Bartolomeo con i padroni e la sinistra di governo con chi sta?
Nel consiglio comunale del 21 Novembre 2016 uno dei punti all’ordine del giorno è stato quello con il quale l’UDC chiedeva chiarimenti circa la situazione delle quattro lavoratrice dell’asilo comunale “la vecchia Quercia” non assunte dalla cooperativa romana “La Gialla”. Non ci è sfuggito l’intervento del sindaco, che ha tenuto ha precisare quanto segue: “Non ho capito perché i lavoratori non hanno voluto accettare l’ipotesi conciliativa. La società cooperativa ha chiesto solo che venisse ritirata la diffida. Mi sembra normale. Gli è stato detto di no. Nessuno è stato ostile ai lavoratori, queste persone hanno rifiutato di essere assunte. Avranno altri percorsi, non so. Con l’arrivo della nuova coop i ragazzini sono passati da 15 a 24. Credo che presto riusciremo a coprire tutti i posti disponibili. Anche il rinnovamento di ambienti, arredi e attrezzature è evidente. Andate a vedere come teniamo i nostri bambini. Mi spiace che queste persone non abbiano voluto aderire. Tra l’altro la cooperativa che ha vinto è una delle poche coop che gestisce solo asili nido. E’ specializzata in questo. Fanno anche interventi di qualità, i genitori sono molto contenti. Spero che entro la fine del mese si trovi una soluzione”. Ebbene non possiamo che contestare duramente l’intervento del sindaco Bartolomeo che ha deciso di schierarsi ancora una volta contro i lavoratori dei servizi comunali appaltati a terzi. Questa volta però almeno sappiamo cosa pensa in proposito delle lavoratrice, mentre invece nel caso delle lavoratrice che inviano le multe – nonostante i nostri solleciti, ha deciso di utilizzare l’arma del silenzio per evitare di farci sapere la propria opinione in merito. Teniamo però a sottolineare una cosa e cioè che l’assunzione delle quattro lavoratrici non è una facoltà della cooperativa romana “La Gialla” – come vuol far credere il sindaco Bartolomeo – ma un obbligo previsto dall’articolo 15 del “CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO PER L’AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO DI ASILO NIDO COMUNALE – (PERIODO ANNI TRE DALL’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO”, che recita: “l’appaltatore ha l’obbligo di assumere tutto il personale attualmente in servizio e dipendenti dell’attuale gestore, che si renderà disponibile alla continuazione del rapporto di lavoro”, pena la risoluzione del contratto (articolo 25).
Ad oggi quindi chi non ha adempiuto ai propri obblighi è la cooperativa “La Gialla”. D’altronde è lo stesso dirigente comunale Italo La Rocca a confermarlo nella missivia inviata alla cooperativa romana, con la quale ha chiesto conto della mancata riassunzione delle quattro lavoratrici. Non sappiamo se poi la cooperativa romana abbia avuto tempo e modo di rispondere alla contestazione.
Deve essere però chiaro che a noi – sia come comunisti che come cittadini di Formia – non può fregare di meno che la cooperativa “La Gialla” si sia offesa e che per questo abbia messo in essere atteggiamenti discriminatori nei confronti delle lavoratrici. Ingoi il gettoni e faccio quanto prevede il capitolato speciale o altrimenti se ne torni da dove è venuta. Ne abbiamo fatto per anni a meno della sua presenza nel nostro territorio senza che questo abbia determinato chissà quale danno per la nostra comunità.
Nemmeno ci stupiscono più le prese di posizioni degli esponenti del partito democratico che in parlamento votano leggi contro i lavoratori. Ultimo in ordine di tempo è il D.Lgs. 50 del 2016 – noto anche come codice degli appalti – con il quale la clausola sociale – cioè l’obbligo di riassunzione dei lavoratori già impiegati dal precedente appaltatore – rimane una facoltà – e non più un obbligo – degli enti appaltanti , che peraltro la devono inserirle ed applicarle, anche con l’entrata in vigore del nuovo codice, nel rispetto dei principi giuriprudenziali in materia, che mirano a controbilanciare le esigenze di solidarietà sociale con quelle di libertà economica.
A farne le spese sono state le lavoratrici che si occupano di inviare le multe, che si sono viste private della tutela della clausola sociale e quindi probabilmente non verranno riassunte dall’impresa che vincerà l’appalto.
D’altronde sono anni che nell’eterno conflitto tra lavoratori e padroni i dirigenti del Partito Democratico si sono schierati con questi ultimi. Lo ha confermato anche la scelta dei padroni di schierarsi per il sì alla riforma costituzionale voluta fortemente da Renzi, Verdini e Napolitano. E’ però una scelta che deve far riflettere quanti a sinistra – e sono tanti purtroppo – ancora lo votano. Lo stesso vale per chi vota Sinistra Ecologia e Libertà, i cui esponenti formiani preferiscono evidentemente le poltrone ai diritti dei lavoratori, limitandosi ad uno sterile comunicato, che ha prodotto zero in quanto a risultati, e non a ben più incisive forme di protesta, quali l’abbandono dell’attuale maggioranza di centrodestrasinistra per mostrarsi veramente disgustati da tali pratiche predatorie. D’altronde ormai il re è nudo, si tratta solo di continuare a lavorare – e noi lo faremo – affinché si manifestino in tutta la loro evidenza le contraddizioni tra il dire e il fare di forze politiche che di sinistra non hanno più nulla.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia
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