Renzi riduce le risorse per il sociale di oltre 420milioni di euro

Nonostante le rassicurazioni del ministro alla salute, Beatrice Lorenzin, il governo Renzi ha deciso di ridurre le risorse per il sociale di ben 400milioni di euro.
Lo ha raccontato ai giornalisti la deputata del Pd, Ileana Argentin, che ha voluto sottolineare come a a fronte di un bisogno, quantificato dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, di circa 970 milioni di euro, le risorse stanziate si fermano a poco meno di 550 milioni di euro. La riduzione è di ben 420 milioni di euro. I minori stanziamenti riguardano molte voci. Ad esempio il fondo per l’inserimento dei lavoratori disabili, che contava su 20 milioni, non è stato rifinanziato. Stessa sorte per il Fondo per l’infanzia e l’adolescenza (In dieci anni lo Stato Italiano lo ha tagliato l’80%).
Un taglio di 50 milioni ha dovuto subirlo anche un altro importante fondo, quello per le politiche sociali, passato da 350 a 300 milioni di euro. Scomparso dalla legge di stabilità anche il Sia, il Piano nazionale per la lotta alla povertà.
Eppure il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Franca Biondelli, intervenendo ad un incontro, tenutosi il 14 Ottobre a Roma, con un cartello di associazioni, che ha dato il via al progetto “l’Alleanza contro la povertà in Italia”, aveva annunciato che il governo aveva intenzione di potenziare la sperimentazione Sia, già attiva in 12 città del paese, cercando nella legge di stabilità le risorse per estenderla all’intero Paese, e che erano stati avviati pagamenti da aprile ad agosto, 50 milioni di euro per le 12 città.
A scampare alla scure dei tagli è il fondo per le non autosufficienze.
Inizialmente era previsto un taglio da 100 milioni di euro. Allarme poi rientrato, in quanto su pressione delle associazioni, il governo Renzi ha dovuto fare frettolosamente retromarcia.
Il castello di chiacchiere creato ad arte dal “governo del fare” viene demolito dalla deputata del Pd, Ileana Argentin, la quale carte alla mano dimostra la vera anima di Renzi e del suo manipolo di “pasdaran”.
Altri segnali di allarme arrivano da un altro democratico. Piero Fassino, sindaco PD di Torino e presidente dell’Anci, ha denunciato che la legge di stabilità prevede un taglio di oltre 4 miliardo per i trasferimenti statali ai comuni, tant’è che questi ultimi dovranno azzerare i servizi fondamentali ai cittadini oppure aumentate le tasse comunali, con gravi conseguenze per le tasche dei cittadini.
I cittadini sacrificati in nome del profitto subiranno inoltr ulteriore imposizioni rispetto a quello già in vigore da qualche mese (le cauzioni su gas, luce, acqua per un totale di diverse centinaia di migliaia di euro)
Un processo scientificamente portato avanti negli anni anche attraverso l’applicazione del patto di stabilità interno, che di fatto ha reso praticamente impossibile il mantenimento di ogni funzione pubblica e sociale, tant’è che già oggi molti sono i servizi esternalizzati, con grave pregiudizio per la qualità degli stessi e per i diritti dei lavoratori, a proposito di questi ultimi sempre Fassino arriva ad affermare che a causa dei tagli sono a rischio i loro stipendi, mentre si preferisce continuare a elargire ricche mance ai dirigenti (argomento su cui ritorneremo).
Così come prevediamo che verrà aumentate anche l’addizionale regionale, visto che saranno tagliati di oltre 4 miliardi di euro i trasferimenti dello stato alle regioni.
D’altronde lo abbiamo più volte denunciato che le priorità di questo governo “non eletto” sono ben altre.
La cosa che fa più rabbia è che quando si tratta di aiutare i cosiddetti “amici” i soldi si trovano. Due esempi per tutti: Nella sua legge di stabilità Renzi ha tagliato alla scuola 148,6 milioni di euro ed è previsto nei prossimi tre anni un ulteriore taglio di 421 milioni, ma nel frattempo dà 200 milioni alle scuole private!
Nel Def, il Documento di economia e finanza, trova spazio un finanziamento di oltre un miliardo di euro da regalare alla Società Stretto di Messina S. p. a. per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, grande opera non solo inutile ma anche dannosa. Gli unici a guadagnarci saranno ovviamente le imprese che lo realizzeranno.
Intanto la lista dei poveri, abbandonati a loro stessi, aumenta ogni giorno che passa.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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