Salid, esempio della malapolitica formiana
Il territorio di Formia è disseminato degli esempi di cattiva politica e malagestione. Per i complessi edilizi abbiamo: 1) Ex Salid, 2) D’Agostino, 3) SevenUP, 4) ex-Di Donato, 5) Pastificio Paone 6) Le Fosse,. Per le infrastrutture: 1) Pedemontana, 2) Porto, 3) Rete Idrica, 4) Via Solaro, 5) Ponte di Acquatraversa. E per ora lasciamo stare i servizi.
Tra tutti, esempio di inconcludenza politica è la Salid (Società Anonima Laterizi Industrie Diverse) che a Formia è anche testimonianza dello sviluppo industriale che fu. La crisi del 1966 ne determinò la chiusura; ed è chiusa da allora, fatta eccezione per il breve periodo del Centro Sociale Occupato Autogestito “Mario Giovannangelo”, raro esempio di produzione culturale giovanile, spontanea ed autonoma. Nonostante tutto. Ma se i ragazzi hanno provato ad utilizzare i resti della fabbrica a modo loro, gli eletti delle ultime tre consigliatore hanno fatto una figura vergognosa.
Andiamo ai fatti. Nel 2007 il comune approva il piano di lottizzazione convenzionata della «Tirrenia Immobiliare» per un’area di tipo “direzionale-commerciale” con uffici. Salvo poi, nel gennaio 2010, il consiglio comunale all’unanimità modifica il piano per realizzare un’area di tipo “ricettiva commerciale”, con la costruzione di un unico edificio di 5 piani, di 50 metri di larghezza per oltre 200 di lunghezza, all’interno del quale ci saranno un centro commerciale e un albergo con 100 camere, ristoranti, piscina e centro benessere, ai quali si aggiungono 25000 m2 di parcheggi ed un centro congressi da 500 posti, che rientrerà però nel patrimonio comunale. Oltre a verde attrezzato ed adeguamento della viabilità locale. Le richieste di un asilo nido e di una scuola materna utili al vicino agglomerato residenziale di «Scacciagalline» e «Rio Fresco» restano inascoltate. Poi nel 2015 l’Amministrazione Comunale, di concerto con la Compagnia Carabinieri di Formia, si attiva per costruire una nuova Caserma nell’area ex-Salid. Caserma di proprietà del Comune concessa in locazione all’Arma. Il progetto non ha mai messo piede in consiglio comunale.
Nel 2015 il sindaco Bartolomeo incontra – come abbiamo appreso dalla stampa – l’amministratore della società, con precedenti per contrabbando, evasione e lavori edilizi senza licenza, per discutere il via libera al piano, ma due mesi dopo una società del gruppo Pedato – Tirrenia fallisce.
A gennaio 2016 scoppia la polemica sul PRG dove le aree dismesse della ex Salid e ex D’Agostino, poiché destinate a varianti urbanistiche, sono stralciate dal piano”. Un paradosso vero e proprio visto che nella Salid si prevedono 65000 mc espandibili a 95000 mc e un centro commerciale e nella D’Agostino si prevedono 130 000 mc e un centro commerciale (anche qui il piano è fermo visto l’annullamento della delibera n.4/2009).
Dunque, due aree centrali per un totale di circa 80000 m2, con un potenziale di 225000 mc e due centri commerciali a circa 500 m di distanza, restano di fatto fuori dal Piano Regolatore; che regola ben poco se un’area nevralgica del centro resta esclusa. Dove sembra siano previsti la metà degli alloggi da realizzare su tutto il territorio formiano.
Andiamo avanti. A novembre 2016, mentre si discute di PRG, la GDF di Napoli sequestra 12 milioni di euro ai referenti del piano Ex Salid.
Diciamo referenti perché qua succede un fattaccio. Infatti, è cronaca di questi giorni, il Tar di Latina ha annullato il progetto approvato per l’area ex Salid, accogliendo il ricorso di nove cittadini contro Comune e Tirrena, proprietaria di parte dell’area. Il motivo sta “nella formazione dell’originario piano di lottizzazione” approvato senza la necessaria interlocuzione con i proprietari dei lotti interessati, a causa: 1) della omessa attivazione del contraddittorio ovvero la comunicazione di avvio del procedimento amministrativo; 2) per non aver sollecitato l’intervento dei proprietari dell’area, come prescritto dalla legge urbanistica. Dunque per violazione del contraddittorio tra Amministrazione e proprietari, , come richiesto dalle disposizioni della norma. Passaggio tutt’altro che secondario visto che i proprietari non hanno accettato il piano anzi hanno proposto delle loro varianti. Dunque dopo anni di trattative scopriamo che i proprietari delle aree interessate dal piano non erano nemmeno stati presi in considerazione!
Risultato. Oltre dieci anni di inutili discussioni e rifacimenti, per discutere un piano trattato con persone dal passato discutibile e viziato dal mancato coinvolgimento dei proprietari. Un piano che pone seri dubbi sulla validità di un PRG che ancora non è entrato in vigore e già sarà inefficace in un momento decisivo della pianificazione urbanistica.
Ma il giudizio peggiore lo serbiamo per i tanti che si sono succeduti sugli scranni della sala Ribaud, senza capire niente di quello che stava succedendo. Non hanno capito che il piano era viziato, dando evidenza di essere esclusi dalle trattative; non hanno capito l’ingiustizia di un PRG che decide le sorti di tutta la città, tranne che quella dei proprietari di due aree del centro che inevitabilmente condizioneranno il futuro della città. Che dire! Se fossero rimasti a casa non ci saremmo accorti della loro mancanza. A che serve farsi eleggere se poi ogni giorno si vien meno al proprio dovere? Ora arriveranno le elezioni ed inizierà la fiera delle promesse tradite, noi possiamo solo dire che fuori o dentro dal consiglio, la nostra vigilanza sul malaffare non avrà mai tregua.
Circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia
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