Sciopero dei lavoratori e dei cittadini contro la grande distribuzione

E’ stato indetto per Sabato 7 novembre (venerdì 6 per chi lavora da lunedì a venerdì), da Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL, la prima delle due giornate di sciopero nazionale che coinvolge i lavoratori della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), alimentare e non, delle Coop, e delle aziende commerciali aderenti a Confesercenti.
Tra le aziende coinvolte ci sono: Coop, Pam, Esselunga, Carrefour, Ikea, Conad, Coin, Upim, Oviesse ed ecc.
La mobilitazione riguarda la vertenza per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali, già scaduti da oltre 22 mesi.
I contratti collettivi nazionali (CCNL) da rinnovare sono tre: il primo con Federdistribuzione, l’associazione nazionale di categoria delle imprese della GDO che, fuoriuscendo da Confcommercio, non ha riconosciuto il recente rinnovo del contratto del commercio, stipulato lo scorso marzo; il secondo è quello con Confesercenti; Il terzo, e ultimo, è il contratto collettivo degli addetti delle cooperative di consumo (principalmente i negozi a marchio COOP), oltre 60mila lavoratori a livello nazionale, che da oltre due anni non ricevono alcun aumento salariale.
L’obbiettivo delle imprese è di scaricare il costo della crisi sui lavoratori, colpendo il loro salario e le condizioni di lavoro (con richieste di aumento della flessibilità, e l’assenza di interventi per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro).
In questo senso va la proposta di Federdistribuzione “di aumentare la produttività attraverso il taglio delle retribuzioni, l’annullamento degli scatti di anzianità, la negazione del passaggio dal 5° al 4° livello, l’eliminazione di 32 ore di permesso retribuito, la sterilizzazione di 13esima e 14esima ai fini del calcolo del Tfr e il ritorno alle 40 ore di lavoro con una maggiore flessibilità gestita unilateralmente dalle aziende, alla decorrenza del contratto dal 2016 al 2018”.
Ancora una volta i diritti dei lavoratori e alle lavoratrici sono sotto attacco da parte di una classe imprenditoriale sempre più vorace, che – grazie alla complicità dei vari governi succedutisi in questi anni – si è fatta sempre più audace.
Gli imprenditori vogliono o smantellamento pressoché totale di un sistema avanzato di tutele che i lavoratori e le lavoratrici hanno strappato con le lotte.
Lo conferma, ad esempio, la liberalizzazione degli orari e delle aperture introdotte dal decreto Salva-Italia del governo Monti, che ha dato la possibilità agli esercizi commerciali e alla grande distribuzione di rimanere sempre aperti, anche durante le domeniche e i festivi e che ha creato ulteriori problemi ai lavoratori e alle lavoratrici che non hanno più tempo per se stessi e per le proprie famiglie.
I lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione non vanno lasciati soli nella loro battaglia, ma anzi è necessario che tutti si dimostrino solidali appoggiandone le rivendicazioni contrattuali.
Per questo invitiamo tutti i cittadini a boicottare i negozi delle aziende che non vogliono rinnovare il contratto ai lavoratori dei supermercati e delle catene di grande distribuzione.
Ai sindacati confederati, che rappresentano la maggior parte dei lavoratori sindacalizzati, invece chiediamo di pretendere il dovuto e di non accontentarsi dei quattro spiccioletti che di solito chiedono.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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