Molo Vespucci di Formia: tra mito e realtà

Strano destino quello della stazione marittima che si trova presso il Molo Vespucci, tanto strana che ne vale la pena raccontarne la storia, compreso il tentativo di rendicontare i soldi spesi per farne – insieme ad altre – il volano dell’economia formiana.
Iniziamo con il finanziamento da 7milioni e 500mila euro del P.L.U.S. “Formia via del mare”, che il comune di Formia ha ottenuto per a) recupero spazi ed edifici pubblici; b) inclusione sociale, coesione territoriale e sviluppo di servizi sociali, culturali e turistici; c) miglioramento dello stato dell’ambiente, della mobilità e dei trasporti urbani; d) promozione dell’imprenditorialità e rivitalizzazione del tessuto economico-produttivo.
Tra gli interventi previsti spicca quello per “l’adeguamento e messa in sicurezza delle strutture portuali”. Un finanziamento dall’importo di 1milione 260mila euro, di cui 350mila a carico del comune.
Attualmente sono in corso i lavori di realizzazione delle opere a terra, mentre è in fase di completamento l’iter per la prosecuzione delle opere a mare, ovvero della banchina su palificazione, per le quali si è resa necessaria una apposita Conferenza dei servizi (fonte: http://www.formiaplus.it/).
E’ tuttavia tutta la zona del Molo Vespucci ad essere interessata da un pesante restyling, grazie a investimenti economici pubblici di notevole entità.
Nel Dicembre 2009 infatti l’allora amministrazione comunale inoltrò alla regione Lazio la richiesta per un finanziamento per la realizzazione di una stazione Marittima “per la razionalizzazione delle varie tipologie di trasporti marittimi che orbitavano sulla città di Formia”.
Successivamente con una nota del 15-2-2010 la regione Lazio ritenne di finanziare il progetto per la realizzazione di uno “snodo di scambio tra Trasporto Marittimo e Trasporta Gomma/Ferro” presentato dal comune di Formia, invitando lo stesso a prevedere un’area di circa 200mq da destinare alla società di navigazione regionale “LAZIOMAR” all’interno dell’immobile da ristrutturare inserito nel progetto.
Con deliberazione di giunta n.357 del 18-11-2010 il comune di Formia approvò poi il progetto e contemporaneamente chiese un finanziamento regionale di 1.500.000 euro.
L’amministrazione comunale si era posto l’obbiettivo del trasferimento dei traghetti e degli aliscafi dal Molo Azzurro al Molo Vespucci, la realizzazione di una stazione marittima, in grado di essere un punto di accoglienza e servizi all’utenza, un nodo di scambio per i collegamenti tramite servizio pubblico.
La realizzazione del nodo di scambio e locali polifunzionali nell’area portale del Molo Vespucci prendeva corpo con l’approvazione della DGC n.262 del 28 giugno 2011.
Un’operazione dal valore di oltre 11milioni di euro, di cui 3milione di euro erano già a disposizione dell’amministrazione, e il restante da chiedere alla regione Lazio.
Il risultato è che alla fine non siamo riusciti nemmeno a contare i soldi spesi per tutto questo papocchio, soldi ovviamente sottratti ad opere ben più preziose, come dare una casa ai tanti che non se la possono permettere.
D’altronde rimane un mistero la mancata realizzazione del porto “Marina di Cicerone”, opera anch’essa venduta per essere il volano dell’economia formiana, ma di cui si sono perse le tracce.
L’inaugurazione della nuova struttura sarebbe dovuta avvenire per la fine del 2014, siamo agli inizi del 2016 e nemmeno un sasso è stato posato (e meno male).
La società “Marina di Cicerone spa” evidentemente ha ritenuto di non rispettare nessuno degli impegni assunti nell’ormai lontano 2010, quando venne firmata l’ultima convenzione, che prevedeva la realizzazione di un porto turistico da oltre 600 posti barca (incluso maxi-yacht).
Così come nessun amministratore di Formia ha ritenuto di dover chiedere i danni alla società con sede a Roma, e di cui sono azionisti la Grandi Lavori Fincosit spa (25%), l’Impresa Pietro Cidonio spa (47,5%), il gruppo Ranucci srl (27,5%), la Sacen srl (una sola azione).
Non esiste nemmeno il sito dal quale era possibile rubare qualche notizia qua e là.
Evidentemente si vuol far passare tutto in cavalleria, perché quando è il pubblico ad aver torto il privato riesce sempre a spuntare esosi indennizzi, mentre invece a ruoli invertiti il privato riesce sempre a farla franca.
Noi siamo sempre stati nemici dell’idea di sviluppo legata alle grandi opere, perché riteniamo che la crescita della città sia legata alla realizzazione delle piccole opere, come la manutenzione dell’esistente, ma ci fa comunque una gran rabbia sapere che i cittadini sono stati presi ancora una volta in giro.
Molti sono quelli che durante la campagna elettorale hanno creduto ai venditori di fumo e ora ne pagano le conseguenze e che forse si meritano delle scuse per il raggiro subito.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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  5. By iptv cc

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  10. By unesa

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