Ritiro del bando sugli impianti sportivi minori comunali

Finalmente il Comune prova ad avviare una gestione trasparente delle strutture comunali. Il prossimo trenta gennaio scadrà il termine per la consegna delle domande con le quali depositare la propria “manifestazione d’interesse per affidamento di gestione e utilizzo di impianti sportivi minori comunali”, peccato che spulciando il regolamento comunale per la “Gestione ed uso impianti sportivi comunali”, approvato nel febbraio 2014, non abbiamo trovato traccia di cosa siano “gli impianti sportivi minori comunali”.
Infatti l’articolo 22 del regolamento prevede la distinzione tra impianti senza rilevanza economica (la cui concessione è disciplinata dall’articolo 23) e impianti con rilevanza economica (la cui concessione è disciplinata dall’articolo 24). Non vi è traccia alcuna degli “impianti sportivi minori comunali”.
L’estensore dell’avviso probabilmente era distratto e non si accorto dell’errore, che però a nostro avviso non consente di proseguire con l’iter.
Nell’avviso viene inoltre precisato che “La manifestazione di interesse non vincola l’Amministrazione Comunale, che si riserva ogni più ampia verifica, nonché l’espletamento, anche in presenza di un unico soggetto, di specifica procedura di gara ad evidenza pubblica”.
Da cui si deduce una possibilità che il tutto si possa trasformare in un bluff. Quindi è prematuro parlare di procedura trasparente per l’assegnazione degli impianti comunali, come ha fatto il neo-presidente della Consulta dello sport, Pasquale Di Gabriele. Proprio per la discordanza tra regolamento e bando, che genera più di un dubbio. Ad esempio portiamo il caso della rilevanza comunale, richiamata nel primo, di cui sfugge il senso, visto che non è menzionata nel bando, tanto da chiedere all’assessore un chiarimento, magari un elenco con la classificazione dei diversi impianti alla luce di un regolamento, che letti gli atti del bando per grandi parti appare una cenerentola. Infatti, il bando classifica come minori quelli di S. Giulio, Gianola, Rio Fresco e Penitro, senza nulla dire di altri impianti, ad esempio Trivio, o altri.
Per gli impianti a bando, il regolamento prevede inoltre l’obbligo che il concessionario non abbia finalità di lucro, cosa che nell’avviso pubblicato sul sito del comune non è ben esplicitato, come si dovrebbe.
Dalla partita rimangono fuori gli impianti sportivi più appetibili, come quelli di via Cassio e di via Ponteritto (probabilmente considerati di rilevanza economica), così come quelli di Trivio e di Maranola (non sappiamo se considerati di rilevanza economica o meno).
Ultimo, ma non meno importante, la questione dell’agibilità. Siamo sicuri che questi impianti siano agibili? Sarebbe da irresponsabili concedere a terzi strutture sportive prive del requisito di agibilità, senza un pesante intervento di manutenzione straordinaria, di cui molti sembrano necessitare, vista la totale assenza, in molti casi, dei più banali requisiti di sicurezza.
Il bando, meglio la manifestazione di interesse, chiede un progetto di gestione con un piano di investimenti che, per un’associazione senza scopo di lucro, appare arduo alla luce dei costi che sarà necessario sostenere. A meno che di lucro non sia, in quanto nascosto dietro una rappresentazione dei fatti a tal punto per nulla trasparente agli occhi dei cittadini.
Poiché appare difficile porre a carico del gestore un investimento, che presuppone una ristrutturazione o quanto meno una manutenzione straordinaria, quando a questo è demandata solo la manutenzione ordinaria. Da qui la solita confusione, più o meno voluta tra lo scopo sociale che l’impianto sportivo forse dovrebbe servire e l’interesse economico di qualche grande elettore.
Questo lo sapremo solo il 30 Gennaio quando verranno depositate le domande.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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