La truffa di “Garanzia Giovani” è servita

Sono oltre due decenni che ci vengono chieste a gran voce le famose«riforme strutturali». Un misto di privatizzazioni, di destrutturazione del mercato del lavoro, di perdita dei diritti acquisiti (leggi pensioni), tagli alla stato sociale (sanità, istruzione,…), che di fatto hanno reso i cittadini e i lavoratori schiavi del mercato.
Ma ogni volta appare scontata la necessità di ulteriori dosi di queste «riforme», tra cui spicca in particolare l’abbandono dell’idea del posto fisso, al quale si è sostituita l’idea dell’uomo flessibile, disposto cioè a tutto pur di trovare uno straccio di posto di lavoro, anche di sottostare a nuove forme di schiavitù.
Ad essere in particolare colpiti dall’assenza di occupazione sono i giovani. Il 42,7% dei quali è disoccupato e quasi 2 milioni e mezzo hanno già rinunciato allo studio e a cercare un lavoro.
Una delle ricette miracolose offerte loro per sottrarsi alla disoccupazione è Garanzia Giovani. Leggiamo su uno dei tanti siti della commissione europea che “si tratta di un nuovo approccio alla disoccupazione giovanile per garantire che tutti i giovani di età inferiore ai 25 anni – iscritti o meno ai servizi per l’impiego – possano ottenere un’offerta valida entro 4 mesi dalla fine degli studi o dall’inizio della disoccupazione.
L’offerta può consistere in un impiego, apprendistato, tirocinio, o ulteriore corso di studi e va adeguata alla situazione e alle esigenze dell’interessato”.
Lo stanziamento previsto dall’Unione europea è stato di 1,5 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti un altro centinaio messi dal nostro paese.
Peccato che laddove pare sua lodevole l’iniziativa, nella realtà si è trasformato nell’ennesima occasione di sfruttamento.
D’altronde non lo scrivono solo i soliti sporchi comunisti. La stessa Europa – culla del capitalismo più reazionario – ha infatti deciso non solo di ridurre di oltre il 60% i fondi destinati a “Garanzia Giovani”, ma anche di cambiare la formula di pagamento.
Infatti le aziende che nei prossimi messi assumeranno i tirocinanti dovranno anche che sborsare due terzi dei compensi mensili.
Ovviamente la formula “Garanzia Giovani” – in terra italica – ha dato il via a una lunga serie di inefficiente tra cui in particolare: lo sfruttamento con lavoratori costretti a orari ben più lunghi di quelli previsti dal contratto e i ritardi nel pagamento degli stipendi, con molti ragazzi che hanno dovuto addirittura anticipare le spese per arrivare sul luogo di lavoro (In molti casi gli stipendi non sono stati ancora pagati).
Ritardi e inadempienze che hanno trasformato “Garanzia Giovani” in un vero e proprio calvario per i giovani, che di fatto si sono ritrovati ad essere moderni schiavi.
D’altronde questo succede quando lo Stato si sottrae alle sue responsabilità e lascia i suoi giovani in balia degli istinti peggiori del capitalismo.
Lo sfruttamento è di per sé già un fatto grave ma quando è permesso dallo Stato diventa insopportabile.
E se non sei disoccupato ti tocca la precarietà a vita grazie al “Jobs act”, che di fatto ha cancellato l’articolo 18 e il diritto alla reintegra per i nuovi assunti.
Viene così riscritto lo statuto del lavoro riducendolo a merce e cancella decenni di lotte delle lavoratrici e dei lavoratori.
Sarà sufficiente d’ora in poi per le aziende dichiarare che il licenziamento è di natura economica perché sia esclusa la possibilità del reintegro e perché – anche nel caso in cui quella motivazione sia falsa e venga riconosciuta l’illegittimità del licenziamento – il lavoratore licenziato abbia diritto solo ad una mancia.
Il risultato è la ricattabilità totale di ogni lavoratrice e di ogni lavoratore che pure sia assunto a tempo indeterminato, ma di fatto è passibile di licenziamento in ogni momento.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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