Il Pd di Formia, la sanità, i tagli e le comiche

Il partito democratico di Formia rende noto che è partita “una raccolta di firme indirizzata al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e al Direttore Aziendale dell’AUSL di Latina, dr. Giorgio Casati. Due sono i temi posti alla loro attenzione: la riorganizzazione del personale e dei servizi esistenti del “Dono Svizzero” (che sono ormai ridotti alla paralisi, tanto che – ad esempio – la consulenza per il Pronto Soccorso e gli altri reparti del “Dono Svizzero” si pratica a Latina con notevole disagio dei pazienti ed uso dissennato delle ambulanze) e l’adozione dell’atto deliberativo per l’avvio del progetto esecutivo del nuovo ospedale del golfo”.
Ebbene se l’argomento non fosse la nostra salute lo archivieremmo come l’ennesimo colpo di sole del partito democratico di Formia, che pare voglia fare suo l’adagio “partito di lotta che di governo”, senza aver paura di cadere nel ridicolo.
Basti pensare che sono a capo dell’intera filiera politica che va dal governo della città di Formia fino ad arrivare al governo del paese, passando per la provincia e la regione.
Quindi hanno tutti gli strumenti per decidere in ogni momento di poter rivoltare come un calzino l’intera sanità pontina ed invece loro bene pensano di poter risolvere i problemi con una petizione.
Però non possiamo che cogliere una nota possibilità da questa presa di posizione e cioè l’ammissione del fallimento della politica sanitaria della giunta regionale targata PD-SEL.
D’altronde lo stiamo denunciati inascoltati che è in corso il tentativo da parte delle forze politiche – che si sono alternate in questi anni alla guida del paese – di demolire la sanità pubblica a favore della sanità privata, regalando così la nostra salute alle bizze del mercato.
Nella nostra regione poi la cattiva gestione politica delle diverse amministrazioni hanno portato il nostro Servizio sanitario Regionale ad una situazione di collasso unica in Italia.
La sanità laziale è stata caratterizzata da un pessimo rapporto tra equità e accesso ai servizi ed efficienza economica, tanto che è stata necessaria la nomina di un commissario da parte del governo, a cui affidare le sorti della nostra salute.
Tutto buoni propositi sulla carta ma in realtà la “razionalizzazione” della sanità, ha significato colpire – dritto al cuore – il diritto alla salute, così come sancito nella Costituzione.
Lo scadimento della qualità del servizio sanitario pubblico ha significato per tanti la fine di ogni speranza di potersi vedere garantite le cure.
Così facendo chi non è ricco (cioè la stragrande maggioranza delle persone) ne esce fortemente penalizzato, poiché non può permettersi la sanità a pagamento e quindi rinuncia a curarsi.
Sono ben 11 milioni gli italiani che – secondo ricerca Censis-Rbm – hanno rinunciato a curarsi, perché non hanno i soldi per poterlo fare.
Per quanto riguarda invece la realizzazione del “nuovo ospedale del golfo”, nonostante se ne parli da una vita ormai, nemmeno una pietra è stata messa, a dimostrazione della fumosità di chi ci governa.
Nel 2007 venne pubblicato il bando di concorso europeo per la progettazione della struttura e ci venne promesso dall’allora sindaco Bartolomeo che “Dopo l’approvazione, da parte del Consiglio Comunale di Formia, della Variante al Piano Regolatore Generale del terreno sito in località ex Enaoli, e dello studio di fattibilità promosso dall’Azienda Sanitaria locale, dopo l’assunzione di un mutuo, presso la Cassa Depositi e Prestiti, per la somma di euro 100milioni da parte della Giunta Regionale del Lazio, con la pubblicazione del bando per la progettazione preliminare del Policlinico del Golfo, si sarebbe aperta la fase operativa della realizzazione dell’opera”.
Ebbene – ancora oggi – siamo conviti che tre cose – a Formia – non si realizzeranno mai: “la Pedemontanta, il Porto Marina di Cicerone e il Policlinico del Golfo”.
Tutte grandi opere che rimarranno un sogno per la nostra città e il sud pontino tutto.
Ancora più preoccupante è il panorama nazionale.
Infatti l’obiettivo del governo Renzi è quello di recuperare dieci miliardi di euro in 3-4 anni puntando ai 13 miliardi che scivolano via con prescrizioni e visite superflue
Si parla di tagli per circa 2,3 miliardi all’anno per il solo triennio 2015/2017.
In cima alla lista dei tagli ci sono le prestazioni specialistiche non necessarie: dal ministero arriverà presto la lista delle patologie che prevedono analisi necessarie, per tutti i casi diversi si dovrà invece pagare di tasca propria.
Nulla viene anticipato se i poveri verranno esentati, ma questo lo chiediamo volentieri al Pd di Formia, che con il cappello in mano proverà a salvare la sanità del sud pontino.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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