Mobilità o immobilità?

Mobilità o immobilità?

A chi si è assunto l’onore e gli oneri di amministrare la nostra città ricordiamo che c’è da risolvere un problema grosso come una casa, che prima di essere una questione urbanistica ed infrastrutturale, è soprattutto un questione sanitaria e ambientale.

Il traffico in alcune ore del giorno e periodi dell’anno è insostenibile, soprattutto perché esso determina un forte inquinamento dell’aria che respiriamo, con pesanti conseguenze per la nostra salute. Questo lo dice l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione. E per Formia non è indifferente.

Proponiamo due interventi: il primo riguarda i mezzi di trasporto con l’implementazione di azioni a sostegno della mobilità sostenibile, come il potenziamento dei mezzi pubblici; il secondo invece riguarda l’infrastruttura viaria tradizionale. In effetti nessuno può negare che Formia non può opporre una sola strada comunale ed una statale ad un traffico interregionale che negli ultimi anni ha conosciuto una progressione esponenziale.

La Pedemontana ormai non è una soluzione attuabile nel breve-medio periodo, visto lo stato di crisi economica ed il pasticcio fatto dai precedenti sindaci. E questa la conferma dei ritardi storici della classe dirigente formiana, cosi saccente e cosi ignorante da non rendersi conto dell’enormità dei danni portati da anni di non governo alla nostra città.

Quindi, come in anni passati riproponiamo la variante di via Solaro. Vale a dire la realizzazione di quel progetto “REALIZZAZIONE NODO DI SCAMBIO E COLLEGAMENTO S.S. 7/BIS VIA SOLARO-STAZIONE FERROVIARIA DI FORMIA”, che la nostra classe dirigente si ostina a trascurare.

Nelle linee programmatiche della nuova amministrazione – sotto la voce “Mobilità e traffico” (pag.58) – non possiamo non notare con piacere, due punti oggetto della nostra attenzione negli anni passati; 1) il ponte di Acquatraversa; 2) Realizzazione del collegamento della stazione ferroviaria con via Madonna di Ponza. Sebbene questi non rientrano poi nel Programma da attuare nel breve periodo (pag.36).

Se il primo sarà un vero e proprio banco di prova preliminare della capacità dell’amministrazione di intervenire sull’esistente, visto che ad Acquatraversa si tratta di accertare danni e responsabilità ed intervenire per riparare il mal fatto.

Il secondo può rappresentare la svolta nella gestione del territorio di questa città. Si tratta di mettere le mani su un progetto di una strada di 450 m, con un viadotto di 180 m, di cui a prima vista si può conservare solo l’idea, visto che realizzare un viadotto di 14 campate con lunghezze di 10 m, sembra sfuggire alla logica di un progetto economicamente fattibile; mentre può moltiplicare x10 i disastri del ponte di Acquatraversa, oltre a far lievitare in modo ingiustificato i costi del progetto. Dunque ci sorprende come l’ufficio tecnico, abbia lasciato passare una proposta del genere.

Si vuole sottolineare, inoltre, che la realizzazione di questi collegamenti con la stazione ferroviaria dovranno permettere una maggiore fruibilità pedonale (e magari ciclabile) dello scalo ferroviario, incentivando le persone ad evitare di usare l’automobile, si pensi, ad esempio alle schiere di pendolari che abitano in città. Su questo punto non possiamo ribadire la nostra contrarietà alla demolizione del Ponte Tallini, per due ragioni: 1) perché costituisce l’unico accesso pedonale al porto; 2) perché non siamo sicuri che questo sarebbe ricostruito. Quindi nel caso le condizioni statiche non lo consentissero chiediamo che sia declassificato e destinato al solo transito pedonale.

Dal punto di vista trasportistico l’apertura della terza arteria cittadina consentirà di togliere buona parte del traffico locale dal lungomare lasciando questo al traffico interregionale, in attesa di un altro impulso che porti a risolvere quest’altra cesura che ha sclerotizzato il territorio comunale, e si torni a parlare di waterfront.

Protagonisti della mobilità della nostra città – oltre la stazione ferroviaria – sono il porto con il collegamento per le isole e il capiente parcheggio di interscambio del molo Vespucci, che ospita in condizioni deprecabili anche il capolinea dei bus interurbani.

Entrambi sono dei nodi, che attualmente risultano malcollegati con un servizio navetta affatto segnalato in stazione ed un percorso pedonale poco segnalato e che a tratti può diventare un percorso ad ostacoli per coloro che scelgono giustamente di raggiungere le isole facendo scalo alla stazione di Formia, pertanto si ritiene che un alto importante tassello per migliorare la mobilità e la fruibilità per tutti, delle nostre infrastrutture e dei servizi sia quello di spostare i traghetti per le isole al molo Vespucci e completare razionalmente la stazione marittima con biglietteria COTRAL, pensiline, info point, indicazioni per raggiungere a piedi la stazione ferroviaria… e quant’altro per fornire un servizio efficiente ai cittadini formiani ed a tutti quelli che per qualunque motivo frequentano la nostra città.

Nel gran caldo di Luglio non abbiamo fatto mancare il nostro contributo, adesso aspettiamo i segnali dell’amministrazione.

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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