La regione Lazio ne combina un’altra ai danni dei cittadini
Veniamo ai fatti: la Regione sta provvedendo ad inviare avvisi bonari relativi agli anni 2009 e 2010 in quanto a suo avvisto ci sono cittadini che hanno usufruito delle esenzioni ticket per prestazioni specialistiche (esami) e farmaceutiche (farmaci) senza averne alcun diritto, poiché il loro reddito era superiore a quanto previsto dalla legge e quindi non vi era – per loro – la possibilità di poter beneficiare dall’esonero dal pagamento della prestazione richiesta.
Peccato che l’avviso bonario non contenga le indicazioni specifiche delle prestazioni specialistiche erogate, ma solo l’indicazione del presidio ospedaliero, né tanto meno le indicazioni specifiche sui farmaci utilizzati nel 2009.
In entrambi i casi la giustificazione adottata dalla regione Lazio è che tale scelta è stata imposta dai vincoli in materia di privacy.
Per cui il cittadino – per avere chiarimenti – nel primo caso dovrà rivolgere gli uffici regionali che provvederanno alla consegna di un documento più analitico, contenente: – la ricostruzione puntuale del reddito della famiglia fiscale di riferimento, come desunto dai dati dell’anagrafe tributaria; – la puntuale indicazione delle prestazioni effettuate”.
Nel secondo caso invece sarà necessario scrivere ad una casella di posta indicando il numero di pratica da cui poter risalire a quale tipo di farmaco si fa riferimento.
Facile domandarsi se spedire una raccomandata – con allegato tutti i chiarimenti del caso – sarebbe stato un’operazione così difficile?
Insomma – come al solito – dovrà essere il cittadino a doversi sobbarcare l’onere di dover verificare che quanto è richiesto dalla regione Lazio è in realtà dovuto.
Ovviamente nel caso in cui è coinvolto un anziano l’operazione diventa ancora più onerosa, non fosse altro che sono passati dai cinque anni ai sei anni da quando è stato commesso il presunto abuso e valla a trovare la documentazione che attesti che le prestazioni – di cui si chiede il pagamento – è reale e non l’invenzione di qualche oscuro funzionario della regione Lazio.
Il pagamento deve inoltre avvenire entro 30 giorni – poi divenuti a 90 – dalla ricezione della contestazione, per non incappare in ulteriori sanzioni.
D’altronde ci risulta che il numero verde attivato nemmeno funzioni, essendo il più delle volte irraggiungibile, chissà come mai.
Eppure non sarebbe stato difficile evitare tale incresciosa situazione.
Sarebbe infatti bastato un semplice incrocio di dati. Non difficile visto i tanti soldi che vengono spesi per l’informatizzazione degli uffici pubblici.
Lo stesso Zingaretti – davanti al montare delle proteste – ha dovuto ufficialmente chiedere scusa per il caos e per i disagi immensi derivanti dagli errori e dai disguidi che hanno caratterizzato l’operazione.
Ancora una volta l’amministrazione guidata dal democratico Zingaretti si dimostra inadeguata a offrire ai propri concittadini dei servizi all’altezza di quanto è dovuto loro, non fosse altro che per le tasse che pagano.
Evidentemente la politica spot fatta di inaugurazioni “mordi e fuggi” non paga.
D’altronde in questo si è comportato grosso modo come chi lo ha preceduto, cioè la Polverini, che molti ancora si “sognano di notte” per i danni che ha causato alla “cosa pubblica”.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia