La privatizzazione dell’acqua si è trasformato in un boomerang per chi l’ha voluta
I fatti ormai sono sotto gli occhi di tutti: in molte delle città della provincia di Latina – in particolare quelle del sud pontino – si susseguono numerose le emergenze idriche, causate dall’assenza del prezioso liquido dalle tubature. Il colpevole della crisi idrica che ha colpito i cittadini pontini ha un nome solo ed è quello di Acqualatina, che grazie all’impunità di cui gode ha fatto– in questi anni – il bello e il cattivo tempo, tanto da riuscire a farla sempre franca quando si è trattato di garantire la qualità del servizio.
Eppure se un cittadino non paga le bollette viene massacrato con l’invio di lettere nelle quali il gestore idrico pretende il dovuto, arrivando addirittura a minacciare, per poi effettuarlo, il distacco dei contatori.
Lo stesso non succede al gestore idrico che – nonostante continui a tormentare i cittadini con una lunga serie di disservizi, rendendo loro la vita impossibile – non ha mai subito alcun provvedimento di censura.
Solo nei giorni scorsi dalla segreteria dell’ATO4 è partita «una lettera di sollecito e conseguente richiesta di chiarimenti per le gravi carenze del servizio idrico riscontrate in diversi comuni dell’ambito territoriale».
Un vero e proprio miracolo visto che sono passati quasi quindici anni da quando la politica ha ceduto ad Acqualatina la gestione del servizio idrico dell’ATO4, senza che alla società italo-francese fosse mai contestato alcunché.
Ebbene oggi il modello pubblico-privato della gestione del servizio idrico si mostra per quello che è, cioè un fallimento, tant’è che molto degli stessi suoi sponsor politici, hanno dichiarato che è necessario che l’acqua ritorni ad essere pubblica, ma sappiamo bene – avendoli conosciuti molto bene – che è forte il rischio che cioè che sta uscendo dalla porta, possa rientrare dalla finestra.
Ora tocca infatti gestire il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, ma gli ex-privatizzatori lo stanno facendo nel modo peggiore, tant’è che dopo aver lasciato campo libero ad Acqualatina, consentendole le peggiori nefandezze, ecco che vogliono regalarle anche l’acquisto delle azioni del socio privato, oggi ridotto alla sola società francese Veolia, visto che gli altri soci capito l’andazzo sono scappati a gambe levate, oppure altra soluzione è la vendita delle quote all’ACEA, multi-utility romana che vede seduti in consiglio di amministrazione rappresentanti del comune di Roma e della famiglia Caltagirone.
E quindi necessario evitare che dal danno si passi alla beffa, stoppando cioè ogni possibilità che i costi del fallimento della vecchia gestione siano pagati dai cittadini.
E’ necessario respingere ogni forma di gestione privatistica del bene “acqua” e lavorare perché invece si arrivi ad una sua gestione sociale, che veda protagonisti lavoratori, cittadini, istituzioni, utilizzando tutti gli strumenti che l’attuale normativa prevede per toglierla ai privati e lavorando ad una nuova che la contempli.
E’ ora di chiudere la stagione delle privatizzazione dei servizi pubblici e di fare terra bruciata contro chi invece ancora continua a sostenere la formula del “privato è bello”, come il senatore Claudio Fazzone, che denunciando il “pericolo rosso” vuole continuare a tenere i suoi uomini al comando della società italo-francese, fregandosene dei danni che la stessa ha procurato alla collettività.
E’ invece paradossalmente il miglior alleato – su sponde diverse ovviamente – del governo Renzi (anche in questo caso in piena continuità con i governi precedenti). Un governo che prima strangola gli enti locali per poi premiarli (ma sono solo le briciole) quando sono disposti a vendere pezzi fondamentali del loro patrimonio.
Concludiamo esprimendo tutta la nostra solidarietà al compagno Vincenzo Giuffrida che è stato querelato da Acqualatina, per aver ospitato sul sito di controinformazione www.formialibera.it un articolo di critica nei confronti della gestione del servizio idrico da parte proprio della società italo-francese.
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Latina
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