La lotteria del “bonus asilo nido”
Apprendiamo da un post pubblicato dall’Associazione Nazionale per la Scuola della Repubblica del perverso meccanismo che si nasconde dietro l’introduzione del “bonus asilo nido”, con il quale il governo ha concesso la possibilità alle famiglie, che iscrivono i loro figli – nati o adottati dal 1° gennaio 2016 – all’asilo nido, di fare domanda per usufruire di un contributo economico di “1000 euro” spalmato su 11 mensilità, per un importo massimo di 90,91 euro erogato direttamente al beneficiario che ha sostenuto il pagamento, per ogni retta mensile pagata e documentata. Sono previsti anche di forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche. In questo caso sarà necessario – da parte del genitore convivente – presentare un attestato rilasciato dal pediatra di libera scelta che attesti per l’intero anno di riferimento “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”.
La domanda può essere presentata fino al 31 dicembre 2017 (con inizio 17 Luglio 2017). Le modalità previste sono: on line tramite i servizi telematici dell’Inps; via telefono chiamando il Contact Center dell’istituto al numero verde 803.164 gratuito da rete fissa o il numero 06164.164 da rete mobile (con tariffazione a carico); di persona rivolgendosi ad un patronato.
Peccato che vi siano grosse criticità così come ha fatto ben osservare proprio l’Associazione Nazionale per la Scuola della Repubblica. D’altronde cosa aspettarsi da chi voleva demolire la Costituzione? Ovviamente nulla di buono.
La prima è che le modalità di accesso lo rendono molto simile ad una lotteria.
Infatti non tutte le domande potranno essere prese in considerazione, in quanto la possibilità da parte delle famiglie di avere diritto al “bonus asilo nido” dipenderà dall’esaurimento del fondo erogato [144 milioni di euro per l’anno 2017]; della serie:“chi tardi arriva male alloggia” e questo anche se le condizioni socio-economiche del nucleo familiare di origine necessiterebbero di quei 1000 euro annui, che invece potrebbero paradossalmente andare a una famiglia “ricca”, se questa ha fatto la domanda prima di una famiglia “povera”. E’ solo l’ennesima conferma che le politiche sociali dei governi a guida democratica non distinguono i poveri dai ricchi. Per il partito di Renzi i ricchi devono poter usufruire dei contributi statali, nonostante in realtà non ne abbiano alcun bisogno. Ma si badi bene:“Non è un errore”. Infatti sono anni che il divario tra ricchi e poveri è in costante aumento, ma invece di disegnare e realizzare politiche e strategie per aiutare i poveri, ecco che il governo decide di introdurre un “bonus asilo nido” che non tiene conto del reddito. Non finisce qui però. Infatti sempre l’Associazione Nazionale per la Scuola della Repubblica fa notare “la mancata distinzione tra Nidi pubblici e privati. Il nido privato può essere una libera scelta (e allora perché erogare l’importo?), o – come è nella maggior parte dei casi- una condizione obbligata dal momento che i Nidi comunali non riescono a soddisfare tutte le richieste. (in questo caso il contributo avrebbero una giustificazione!). Il provvedimento, mettendo sullo stesso piano Nidi pubblici e privati, non fa che dare una mano alla delega 0-6 (Buona Scuola) , in cui si prevede che strutture pubbliche e private per l’infanzia operino in chiave di sussidiarietà, coinvolgendo nel processo anche le Scuole dell’Infanzia. La scuola dell’Infanzia è scuola a tutti gli effetti (L.444/1968), è quindi non più accettabile il doppio canale scuola dell’Infanzia statale e comunale, entrambe pubbliche. Il Nido è servizio socio-educativo. Si tratta di due segmenti che compongono il quadro educativo della prima e seconda infanzia, a tutt’oggi priva di certezze e di garanzie di accesso nelle strutture pubbliche”. A breve ci aspettiamo l’abolizione della scuola pubblica.
Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia
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