C’è sempre un Forte nella storia della Pedemontana
Nei giorni scorsi il consigliere regionale del PD Enrico Forte ci ha tenuto a far sapere che il CIPE ha sbloccato ben 160milioni di euro per la realizzazione della variante alla S.S. 7 Appia in Comune di Formia, meglio nota come Pedemontana, e questo grazie all’inserimento della Pedemontana di Formia tra le opere strategiche della Regione Lazio.
E ha anticipato che il prossimo passaggio, che vedrà Anas e Regione protagonisti sarà la firma della convenzione e l’avvio della progettazione”.
Peccato che in realtà un progetto già esiste e che l’unico problema è reperire i soldi necessari a che l’opera venga realizzata nella sua interezza.
Intanto è meglio chiare in cosa consiste la realizzazione della “Pedemontana di Formia”. Ufficialmente l’intervento riguarda la realizzazione della variante stradale, dalla lunghezza di circa 11 chilometri, alla statale S.S. 7 Appia per il tratto che, partendo dal territorio di Gaeta in località Puntone, attraversa l’abitato di Formia e termina in località Santa Croce, in corrispondenza dello svincolo per Cassino e Napoli.
Ma veniamo ai fatti, perché come diceva il compagno Marx: “la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”.
E lo possiamo fare perché abbiamo recuperato un verbale del 29 marzo 2006 del CIPE, cioè del Comitato interministeriale per la programmazione economica, nel quale c’è scritto chiaramente che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti specifica che il progetto è stato redatto dall’ATI Politecnica Soc. coop. a r.l. e SATPI Consulting Inginering s.r.l., risultata aggiudicataria della gara disposta con delibera di Giunta 10 dicembre 1996, n. 9700, dalla Regione Lazio, la stessa regione ha anche stipulato con l’ANAS, il 15 settembre 1997, un’apposita Convenzione relativa al cofinanziamento delle progettazioni incluse nella programmazione triennale della viabilità.
L’opera costerà circa 400 milioni di euro (in realtà in un altro documento del 2011 il prezzo schizza a oltre 500 milioni di euro). Nei giorni scorsi il presidente dell’ANCE, l’associazione dei costruttori, di Latina, ha addirittura parlato di ben 735 milioni. Non proprio bruscoli insomma.
Lo stesso Francesco Carta, segretario del circolo degli allora Democratici di sinistra (poi trasformatisi in PD), scriveva che era necessario completare il progetto definitivo e reperire finanziamenti per 439 milioni e 150 mila Euro e concludeva mettendo in dubbio la sufficienza di questo stanziamento, per la possibilità del sorgere di imprevisti.
Insomma numeri buttati a caso, giusto per fare impressione e regalare l’ennesimo trofeo del nulla alla città (Gli altri due sono: il policlinico del Golfo e il porto turistico)
Nel verbale si racconta la storia del lungo iter burocratico, che alla fine a visto anche l’intervento della Regione Lazio, che con delibera di Giunta 24 gennaio 2006, n. 47, ha espresso parere favorevole all’approvazione condizionato all’ottemperanza, delle prescrizioni indicate nella delibera stessa. Ovviamente è inutile chiedere quali siano, saranno ben nascoste in qualche cassetto (chiuso a chiave).
Non sappiamo dunque di cosa il consigliere Enrico Forte stia parlando, ma gli consigliamo di smetterla con gli slogan, a cui tra l’altro possono abboccare solo i suoi colleghi di partito (Sandro Bartolomeo, Giancarlo Cardillo e Paolo Ciorra).
E’ forte il rischio di fare la fine del suo onomino formiano Michele Forte, nonché ahinoi sindaco della nostra città, che una volta sì e un’altra pure cercava di venderci, come già fatta, proprio la Pedemontana, arrivando a far esporre addirittura uno striscione, pagato dalla cittadinanza, con il progetto dell’opera stradale incriminata.
L’ultimo suo annuncio è datato 2012.
A noi che siamo attenti lettori delle cronache locali e non, la storia infinita della Pedemontana di Formia ci fa venire in mente quella dell’autostrada Roma-Latina.
Non hanno ancora posato una pietra che la procura contabile del Lazio ha quantificato un danno erariale di venti milioni di euro.
D’altronde è facile anticipare che qualora l’opera dovesse iniziare si dovranno fermare i lavori, visto che agli stimati 500 milioni di euro per la realizzazione dell’opera ne mancano ben 235 di milioni per portarla a termine (almeno secondo il presidente dell’ANCE di Latina).
Però si mettera in moto un meccanismo predatorio tale da far impallidere il ben noto “Sistema Formia”. E di questo ne siamo sicurissimi.
circolo “ENZO SIMEONE”
Partito della Rifondazione Comunista
Formia