Caro Marco non mollare, gli sfruttati hanno bisogno di te

I fatti sono noti: Marco Omizzolo, dell’associazione In Migrazione, è stato accusato – insieme alla CGIL – di strumentalizzare la battaglia dei migranti indiani contro lo sfruttamento di cui sono vittime nelle campagne pontine. E questo per un proprio tornaconto personale.
Evidentemente l’estensore della lettera anonima prova a gettare fango su di una persona che da anni combatte perché si metta fine a quello che è un crimine contro l’umanità e cioè l’induzione in schiavitù di migliaia di lavoratori indiani che si spezzano la schiena nelle campagne pontine, ricevendo in cambio dei salari da fame, spesso addirittura pochi euro all’ora.
Conoscendo Marco e il suo encomiabile lavoro è facile respingere le accuse e chiedere con forza che la battaglia, perché si ponga fine a tale crimine, sia senza sosta alcuna.
Ovviamente non sono mancate le reazioni dal mondo politico, infatti l’attacco volgare e vergognoso a Marco è stato sottolineato dal silenzio dell’intera politica, ad eccezione di qualche lodevole presa di posizione che ha chiesto a Marco di continuare la sua battaglia a favore dei lavoratori indiani.
E’ chiaro che il peggior nemico di chi combatte per i diritti altrui è soprattutto l’indifferenza nella quale si trova a lottare.
Ha fatto bene la CGIL ha farsi carico della questione.
D’altronde un sindacato ha il dovere di occuparsi di questi casi, vista la gravità dei fatti e la tardiva di risposte delle istituzioni, che hanno preferito girare alla larga.
Da parte nostra ci assumiamo il dovere di intervenire in tutte le sedi istituzionali opportune per sollecitare chi di dovere ad attivarsi affinché vengano presi i provvedimenti del caso, denunciando qualora sia necessario eventuali omissioni.
E’ infatti necessario iniziare una lotta senza quartiere contro i moderni mercanti di schiavi.
Concludiamo con un “Caro Marco non mollare, gli sfruttati hanno bisogno di te”.

partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Latina

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