, determinando un aumento dell’inquinamento di cui soffre il golfo di Gaeta.
Suona beffardo a questo punto l’accordo tra il comune di Formia e Acqualatina, con il quale i contraenti si erano impegnati a creare una squadra con il compito di stanare gli scarichi abusivi, in quanto avrebbero dovuto, per ironia della sorte, sanzionare loro stessi.
A noi non interessa più occuparci delle pesantissime responsabilità di Acqualatina, cosa che è stata fatta benissimo dai vari comitati civici sorti in questi anni nella nostra provincia.
Ci preme invece sottolineare quelle che sono le gravissime responsabilità di chi doveva controllare e non lo ha fatto.
E queste emergono pesantissime, tant’è che ancora una volta si è reso necessario l’intervento della magistratura perché l’azione criminosa venisse sanzionata.
Eppure in teoria esiste la segreteria tecnico operativa dell’ATO4.
Tra i suoi compiti ci sono: la vigilanza sulla gestione del servizio idrico integrato; il controllo standard del servizio all’utenza; il controllo costi di esercizio; la pianificazione e controllo degli interventi relativi al Servizio idrico integrato.
Visti i risultati potremmo farne a meno, ci risparmieremmo almeno lo stipendio della Angelica Vagnozzi, che ne è la responsabile e che sui fatti, denunciati dalla Guardia Costiera, ha pensato bene di non intervenire, lasciando invece parlare il gestore, che ha fatto ricadere la colpa sulla pioggia, a suoi dire, caduta copiosa in quei giorni.
Una versione, ovviamente, che fa acqua da tutte le parti.
Un ruolo peggiore si è ritagliato la politica, che ha fatto sua la filosofia del “non vedo, non sento e non parlo”.
Probabilmente era troppo occupata a spartirsi i posti, e relativi stipendi, nel consiglio di amministrazione di Acqualatina.
Una politica sempre più asservita agli interessi dei grandi potentati economici che hanno trasformati i beni comuni, come acqua e rifiuti, in occasione di profitto, senza nemmeno ormai più badare al rispetto della legalità.
La politica ha regalato l’acqua ad Acqualatina e la politica se la riprenda, così come hanno deciso i cittadini italiani con i referendum del giugno 2011.
D’altronde anche l’imposizione della cauzione, con la quale Acqualatina ha deciso, in maniera arbitrari, di farci pagare l’ennesimo balzello, dimostra della protezione di cui gode nei palazzi del potere.
Lo abbiamo ribadito più volte, finanche durante la campagna elettorale per le comunali del 2013, che l’unica soluzione per riprenderci il controllo dell’acqua è quello di mettere alla porta Acqualatina e il sistema di potere che l’ha generata, con le buone o con le cattive.
Non bastano le lamentele, ci vogliono i fatti, così come non crediamo nelle giustificazioni del gestore.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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