I veri proprietari dell’ospedale di Formia non sono i cittadini ma i privati
Con legge regionale n.16/2001 la Regione Lazio ha promosso la costituzione di una società a prevalente capitale regionale denominata SAN.IM S.p.a., quale strumento per immettere liquidità nel sistema delle aziende e risanare parte del deficit accumulato nella gestione sanitaria.
La SAN.IM S.p.a. ha acquistato dalle ASL 56 ospedali dislocati su tutto il territorio laziale (valore dell’operazione 1,949 miliardi di euro) e poi li ha affittati alle ASL che li avevano venduti, con la clausola che le ASL possono riacquistare le strutture al termine del contratto di affitto.
Amministratore Unico della SAN.IM S.p.a. è SABBADINI ANDREA, dirigente dell’area TRIBUTI, FINANZA E FEDERALISMO della regione Lazio.
I crediti della SAN.IM S.p.a. sui futuri affitti sono stati ceduti alla CARTESIO s.r.l., che ha sede ufficiale a Milano.
Apprendiamo dalla lettura di un blog, curato dall’associazione “Estremo Centro Lazio”, che quest’ultima è in realtà una società “Veicolo” (cioè che serve solo a quella operazione) ed ha un capitale sociale di 10 mila euro, il minimo previsto dalla legge, ed è controllata da una fondazione olandese, cioè residente dove le fondazioni non pagano le tasse ed amministrata da un cittadino inglese, cioè da un “tecnico” esperto in finanza creativa. I crediti, acquisiti da questa società “Veicolo” sono stati poi venduti sui mercati internazionali sotto forma di obbligazioni. Infine i soldi incassati da quest’ultima vendita (circa 1.2 miliardi di euro) sono stati poi “girati” alla regione Lazio, che ha cosi ottenuto liquidità con la quale ha tamponato una parte dei debiti pregressi nel settore della sanità.
Le obbligazioni emesse sono poi garantite dai canoni di locazione degli ospedali. Chi paga i canoni di affitto? La Regione Lazio, ovviamente.
Nell’aprile 2005 l’allora sindaco Bartolomeo ci raccontò, in una conferenza indetta per l’occasione, che l’amministrazione comunale di Formia era fortemente motivata a costruire l’Ospedale del Golfo (noto anche come Policlinico del Golfo) e che lo stesso sarebbe stato a disposizione di tutta l’area del Sud Pontino con una struttura all’avanguardia.
Addirittura veniva presentato il progetto dall’allora direttore generale dell’ASL.
Un ospedale immerso nel verde, tra alberi di ulivo, diviso in due blocchi uno ad alta tecnologia (sale operatorie), l’altro destinato alla degenza in una struttura di vero e proprio albergo. Quattro edifici su cinque livelli tutti collegati tra loro con scale mobili e tapis-roulant. Per ingresso una hall come per gli alberghi, bar, rivendite di giornali, shopping center, auditorium, teatro, asilo nido per il personale, ampio parcheggio per il personale e per i visitatori.
Lo stesso Bartolomeo ammise l’insufficienza di soldi pubblici e la necessità di realizzare l’opera procedendo ad una operazione di project financing, cioè i privati ci avrebbero messo i soldi e poi il pubblico avrebbe pagato un affitto, fino a quando i privati non sarebbero stati rimborsati del capitale investito e degli utili (avremmo pagato uno sproposito insomma).
Nella stessa conferenza stampa si lamentò del fatto che l’allora direzione dell’ASL non aveva neanche speso il 12 milioni di lire assegnati per la messa a norma all’ospedale di Formia dalla Giunta Badaloni, per cui esso non era (e forse non è a tutt’oggi) ancora pienamente in regola con le norme vigenti la sicurezza.
Dall’allora nulla sappiano circa la proprietà effettiva dell’ospedale “Dono Svizzero”, quanto è costato alla collettività l’affitto dell’ospedale, se lo stesso è a norma, se e quando verrà realizzato l’Ospedale del Golfo (cosa che noi ovviamente ci auguriamo non avvenga mai).
Sappiamo solo che i mille rattoppi che negli anni sono stati effettuati (struttura, personale, macchinari) sono ancora insufficienti a garantire una sanità all’altezza della situazioni.
Non bastano gli annunci, le favolette raccontate a mezza voce, ci vogliono i fatti e purtroppo sono ancora pochi e per lo più vanno in senso opposto a quanto da noi auspicato.
Infatti la sanità in questi anni ha subito tantissimi tagli (la scusa era la riduzione degli sprechi). La manovra economica 2015 (del governo Renzi) ha imposto tagli pari a 1.33 miliardi di euro, ma ne sono previsti molti di più negli anni successivi a questo. Tra poco avremo quello che sognano i partiti ultraliberisti come PD, Forza Italia, UDC, Scelta Civica, NCD, cioè una sanità solo per i ricchi, gli unici a potersela pagare, mentre i poveri saranno costretti a farne a meno.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia