Acqua, i cittadini ostaggio della peggior politica

Quando si tratta di difendere la propria creatura Forza Italia non esita a fare carte false, ora pare che a subire le ire dei “fazzone boys” siano le città di Terracina e di Latina. Nei due centri pontini i gruppi consiliari forzisti hanno deciso di staccare la spina alle giunte guidare da sindaci, di cui fino a ieri erano stati strenui difensori, anzi di più, avendone appoggiato l’operato a spada tratta, anche quando si è trattato di votare provvedimenti molto discutibili.
Nel caso del sindaco Procaccini l’operazione è già stata portata a compimento, nel caso invece del sindaco Di Giorgi pare sia questione di giorni. Il tempo strettamente necessario per trovare un notaio presso cui i consiglieri comunali possano depositare le proprie dimissioni.

Il motivo? Divergenze sulla gestione di Acqualatina, la società mista che gestisce il servizio idrico nella provincia di Latina e che con il suo fatturato, di oltre 87milioni di euro, e gli oltre 340 dipendenti, è un bel bocconcino di cui è impossibile privarsi. Non è un caso che da sempre, tranne la breve parentesi di Paride Martella, la presidenza della società italo-francese vada ad un uomo Forza Italia. Prima al senatore Fazzone e poi al suo avvocato Addessi. Ma non basta. Infatti molte persone che occupano ruoli apicali all’interno della società sono di Fondi, che come tutte ben sanno è la città nelle quale il senatore forzista ha iniziata a costruire la sua fortuna politica.

Ovviamente a pagare le conseguenze sono i cittadini con le esose bollette che ricevono, che vanno a coprire gli sprechi generati dallaa spregiudicata azione degli uomini legati a Fazzone.

Cosa dire invece dei nuovi padroni della provincia di Latina? Purtroppo dai politici del PD nessuna buona nuova. Continuano infatti a far finta che il problema Acqualatina non esista.

Eppure avrebbero mille motivi per liquidare in quattro e quattr’otto Acqualatina, non fosse altro per il referendum del 12 e 13 giugno 2011, con il quale i cittadini italiani hanno ribadito che l’acqua deve essere pubblica e quindi non deve costituire occasione di profitto da parte di nessuno, tantomeno da parte di un privato.

Ed invece pare proprio che il governo Renzi voglia procedere a tappe forzate verso nuove privatizzazioni.

Prima con l’approvazione dello “Sblocca Italia”, che si è rilevato per quello che e cioè un piano complessivo di aggressione alla gestione pubblica dei beni comuni, tra cui l’acqua, vera ossessione del governo Renzi, e poi con il disegno di legge Madia.
In una sua nota il Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua ha fatto notare come le norme inserite negli articoli 14 e 15 del DDL Madia se approvato nell’attuale versione, rappresenterebbero infatti una delega al Governo con indicazioni precise volte al rilancio dei processi di privatizzazione, limitando drasticamente gli affidamenti diretti e incentivando i processi di aggregazione e di fatto regalando l’acqua alle grandi aziende e multiutilities, di cui diverse già quotate in borsa.

Insomma dalla padella (Forza Italia) alla brace (Partito Democratico).

Federazione di Latina
Partito della Rifondazione Comunista

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