L’amianto nella nosta città rimane al suo posto
Martedì 21 aprile 2015, il consiglio comunale di Terracina ha approvato, con deliberazione n.36/2015, il “Regolamento comunale per la tutela della salute e dell’ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto e per il risanamento ambientale, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto”, con il quale si disciplina lo smaltimento dell’amianto.
E’ prevista l’istituzione di un albo comunale delle ditte autorizzate al suo smaltimento, la semplificazione delle procedure amministrative, una campagna di sensibilizzazione per informare i cittadini circa la pericolosità dell’amianto, il censimento dei manufatti nei quali è presente l’amianto (con l’autocertificazione da parte dei proprietari). In questo caso vi è l’impegno dell’amministrazione a concedere un contributo per gli interventi di bonifica, per un importo massimo di 2500euro.
E’ prevista la richiesta di finanziamenti da parte della regione Lazio, dello Stato e dell’Unione Europea, a cui poi si sommeranno soldi prelevati dalle casse comunali. Il tutto andrà a confluire in un fondo, da cui verranno prelevati i contributi da destinare alla bonifica.
Non sappiamo ovviamente se il provvedimento approvato dal consiglio comunale impedirà lo smaltimento illegale dell’amianto, ma di certo è sicuramente meglio di niente, soprattutto perché metta al centro la tutela della salute dei cittadini.
Purtroppo dobbiamo segnalare che nella nostra città si è scelto colposamente di non agire e
in assenza di provvedimenti, presi dalle amministrazioni che si sono succedute in questi anni, molto spesso il cittadino, visti gli alti costi dello smaltimento, si è sentito in diritto di procedere come meglio credeva, in molti casi provvedendo allo smaltimento illecito dell’amianto, abbandonandolo in aperta campagna.
Addirittura abbiamo dovuto segnalare uno smaltimento illecito sui monti aurunci.
Eppure con l’amianto abbiamo imparato non si scherza.
Le malattie da amianto infatti possono manifestarsi dopo molti anni, a volte persino dopo 40 anni dalla prima esposizione.
Per le sue caratteristiche è stato largamente usato per le sue eccezionali proprietà di resistenza al fuoco, di isolamento termico ed elettrico, per la facilità di lavorazione (struttura fibrosa), di resistenza agli acidi ed alla trazione, è facilmente mescolabile ad altre sostanze (cemento), dotato di capacità fonoassorbenti e per ultimo ma non trascurabile l’aspetto che aveva un basso costo.
Nel nostro paese il boom è avvenuto negli anni che vanno dal 1960 al 1990 in corrispondenza appunto del boom economico, e già nel 1983 in accordo con una direttiva CEE, è vietata anche in Italia l’applicazione dell’amianto spruzzato in edilizia, ma solo nel 1992 viene vietata la produzione e il commercio di manufatti contenente amianto con la cessazione di tutte le attività di estrazione, importazione, ed utilizzo.
Da alcune nostre osservazioni possiamo tranquillamente affermare, senza la possibilità di alcuna smentita, che Formia è piena di amianto.
Eppure, nonostante le sollecitazioni del comitato per la bonifica dall’amianto, nessun provvedimento radicale è stato preso dall’attuale amministrazione.
Il Decreto del Ministero dell’Ambiente n.101 del 18 marzo 2003, prevede la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell’art. 20 della legge 23 marzo 2001 n.93.
Una volta elaborata la mappa delle zone sensibili, con periodicità annuale dovranno essere verificati i progressi nei lavori di bonifica. Il Decreto, inoltre, specifica le modalità di intervento e di smaltimento dei rifiuti derivanti da tali attività, oltre a stabilire criteri di agevolazione degli interventi medesimi e modalità di finanziamento delle operazioni sia di mappatura che di bonifica.
Nulla ovviamente è stato fatto in tal senso e non vediamo la possibilità di interventi nell’immediato, alla faccia della tutela
della nostra salute.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia