La riduzione in schiavitù degli immigrati e l’assenza colposa delle istituzioni

La scoperta della schiavitù nelle campagne pontine chiama in causa pesantemente le istituzioni. D’altronde è impossibile che nessuno si sia mai accorto della gravità del fenomeno.
Un gigantesco bubbone che chiama in causa anche la società civile, sempre pronta a mobilitarsi per cause, che, se pur nobili, non hanno la stessa priorità della lotta ai nuovi schiavisti.
A Latina la Flai Cgil stima che sono migliaia gli immigrati di origine indiana che “lavorano in serra e nei campi per 3.50 euro l’ora, meno della metà della paga stabilità dal contratto; l’orario di lavoro e’ senza regole e le condizioni in cui sono costretti ad alloggiare spesso sono indecenti”.
Eppure in questi anni in tanti hanno fatto finta di non vedere ciò che avveniva, e avviene tuttora, nelle campagne pontine.
Le nostre istituzione che vanno a caccia di innocui immigrati clandestini (solo per la legge) e dimenticano invece di colpire i moderni schiavisti, che grazie all’impunità di cui a godono continuano indisturbati con i loro traffici.
Con la stessa logica si è lasciato che si inserisse indisturbata nel tessuto sociale della nostra provincia la criminalità organizzata.
E’ evidente che fa comodo a molti il mancato contrasto di entrambi i fenomeni, sia in termini di consenso elettorale che di opportunità politica.
Così come è ormai noto che i due fenomeni spesso sono connessi, in quanti dietro lo sfruttamento dei lavoratori c’è spesso la criminalità organizzata, con i suoi mille tentacoli.
Un’area grigia – eterogenea nelle sfumature e nella sua articolazione – che risulta composta, in modo variabile, da professionisti, politici, imprenditori, burocrati, che fa dello sfruttamento e della violenza il proprio “modus operandi”.
D’altronde il bacino elettorale di chi beneficia della riduzione in schiavitù di migliaia di lavoratori stranieri è enorme, soprattutto nella nostra provincia dove allo sfruttamento si aggiunge il razzismo.
Siamo da sempre la provincia “nera” per eccellenza, nella quale proliferano movimenti politici, e non, che non nascondono di considerarsi eredi ideologici del duce e dove è diffusa l’idea che gli immigrati sono cittadini di serie Z, ai quali non deve essere concesso alcun diritto.
Un humus sociale perfetto del quale continuano a fare le spese gli immigrati.
Non rimane che augurarsi che in tanti facciano un bell’esame di coscienza e poi agiscano di conseguenza, lavorando per un cambiamento di questa società, ormai allo sbando.
Da parte nostra già sappiamo da che parte stare. D’altronde è da sempre compito dei comunisti smascherare questi intrecci e lottare al fianco degli sfruttati, senza distinzioni di sorta.

partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Latina

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