Rifiuti, un mare di chiacchiere nell’assenza di tutele per i lavoratori
Apprendiamo da Giuffrida Vincenzo, nostro iscritto e componente della RSU della Latina Ambiente, che l’azienda che attualmente si occupa dei rifiuti, ha saldato gli stipendi di Dicembre ai dipendenti, che sono circa una settantina, solo nella mattina di Lunedì 19 Gennaio e solo dopo una lunga serie di lamentele. Per questo motivo lui e i suoi colleghi sono entrati in agitazione. Niente azioni eclatanti per carità. Si sono limitati ad indire due assemblee, una tenutasi Sabato e l’altra Lunedì.
La cosa pare non sia piaciuta all’assessore all’ambiente Claudio Marciano, che infatti in suo post su facebook, ha prima garantito che “il Comune di Formia ha pagato regolarmente la fattura, su cui invece ha trattenuto delle somme pari a 25.000 euro per la mancata sostituzione di alcuni mezzi e per una serie di disservizi registrati nel mese di Dicembre” e poi ha aggiunto in un lungo commento che “le assemblee sindacali rientrano tra i diritti garantiti dallo Statuto dei lavoratori e dal CCNL: durante l’orario di servizio possono essere svolte fino a 10 ore annuali retribuite. Tuttavia, spero che la risoluzione del problema stipendi, unita alla riunione sindacale convocata per martedì con la dirigenza del Formia Rifiuti Zero, faccia rientrare l’agitazione.
Formia avrà tra pochi mesi una gestione interamente pubblica del servizio, ha approvato un piano industriale in cui sono garantiti tutti i posti di lavoro sebbene vi sia un taglio delle risorse di 500.000 euro, si avvia ad acquistare un parco mezzi nuovo ed ecologico, a impegnare cifre importanti anche nella messa in sicurezza dell’isola ecologica. Non si tratta di iniziative scontate: nel territorio, quando si parla di rifiuti, spesso si parla anche di licenziamenti, tagli, a volte di fallimenti e inchieste della magistratura.
Mi chiedo se non sia questo il momento di fare uno sforzo, di sopportare qualche disagio seppure ingiusto, e di garantire ai cittadini che diverse tonnellate di plastica e organico non vadano perse in discarica.”
Bene ha fatto il compagno Giuffrida Vincenzo a rispondergli a tono, con la seguente nota:“ Caro,carissimo Assessore, non è solo il salario che ritarda ( è per questo che si lavora ),ma sono anni che ci fate lavorare con una scarpa e una scarpetta,come si dice da noi,ci accusate di scarso rendimento,di poca voglia di lavorare.Non dite però,(azienda e amministrazione )che sono mesi,o addirittura anni che denunciamo la mancanza di gestione responsabile del servizio,la mancanza di mezzi per svolgere pienamente il servizio di raccolta,di spazzamento,di taglio dell’erba. Sono anni che lavoriamo con pochi mezzi e per lo più difettosi nella meccanica di trazione e di scarico. Sono anni che noi lavoratori suppliamo a queste e ad altre gravi situazioni sanitarie e di sicurezza. Sono anni che sopportiamo,e non è qualche disagio,(noi lavoratori siamo professionisti del disagio estremo), ma quando si informano i lavoratori che il salario non sarà erogato il giorno 15 ma il giorno 16,e che la mattina del giorno 16 non è ancora stato dato mandato di pagamento…………Non me ne volere”.
Ovviamente noi siamo a fianco dei lavoratori della Latina Ambiente, in quanto consapevoli dei tanti sacrifici che sono costretti a sopportare, nell’assenza di qualsiasi provvedimento migliorativo della loro condizione lavorativa, da parte di chi ne ha la responsabilità, vedi ad esempio lo stato di degrado in cui versa l’ecocentro che si trova in località ex-Enaoli, nonostante le continue rassicurazioni che sono state date e dei lavori di sistemazione previsti e probabilmente mai effettuati.
Purtroppo non finisce qui, infatti ci sono state segnalate altre anomalie. Pare infatti che l’azienda non versi né il quinto dello stipendio alle finanziarie alle quali alcuni dipendenti si sono rivolte per avere un prestito e né verso la rata del TFR per la pensione integrativa. Eppure nelle loro buste paga è indicato che i soldi sono trattenuti.
Inoltre segnaliamo che nel passaggio dalla Latina Ambiente alla Formia Rifiuti Zero, rischiano di dover passare sotto le forche caudine del Jobs Act.
Secondo la Filcams Cgil, infatti, «leggendo il decreto 183/14, che sancisce la riforma dell’articolo 18 e in sostanza il suo superamento, si evince come i lavoratori in appalto (pulizie, ristorazione collettiva e commerciale, vigilanza etc) in caso di subentro di una nuova azienda, qualora vengano riassunti dalla stessa, si troveranno con ogni probabilità un nuovo contratto a tutele crescenti senza il diritto al reintegro in caso di licenziamento ingiustificato. Il legislatore infatti all’articolo 7 sembra solo preoccuparsi di legare alla reale durata del servizio del lavoratore sull’appalto l’eventuale risarcimento economico, dando per scontato che nelle stazioni appaltanti non esistano anzianità e diritti acquisiti. Se così fosse, saremmo di fronte all’ennesima discriminazione».
Insomma per i lavoratori che si occupano dell’igiene urbana non c’è pace.
Circolo “ENZO SIMEONE”
Partito della Rifondazione Comunista
Formia
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