La drammatica situazione degli ex-lavoratori di “sorriso sul mare” impone delle riflessioni
Nell’assenza di certezze ancora una volta torna a galla, in tutta la sua drammatica, la situazione degli ex-lavoratori della clinica “sorriso sul mare”.
Il problema è noto. Nel novembre 2012, 35 dipendenti sono stati licenziati dai proprietari della clinica con la motivazione che la regione Lazio, col decreto dell’allora commissario Polverini, attualmente senatrice PDL, ha imposto la riconversione di tutte le case di cura in strutture sanitarie terapeutiche riabilitative, di vario livello assistenziale.
La storiaccia della clinica “sorriso sul mare” l’ha raccontata bene la dott.ssa Berna, dipendente della stessa, intervenendo nel consiglio comunale del 12 novembre 2012.
Il suo racconto si è concluso con la pressante richiesta al comune di Formia di farsi carico del problema, in quanto l’assenza di una soluzione immediata avrebbe comportato la “morte lavorativa” per molti dipendenti, cosa poi di fatto avvenuta immediatamente dopo.
Durante il consiglio comunale non pochi furono gli interventi.
Ci preme sottolineare quelli degli allora consiglieri di minoranza, Sandro Bartolomeo e Maria Rita Manzo, non solo perché attualmente sono al governo della città, ma soprattutto perché i loro partiti di riferimento sono al governo della regione Lazio, l’ente che ha dato alla proprietà della clinica la copertura ai licenziamenti dei 35 lavoratori, che oggi lamentano non solo di fare la fame, perché non percepiscono né lo stipendio e né gli ammortizzatori sociali, ma anche di essere stati abbandonati dai politici a cui si erano rivolti.
Nonostante, questo lo aggiungiamo noi, che nel settembre 2013 l’attuale amministrazione si fosse impegnata, dopo un incontro con i lavoratori licenziati, ad aprire un dialogo con la Regione per valutare la possibilità del ricollocamento degli ex dipendenti, presso altre strutture.
Ritorniamo al consiglio comunale del 12 novembre 2012 quando l’allora consigliere Manzo criticò l’atteggiamento dell’allora maggioranza che con la sua inazione si dimostrava insensibile nei confronti del dramma dei 35 dipendenti.
Da allora cosa è cambiato? L’allora minoranza è diventata maggioranza, mentre lo stato dei lavoratori è peggiorato, visto che sono privi della copertura economica, a causa dell’assenza della possibilità di potere usufruire di qualsiasi ammortizzatore sociale.
Da sempre siamo per la sanità pubblica, l’unica in grado di difendere gli interessi dei cittadini, ma questo non significa che non ci stia a cuore la difesa dei lavoratori della sanità privata.
D’altronde proprio nella sanità, purtroppo anche in quella pubblica, si è affermata, più che in altri luoghi di lavoro l’idea del lavoratore “usa e getta”, tant’è che negli ultimi anni vi è stato un proliferare di contratti a tempo determinato.
La situazione dei lavoratori della sanità nella provincia di Latina è drammatica. Nel corso di un dibattito l’associazione “Rinascita civile” ha denunciato come ci siano reparti nei quali i precari sono il 100%. I contratti vengono rinnovati di sei mesi in sei mesi anche da un decennio, ma nessuna certezza per il futuro per 500 tra medici e infermieri.
I loro contratti scadranno il 31 dicembre prossimo, ma non si sa nulla di eventuali proroghe, con il rischio che molti servizi ospedalieri andranno verso il collasso.
Crediamo che vadano date risposte certe tanto ai dipendenti degli ospedali pubblici che a quelli delle strutture private.
E’ di tutta evidenza inoltre che è necessario chiarire anche la solidità delle accuse dell’ex-lavoratrice che, durante il consiglio comunale del 10 Novembre, ha interrotto la discussione urlando:“Sindaco, lei prima dell’ultima campagna elettorale ci ha promesso che ci avrebbe sistemato tutti, come ha fatto con gli ex lavoratori del cravattificio Pompei”.
Non ci basta la smentita del sindaco e di alcuni lavoratori. Vogliamo la verità sui metodi utilizzati dalla politica per raccattare i voti.
Ai lavoratori coinvolti va tutta la nostra solidarietà. Deve essere però chiaro che non si va con il cappello in mano ma armati delle ragioni di chi ha perso il lavoro ma non la dignità.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia