Treni: Le sparano grosse senza sapere di cosa stanno parlando
Da domenica 13 marzo per la linea FL7 Roma – Formia circoleranno due nuovi Vivalto, dei quattro previsti entro aprile, con un incremento del 3,7% dei posti a sedere, pari a 1.620 posti in più al giorno. Entro aprile anche sulla Roma – Formia sarà completata la sostituzione di tutti i tradizionali convogli con i più capienti Vivalto: per ogni viaggio l’incremento dei posti a sedere sarà pari al 14%.
Peccato che i Vivalto – che il presidente della regione Lazio Zingaretti ha promesso entreranno a breve in funzione – sono in realtà treni metropolitani ad alta frequentazione che dovrebbero essere utilizzati unicamente all’interno di aree metropolitane, cioè con un raggio di poche decine di chilometri e con percorrenza temporale prevista di pochi minuti.
Non di centinaia come fa invece Trenitalia che li usa per trasportare le persone da Roma fino a Formia (129 km e 1 ora e 40 minuti) o addirittura fino a Napoli (218 km e 2 ore e 30 minuti di viaggio).
Per un pendolare che li utilizza significano ore di viaggio su una sedia che è la metà di quella di un regionale normale, con poggiatesta che non permettono nemmeno di addormentarsi ed a stretto contatto con altri passeggeri, poiché le distanze tra le sedie sono ai limiti dell’ergonomia; tant’è che due persone di normale statura devono incrociare le gambe e accordarsi su come mettere i piedi per evitare pestarseli.
Il fatto che siano attrezzati per tratti metropolitani, lo dimostra anche quello che è accaduto in Toscana, sulla linea DD Roma-Firenze, dove sono stati temporaneamente sospesi dal servizio, dopo che una porta del treno è volata al passaggio di un costosissimo treno dell’alta velocità.
Ragion per cui per assurdo, sarebbe meglio continuare ad impiegare i vecchi ma comodi treni regionali, invece che sostituirli con TAF, che se migliorano la frequenza quindi l’offerta per utenti occasionali, non migliorano di certo la qualità del viaggio, a cui è più sensibile chi fa avanti e indietro da Roma a Formia.
Fatti che ignora chi decide le strategie del Trasporto Pubblico locale e che probabilmente non prende il treno tutti i giorni dell’anno, esclusi feste e ferie.
A differenza dei tanti pendolari che sono costretti a trasformare il treno in una parte importante della propria quotidianità, quasi una seconda casa se non addirittura un secondo letto per chi deve effettuare spostamenti ben più lunghi.
Siamo alle solite: chi decide delle nostre vite non sa nulla di esse.
Per i politici politicanti è difficile e non impossibile mettersi nei panni dei tanti pendolari che affollano le stazioni per recarsi – tra mille sacrifici – sul posto di lavoro o all’università, in molti casi arrivandovi già stanchi, per aver dovuto subire l’assenza di un servizio di trasporto pubblico all’altezza di un paese civile, quale si considera il nostro.
E spesso il ritorno a casa è anche peggiore
Ovviamente di questi “dettagli” non se ne sono resi conto né il sindaco Bartolomeo né l’assessore all’intelligenza” urbana Marciano, più preoccupati a battere il record di commenti entusiastici su facebook a favore del capo Zingaretti che non delle effettive conseguenze che propri concittadini dovranno patire , a meno che non si abbiano i soldi per l’Intercity, come forse il pendolare assessore Marciano, ed allora la situazione cambia completamente.
Evidentemente sono ringraziamenti di comodo al solo scopo di ottenere riconoscenza dai vertici del PD, nell’attesa di un premio che probabilmente tarda ad arrivare.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia