Beni sequestrati alla camorra: riprendiamoci ciò che è nostro
Nel nostro territorio e nella nostra città, è in corso ormai un vero e proprio assedio economico e culturale della camorra e del pensiero camorristico, tanto da rendere evidente un vero e proprio mutamento antropologico.
E’ quindi a nostro avviso ormai indispensabile lanciare un guanto di sfida alla criminalità organizzata e al suo pensiero, restituendo alla cittadinanza i beni che ad essa sono stati sequestrati negli anni.
Riteniamo infatti scandaloso che a tutt’oggi siano ancora in completo stato di abbandono l’ex-discoteca “Seven up” e l’ex-discoteca “Marina di Castellone” le cui proprietà sono direttamente riconducibili ad esponenti del clan dei casalesi.
Per la riqualificazione dell’ex-discoteca “Seven up” l’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Bartolomeo ha promosso un concorso nazionale di idee (1° Premio: Euro 15.000) avente per oggetto la trasformazione dell’ex-discoteca “Seven up”, in un Centro Congressi integrato di servizi, nuova sede del Parco Regionale suburbano di Gianola e monte di Scauri e la trasformazione del lotto di pertinenza in un’area a parcheggi e verde attrezzato di servizio all’abitato di Gianola ed al movimento turistico e per il tempo libero.
Il progetto era incluso nel programma ministeriale di cui al D.M. 8 ottobre 1998 Programmi di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio – P.R.U.S.S.T dell’Area del Golfo di Gaeta e dei Monti Aurunci, ammesso a finanziamento con Decreto Ministero LL.PP. del 14 dicembre 2000 n° 2012 e comportante una spesa complessiva pari a circa € 3.943.804.
Nel 2012 l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Michele Forte, decide invece di stracciare tutto e di realizzare all’interno dell’ex-discoteca un centro per alcolisti, decidendo di destinare 800mila euro per la sua ristrutturazione e 100mila euro per la messa a gara dell’affidamento del servizio (per un anno). Alla fine dei fatti l’immobile è ancora lì in completo abbandono.
Peggio ancora è andata all’ex-discoteca “Marina di Castellone” di proprietà di Cipriano Chianese, assurto alle cronache come il “re delle ecomafie”, edificio di grande valore immobiliare, anch’esso sequestrato e di cui non si è saputo più nulla delle intenzioni dei nostri amministratori su eventuali progetti di riqualificazione. Rimane lì a fare brutta mostra di sé, quasi a voler continuare a testimoniare dell’infame potere di cui gode la criminalità organizzata nella nostra città.
Ad essi si aggiunge l’immobile di Acquatraversa, una mega villa di 300mq con piscina e 2400mq di giardino stretto tra la foce del Rio Acqualonga e la spiaggia, sequestrato al casalese Nicola di Muro, descritto dai giudici come un potente esponente politico in rapporti d’ affari con la camorra e in grado di decidere le sorti di ministri e deputati Dc.
Villa questa destinata dal comune di Formia a “Centro di accoglienza ed integrazione per le categorie svantaggiate”. Nel 2004, l’allora sindaco Bartolomeo con delibera di giunta n°301/2004 la affidò di imperio all’associazione “Emmanuel 2000” di don Vittorio Valerio, pare per saldare una “cambiale elettorale”. Per oltre 13 anni la gestione di questo immobile è andato “ad uso e consumo degli adepti del prete” e il centro previsto non è entrò mai in funzione, privando di fatto, i disabili del territorio di una indispensabile struttura dove poter sperimentare nuove forme di aggregazioni.
Ormai tornato nelle disponibilità del comune di Formia, per scadenza naturale, nonostante un sopralluogo del 2013 ad opera dell’ufficio tecnico che decretò la completa inadempienza del gestore.
La nostra ferma convinzione è che questa volta venga veramente utilizzata per le finalità sociali esplicitate, che venga gestita direttamente dal comune per assicurare la trasparenza e la fruibilità che solo un ente pubblico può garantire, che sia al servizio dell’intera collettività e non invece come è stato, per oltre un decennio, un privilegio per pochi.
Questa è la vera sfida con la quale l’intera collettività è chiamata a confrontarsi: trasformarli in luoghi di socialità, dove sperimentare un diverso modo di stare insieme e soprattutto l’occasione per combattere le nuove marginalità sociali, esplose in questi ultimi anni.
E’ l’occasione per gettare le fondamenta di una Formia capace di essere vicina agli ultimi e soprattutto lontana dall’idea che chi governa può decidere e fare quello che gli pare.
D’altronde non solo è in gioco la contrapposizione tra società civile e organizzazioni criminali, è infatti in gioco la contrapposizione tra la politica condotta nell’interesse pubblico, generale e diffuso, contro la politica condotta nell’interesse particolare, egoistico e strumentale.
Fino ad oggi vince quest’ultima a mani basse.
E’ chiaro che, a differenza di chi ormai ci convive senza nessun problema, noi lotteremo ogni giorno affinchè vinca l’interesse generale rispetto all’interesse dei gruppi di potere e criminali che affollano Formia.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia
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