No ai privilegi dei politici della regione Lazio, no ai privilegi di tutti i politici
Apprendiamo dalla segreteria regionale del nostro partito che il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, non abbia alcuna intenzione di indire il referendum con il quale abolire le pensioni [noti come i vitalizi] di ex consiglieri e degli ex assessori.
Dopo l’ok della Corte d’appello la Regione Lazio, infatti, non ha ancora avviato l’iter per stabilire la data del voto. La scadenza per la consultazione è fissata al 10 agosto.
La motivazione che è stata portata a sostegno da parte del presidente è che è necessario il parere del comitato di garanzia statuaria, organo però stranamente mai insediatosi dal 2004, cioè da quando è in vigore l’attuale statuto regionale.
Nello statuto regionale è, infatti, previsto che tale comitato di garanzia debba giudicare le leggi regionali approvate. Delle due l’una. O tutte le leggi regionali approvate dal 2004 in poi sono illegittime, visto che il comitato di garanzia ancora non è stato costituito, oppure questa è semplicemente una scusa per non indire un referendum ‘scomodo’ per la politica”.
D’altronde già il fatto che nessun altro partito avesse deciso di aderire al comitato “No vitalizi Lazio”, tranne che la Federazione della Sinistra, di cui Rifondazione Comunista è parte, ci aveva fatto capire quanto sarebbe stata irta di ostacoli la strada per eliminare i privilegi di cui godono i politici del Lazio. E il boicottaggio di Zingaretti ne è la conferma.
Abbiamo calcolato che con la vittoria dei sì, applicando le indicazioni presenti nel quesito referendario da noi promosso, solamente per i consiglieri della precedente legislatura ci sarebbe un risparmio annuo di circa 5 milioni di euro. Inoltre, considerando un’età media di circa 84 anni il risparmio sarebbe notevole, oltre 170 milioni in 34 anni.
A rischiare di perdere circa 4400 euro al mese (cifra più alta per chi ha fatto più di una legislatura, ndr) non sono soltanto gli 85 amministratori regionali della passata legislatura. Il referendum intende, infatti, abrogare tutti i vitalizi (l’erogazione parte dal compimento del 50esimo anno di età) compresi quelli di cui attualmente beneficiano 221 ex consiglieri, per i quali la Regione già spende la considerevole cifra di circa 17 milioni di euro all’anno.
Fondi pubblici che potrebbe essere reinvestiti in sanità, cultura e servizi sociali e che invece continuano a essere utilizzati per garantire ai politici laziali privilegi, che invece sono negati a noi cittadini.
Al di là degli aspetti economici c’è una questione di fondo e di non poco conto e cioè il rispetto dei diritti di partecipazione garantiti dalla Costituzione, visto che oltre 54mila cittadini laziali hanno firmato il nostro quesito referendario.
Ed allora presidente Zingaretti non continui a fare il pesce nel barile e firmi l’indizione del referendum l’abolizione dei vitalizi, così almeno salverà la faccia ad una politica sempre più chiusa nel guscio dei propri privilegi e lontanissima dai bisogni di noi cittadini.
Intanto l’ex-assessore ed ex-consigliere regionale Aldo Forte sentitamente ringrazia il centrosinistra per il vitalizio che potrà riscuotere al compimento del cinquantesimo anno di età.
Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia