Quando il diritto all’acqua diventa merce i risultati sono questi !!!

Ci voleva l’ennesima crisi idrica per attirare l’attenzione e la rabbia dei cittadini su quello che è ormai diventato il più “grave problema” sociale del territorio: quello dell’acqua. Una crisi sociale oltre che idrica, che colpisce indistintamente tutti i cittadini e le abitazioni dei quartieri e delle frazioni più popolari di Formia e Gaeta e che rende esplicito, una volta per tutte, il risultato del complotto di privatizzazione ordito ai danni della collettività da politicanti spregiudicati e multinazionali senza scrupoli.
Una società come Acqualatina che ha prodotto utili per 18milioni di euro, non si fa scrupolo alcuno nel lasciare senza acqua migliaia di persone, che hanno loro malgrado pagato le bollette, aggiungendo alla beffa il danno.
Da più di 13 anni la società Acqualatina spa, in concorso con il maggior numero di esponenti politici comunali e provinciali, vuoi per collusione vuoi per inerzia, vessa i cittadini con tariffe esagerate e disservizi insopportabili, rimanendo impunita e continuando a speculare sulla risorsa pubblica per eccellenza perché naturale: l’acqua.
La difficile situazione a cui oggi sono costretti non solo i cittadini di Formia, determina, nonostante gli sbandierati provvedimenti da emergenza civile, dirette ripercussioni sulle condizioni di salute ed igienico sanitarie delle famiglie, in particolare per quelle meno abbienti, e per tutte quelle attività commerciali e artigianali che non possono permettersi di installare un autoclave e vedono così seriamente compromesso il proprio reddito vitale.
E quindi, PER L’ENNESIMA VOLTA, è sotto gli occhi di tutti noi il risultato della privatizzazione del servizio idrico, che sino ad oggi ha solo determinato aumenti spropositati delle tariffe, disservizi e inefficienza conclamata, in totale contrapposizione con quei CRITERI che invece la legge impone ovvero: EFFICIENZA , ECONOMICITA’, TRASPARENZA ed EFFICACIA.
Oggi che la crisi idrica diventa strumento di campagna elettorale, hanno la faccia tosta di parlare anche gli esponenti del PD, di FI o dell’UDC, che per anni si sono spartiti posti nel consiglio d’amministrazione di Acqualatina, a suon di stipendi da nababbi, e addirittura si lamentano del fatto che Acqualatina avrebbe potuto fare quegli investimenti necessari per impedire la crisi idrica che oggi imperversa nella nostra città, perché ha chiuso in utile il bilancio 2016.
Ora che la rabbia dei cittadini ha raggiunto livelli insostenibili anche per una città come Formia, che alla lotta ha sempre preferito una rassegnata fatalità, ecco arrivare nelle vesti di novelli censori di Acqualatina addirittura personaggi/e che fino a ieri, pur ricoprendo incarichi amministrativi, non muovevano un solo dito in favore dei comitati per la ripubblicizzazione del servizio, pur di difendere le loro poltrone e mantenere inalterati i loro incarichi.
E’ bastato semplicemente far finta che tutto andasse bene per causare l’attuale disastro. Nessuno di loro – a nostra memoria – ha mai alzato un dito per chiedere conto dei danni che la sciagurata gestione della società mista stava causando alla nostra città, in termini di mancati investimenti e di bollette fuori controllo. Eppure sarebbe stato un loro dovere, visto che erano seduti in giunta e nell’aula consiliare per difendere gli interessi della nostra comunità e non per ubbidire agli ordini dell’amministratore – padrone di turno.
A questa putrida rappresentazione della storia politica locale, non sfuggono nemmeno i sinistri rappresentanti assettati nel consiglio comunale, che per anni hanno portato linfa e dato corpo alle politiche del partito democratico che tutto ha fatto, tranne che imporre la svolta al corso di Acqualatina. Oggi, anche a taluni rappresentanti della sinistra (MDP-SI), artefici della politica del niente, senza tema di smentita, possiamo dire: Tacete!
Ogni volta che la volontà popolare si è espressa, referendum o delibere di iniziativa popolare, i nostri politici da tre soldi hanno brigato per disinnescare qualsiasi effetto che potesse disturbare il placido corso degli affari di Acqualatina. Salvo poi, ogni volta che si presentava il problema, costernarsi, indignarsi e gettare la spugna con finta dignità, magari affidando tutto a una “task force” o “gruppo di lavoro”, puntualmente finiti nel nulla.
La resistenza contro Acqualatina deve trovare concretezza nell’immediato boicottaggio del pagamento delle bollette per poi continuare con la rescissione del contratto con la società da parte del comune di Formia, solo allora ci sentiremo nuovamente cittadini e non sudditi.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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