La vergogna degli edifici scolastici privi di riscaldamento
Dalla lettura dei siti di informazione e dei giornali locali abbiamo appreso con vero orrore dell’assenza di riscaldamento in numerosi edifici scolastici della provincia di Latina, tanto che in più di un caso gli studenti sono stati costretti a tornare precipitosamente a casa, onde evitare malanni dovuti alle rigide temperature di questi giorni.
Ebbena ancora una volta ci troviamo davanti ad una vergognosa gestione del bene pubblico, ancora più vergognosa perché quello del riscaldamento degli edifici scolastici è un problema facilmente risolvibile, visto che non è così difficile immaginare il verificarsi di disagi del genere al ritorno delle vacanza natalizie, che tra l’altro coincidono proprio con il periodo più freddo dell’anno.
Eppure stiamo riempiendo le scuole italiane di costosissimi dispositivi elettronici di ultima generazione – la famosa scuola 2.0 (Lavagne multimediali, banchi interattivi, pc portatili, reti wifi,web cam, lezioni svolte attraverso chat e blog) – e nonostante questo non siamo in grado di garantire una temperatura umana a chi (alunni, corpo docente e non docente, gli stessi dirigenti) le frequenta.
Evidemente – in più di un caso – chi aveva la responsabilità – a vario titolo – di occuparsi di controllare l’efficienza dei termosifoni e delle conduttore degli edifici scolastici della nostra provincia ha avuto altro da fare. E’ chiaro che non ci riferiamo agli operatori che materialmente controllano – noti per essere l’ultima ruota del carro – ma a chi doveva predisporre gli interventi e i controlli e le eventuali soluzioni in caso di eventuali problemi.
“Se tanto da tanto” non osiamo pensare con quali attenzioni vengono affrontati problemi quali la sicurezza degli edifici scolastici e la manutenzione giornaliera.
Sarebbe ora di superare la fase emergenziale, da sempre una delle caratteristiche della politica italiana, e di mettere in campo i fondi necessari e tutte le energie possibili perché si passi ad una manutenzione stabile ed efficace, non fosse altro per tutelare chi frequenta per lavoro o per studio tali luoghi.
Sarebbe inoltre un’ottima risposta a quanti si lamentano che il pubblico è inefficiente.
Ed allora che la politica si impegni al superamento degli ostacoli che impediscono una scuola degna di essere vissuta e la smetta di imporre riforme che non fanno altro che danneggiare ciò che di buono la scuola pubblica rappresenta, trasformandala invece in occasione di lucro per molti, vedi la “buona scuola” di renziana memoria, con la quale l’educazione scolastica dei nostri ragazzi viene piegata agli interessi delle aziende che avranno la possibilità di usare gratuitamente gli studenti con il metodo dell’alternanza scuola-lavoro.
Non ci rimane che augurare un 2017 all’insegna del progressivo – ma veloce – superamente degli endemici problemi che caratterizzano la scuola pubblica italiana, anche se questo dovesse significare l’allargamento dei cordoni della spesa, perché d’altronde si sa che non si possono “fare le nozze con i fichi secchi”.
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Latina
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