L’ennesimo Primo Maggio di lotta
Vogliamo dedicare la festa del 1° Maggio a tutti i lavoratori che lottano; a chi non festeggia perché lavora; a tutti i lavoratori immigrati la cui prospettiva è solo il lavoro nero, mal retribuito e mai tutelato; ai precari e ai disoccupati.
L’attacco ai diritti dei lavoratori, portato avanti dai governi filo-padronali che in questi anni si sono alternati l’uno all’altro, continua.
Il governo Renzi fa quanto neppure Berlusconi e Monti sono riusciti a compiere, e per questo riceve il plauso di Marchionne e Confindustria.
I decreti attuativi del “Jobs Act” generalizzano la precarietà e riportano il lavoro all’800, prima delle lotte con cui le lavoratrici e i lavoratori hanno conquistato diritti e dignità.
Il governo Renzi non ha abrogato i contratti precari, li ha peggiorati, il primo decreto Poletti dà la possibilità di assumere a termine sempre, anche in assenza di motivazioni che giustifichino il ricorso al lavoro temporaneo. In questo modo si impedisce che, come avveniva prima, i lavoratori a termine possano fare causa e vedere riconosciuto il diritto ad essere stabilizzati. I nuovi decreti estendono l’uso dei voucher, cioè della forma massima di lavoro usa e getta. Mentre è falso che le collaborazioni siano eliminate e restano tutte le tipologie di lavoro interinale. Resta persino il lavoro a chiamata.
I decreti consentono inoltre di abbassare la mansione dei lavoratori anche in assenza di crisi, mentre si prevede la modifica delle norme che impediscono la videosorveglianza.
Il Jobs Act non porterà un solo posto di lavoro in più. L’abbassamento dei diritti del lavoro che c’è già stato in questi anni non ha fatto altro che incoraggiare le aziende a non investire su innovazione e qualità dei prodotti, perché certe di poter competere sulla compressione di salari e diritti. E’ questa la storia vera.
Il Jobs Act riduce le persone che lavorano a merce e impedisce l’organizzazione collettiva delle lavoratrici e dei lavoratori. Produrrà solo un ulteriore abbassamento dei salari e un ulteriore impoverimento di chi lavora.
Per questo sosterremo ogni lotta contro il Jobs Act e proponiamo, da subito, che tutte le forze sociali e politiche che lo contrastano promuovano un REFERENDUM per la sua abrogazione.
Per questo ci battiamo per un Piano per il Lavoro, che come avvenne con il New Deal dopo la crisi del ’29, invece di continuare a privatizzare come fa Renzi, costruisca nuovi posti di lavoro con politiche industriali pubbliche, con un piano per la manutenzione dell’ambiente, con il rilancio del welfare.
E da subito chiediamo il reddito minimo per le persone disoccupate.
E’ urgente ritornare a riappropriarci del diritto al lavoro per la dignità dei lavoratori!
Solo così il 1° Maggio tornerà ad essere la celebrazione di un baluardo di civiltà per tutti i lavoratori!
Da parte nostra rinnoviamo l’impegno nelle lotte per la conquista e la difesa dei diritti dei lavoratori, contro il “Jobs Act”.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia